Sei una persona autodistruttiva? 7 Segnali di allarme.
Nella storia degli uomini ogni atto di distruzione incontra, prima o poi, una risposta con un atto di creazione. -Eduardo Galeano-
Nella storia degli uomini ogni atto di distruzione incontra, prima o poi, una risposta con un atto di creazione. -Eduardo Galeano-
La miglior vendetta non è la vendetta. La miglior vendetta è sorridere all’odio. Imparare a soffocare la tua rabbia e mostrare agli altri che puoi essere felice. Perché non c’è strategia migliore che agire con calma e saggezza andando avanti, con uno sguardo fermo e un cuore pacifico, sapendo che non è necessario portare quel peso. Confucio disse saggiamente che prima di intraprendere un viaggio di vendetta, occorre scavare due fosse. Una per te e una per il tuo avversario.
Ma sfortunatamente, la vendetta sembra essere ancora molto”attraente”per l’essere umano. Molti clienti che vengono al percorso Separatamenteinsieme sono molto astiosi verso il partner e hanno questa voglia di vendicarsi per il male subito. Però qualcuno di particolarmente saggio diceva :
Ho usato la parola, “attrazione” , per una ragione precisa. Si perchè è un comportamento umano, lo sappiamo. In effetti, una cosa che scrittori e produttori cinematografici sanno bene è che la vendetta ci affascina. Attenzione,però, che la vendetta è come una medicina: aiuta a piccole dosi, ma se consumata in quantità elevate può ucciderci.
Edmond Dantès, il conte di Montecristo, è un ottimo esempio letterario. Ci ha insegnato che la miglior vendetta è servita fredda, senza fretta e perfettamente calcolata. Agatha Christie, nel frattempo, ci ha portato in un complotto complesso e altrettanto violento in “E poi non c’era nessuno” per insegnarci che il male dovrebbe essere adeguatamente vendicato.
La vendetta ci attrae e talvolta la giustifichiamo anche. Tuttavia, quali sono i processi mentali alla base?
La maggior parte di noi a un certo punto della propria vita si è sentita così addolorata, ferita e offesa che l’ombra di quella figura amara, ma quasi sempre allettante, ci è passata per la mente: la vendetta.
Le nostre bussole morali deviano di alcuni gradi e immaginiamo modi in cui possiamo dare loro un assaggio della loro stessa medicina.
Una cosa che dovrebbe essere chiara fin dall’inizio e che ci ricorda lo psichiatra Massimo Picozzi un grande esperto di comportamenti criminali – è che la vendetta ha poco a che fare con la moralità.
La vendetta è un impulso; è la catarsi della rabbia e dell’odio. Ad esempio, gli studi del professor Ernst Fehr dell’Università di Zurigo hanno rivelato che più del 40% delle decisioni che vengono prese nel mondo degli affari hanno come unico obiettivo la “vendetta” su un concorrente.
La stessa cosa accade con gli atti criminali. Più della metà di loro è commessa a causa del rancore accumulato verso qualcuno e da un espresso desiderio di vendicarsi. Mi costringe a presumere che una buona vendetta non esista.
Al di là dei suoi risultati, accade qualcosa di più inquietante, qualcosa di più rivelatore: diventiamo aggressori. In realtà perpetuiamo la deficienza morale della persona che originariamente ci ha ferito.
Sarebbe facile dire che la miglior vendetta non è vendicarsi perché è quello che detta la morale e il buon senso. Perché è quello che ci dicono i leader religiosi, spirituali e filosofici. Ma ora guardiamolo da un punto di vista puramente fisico e mentale.
Ad esempio, ti sei mai chiesto quale sia il profilo per le persone molto vendicative?
Come si evince da questo quadro, la vendetta o il desiderio di vendetta non hanno lati positivi. Questo impulso, questo bisogno, ti divora e fa sparire il buon senso.
Getti completamente via la tua possibilità di diventare una persona migliore e goderti la vita.
Nella vendetta non c’è altro che sofferenza e solitudine. Se una persona prova quel tipo di sentimento però, non è facile sconfiggerlo da soli. Occorre del tempo e forza interiore, un aiuto esterno può sicuramente essere la soluzione migliore per placare ire o rancori che se persistono dentro di te, possono diventare davvero letali per la tua vita.
Resto fedele alla mia conclusione: la miglior vendetta non è la vendetta. Se ci pensi andare avanti e mostrare alle persone che sei felice è la migliore vendetta di tutte.
Quando devi implorare amore, non è davvero amore, è una mancanza di dignità e rispetto per te stesso. Perché quando ami qualcuno, ti prendi cura di lui/lei e cerchi di impedire loro di provare dolore, se puoi. Quindi, se non ti proteggi dal “falso amore”, se non ti impedisci di provare dolore, allora non ti stai amando veramente.
Amare te stesso è il primo passo per amare pienamente, in modo da non cadere vittima di manipolazioni o maltrattamenti. L’errore è pensare che la sofferenza sia inevitabile in queste situazioni, ma non è vero.
E come si fa ad amare pienamente?
Disattivando il nostro “Ego”. L’ego ha una visione limitata della realtà e accetta solo il proprio punto di vista, il proprio modo di intendere il mondo e persino il proprio modo di amare. Poche cose possono essere più dannose e distruttive dell’egoismo , che si tratti di amicizia, lavoro o relazioni sentimentali.
All’ego piace che le cose siano come vuole, che il mondo sia organizzato secondo le proprie prospettive, secondo il proprio concetto personale di ciò che è buono e cattivo. Non ama le circostanze impreviste o spontanee, o le reazioni che sono fuori dal suo controllo o che esprimono la volontà di qualcun altro.
Per amare pienamente, dobbiamo disattivare il nostro ego, permettendo così agli altri di amarci liberamente, di essere persone con il loro libero arbitrio, e non nel modo in cui vogliamo che siano. L’amore offerto spontaneamente e pienamente è senza dubbio il tipo di amore più completo e autentico.
Le molte facce dell’egoismo
L’ego ha molte facce e sono sicura che tu ne conosca già alcune:
Usare la vittimizzazione come arma.
Cercare di essere riconosciuti per tutto ciò che si fa, si dice si esprime, senza mai considerare gli altri.
Opprimere per alleggerire il proprio ego.
Ricercare qualcuno da incolpare per i problemi o le situazioni che loro creano.
Rifiutarsi di essere spontanei, provare cose nuove o allontanarsi dalla routine.
Bloccare la crescita personale altrui.
Dobbiamo capire che l’ego ci fa disconnettere completamente dall’amore maturo. L’amore maturo viene offerto liberamente e completamente all’altra persona. Significa che abbiamo a cuore ciò che abbiamo in comune ma rispettiamo sempre la crescita personale di ciascuna parte.
Se il tuo partner è l’epitome dell’egoismo, stabilisci dei limiti fin dall’inizio e chiarisci che l’amore non è giudicare, controllare o riempire i propri vuoti e insicurezze attraverso la manipolazione. L’amore non grava su qualcuno. È crescita personale e completezza.
È necessario che smettiamo di fare ciò che il nostro ego vuole e iniziamo a goderci le cose mentre accadono. È solo allora che si risveglierà la nostra consapevolezza dell’amore, che farà spazio alla spontaneità ogni giorno, una libertà che non ha attaccamenti e dove ognuno ha il controllo di se stesso e, a sua volta, è parte di un piano comune.
Non possiamo dimenticare che molti di noi, in qualche modo, sono un po’ egoisti in termini emotivi. Tuttavia, tutto ha il suo equilibrio. Se lasciamo che l’ego agisca con tutta la sua intensità, non vedremo mai la realtà delle cose, ma piuttosto i nostri bisogni e i sentimenti negativi che creano.
Ogni essere umano è in grado di migliorare se stesso, rendendo impossibile per gli altri trarre vantaggio dai propri sentimenti e valutare se meritano di essere in una relazione che non fornisce loro felicità, divertimento o crescita.
Quando saluti una relazione con qualcuno che non ti ha amato, che non ti ha mostrato attenzione o affetto, devi rispettare il tuo periodo di dolore, ti devi dare spazio per capire cosa ti è successo.
Il dolore vissuto deve essere riflettuto e affrontato, perché l’angoscia di realizzare che l’altra persona non ti ama più, può farti sentire come se qualcosa ti stesse mangiando dall’interno. Potresti sentire che l’assenza di amore è un tradimento dei tuoi sentimenti e una presa in giro della tua capacità di amare.
Concediti dunque il tempo di arrabbiarti, di negare la realtà, di fantasticare, di essere inorridita/o, di cadere, di rinnegare e poi reclamare sia le parti di te che si sono rotte che quelle che rimangono intatte, per dare un senso alle emozioni contrastanti, ecc. .
Tutto questo è essenziale per amare te stessa/o, sentirti importante e valorizzarti. Alla fine, quando lasci andare qualcuno che non ti amava, inizi il processo di libertà emotiva, che implica la catarsi di dire addio al dolore. Che è una sensazione bellissima!
Devi solo avere gli strumenti necessari per affrontarla e non cadere in depressioni o affossamenti mentali. Nel mio percorso di Coaching “Separatamenteinsieme” affrontiamo proprio le dinamiche che si svolgono in situazioni come quella che ti sto raccontando. Alla fine riuscirai ad avere la forza di dire che quello che stai passando ora è stato bellissimo.. perchè ti HA RESO LIBERA/O EMOTIVAMENTE!
L’amore dovrebbe essere prontamente dimostrato; non dovresti elemosinarlo.
Se lo implori, ti sottoponi al peggior tipo di tortura: l’ indifferenza. L’indifferenza comporta uno squilibrio nella relazione ed è sostenuta dalle deboli fondamenta della relazione.
Niente ti apre gli occhi quando vuoi chiuderli come continue manifestazioni di disinteresse. E così ti rendi conto che non ogni “amore” è vero amore, e che solo perché vuoi qualcuno non significa che devi essere ricambiata/o. Affinché una coppia sia felice insieme, entrambi i membri devono ridere insieme, prendere decisioni insieme e amarsi.
Un amore basato su comportamenti sani, non solo sentimenti, può essere creato solo in assenza di bugie, scuse e disinteresse. Ci meritiamo di avere rapporti basati su apprezzamento, tempo condiviso e affetto reciproco.
Nessuno può renderti infelice senza il tuo consenso. Per costruire una relazione felice, devi amare te stesso, valorizzarti e credere di essere importante. In altre parole, dovresti dimostrare a te stesso che ti ami ogni giorno.
Una volta che imparerai ad amarti, smetterai di essere coinvolta/o con persone che non mostrano interesse per te. Smetterai di sottometterti alla tortura emotiva dell’indifferenza che ti schiaccia con messaggi ignorati e silenzi infondati.
Non importa chi ti delude, o se tu pensi che quello sia l’amore della tua vita o se anche non credi nell’amore eterno.
L’amore vero, essenziale, è l’amore per se stessi e, in base a questo sentimento, puoi valutare ciò che meriti e ciò che non meriti.
Se hai bisogno di supporto per affrontare una situazione sentimentale che non riesci a gestire, chiamami senza impegno e vedremo insieme come fare per renderti libera/o di amarti e amare.
Sebbene una separazione, la fine di una storia siano momenti dolorosi, sono anche un’opportunità. Quindi, dai a te stesso la possibilità di crescere e trasformarti.
Il dolore per l’assenza della persona amata dopo la fine di una relazione è reale. Tuttavia, una rottura è anche un’opportunità di crescita personale. Alcune persone nutrono la speranza che coloro che li hanno lasciati alla fine torneranno, ma di solito questo non accade.
Secondo la psicoterapeuta americana Katherine Woodward, che ha coniato il termine “separazione cosciente”, è necessario molto lavoro personale per concludere una relazione nei migliori termini possibili.
Ciò implica l’accettazione di errori e responsabilità e la consapevolezza delle dinamiche che hanno portato a questa situazione. Quindi, una rottura è un’opportunità di trasformazione, un punto di svolta da cui reindirizzare la tua vita.
“Il cambiamento non è una minaccia, è un’opportunità. L’obiettivo non è la sopravvivenza, lo è il successo trasformativo ” -Seth Godin-
Le società occidentali confinano l’amore nel regno delle relazioni romantiche . Chi non vuole trovare la propria “metà migliore”?
La domanda è: sai amare in tutta la sua libertà? O sei vittima di un attaccamento perpetuo e che crea dipendenza?
La fine di una relazione è un processo complesso perché devi chiudere un ciclo. Sarà difficile per te continuare con la tua vita se non lo fai. Inoltre, è importante tenere presente che, come in qualsiasi processo scomodo, sperimenterai un ottovolante emotivo di rabbia, tristezza, paura, ansia e dolore. Questo fa parte del processo di lutto.
Accettare la realtà rende possibile andare avanti e crescere. Come puoi vedere, ti permette di liberarti da quell’abito emotivo scomodo. Accetta la tua realtà, poiché hai molto da imparare da questa situazione emotiva.
Non avrai sempre abbastanza forza per affrontare questa situazione da solo/a. Per questo motivo ho creato il percorso di Coaching SeparatamenteInsieme, perchè anche se sei in fase di separazione non sei sola/o, potrò aiutarti ad affrontare questo tipo di situazione. Ti insegnerò a gestire le tue emozioni e ti allenerò mentalmente a trovare il modo più sano per andare avanti con la tua vita. Naturalmente, devi anche tenere presente che è importante per te fare affidamento sulla tua famiglia e sui tuoi amici.
Le convinzioni che hai e coltivi sull’amore e le relazioni sono un fattore determinante per superare una fine.
La maggior parte delle persone è stata educata dal punto di vista dell’amore romantico e crede veramente che l’amore faccia male. Ma questo è molto dannoso, poiché ti fa credere di essere un fallimento se non hai una relazione . Quante coppie stanno insieme anche se non sono felici, solo per evitare il giudizio?
Una rottura è un catalizzatore che ti spinge a diventare una versione migliore di te stesso.
Pensare che essere in una relazione sia l’unica cosa giusta da fare o un sacrificio non è salutare. Sì, a tutti piace sentirsi amati e amare, ma è anche possibile essere single, separati o divorziati e avere una vita amorosa appagante.
Quindi, forse è il momento di reimpostare le tue convinzioni sull’amore e le relazioni e affrontare le tue emozioni in relazione a questi problemi, specialmente quelli che causano dolore e disagio.
Accettare emozioni spiacevoli che derivano da una rottura di una storia ha una duplice importanza. Da un lato, è emotivamente impegnativo perché neghi la situazione. D’altra parte, inizierai a percorrere un sentiero che diventa più trasparente ed equilibrato una volta accettato.
Il processo di trasformazione dopo una rottura non è facile, ma nemmeno impossibile. Si tratta di apprendere una serie di abilità per gestire le emozioni, raggiungere un equilibrio emotivo e raggiungere il benessere fisico e mentale.
Sei pronta/o a fare una trasformazione?
” Tutti indossiamo una maschera e arriva il momento in cui non possiamo rimuoverla senza rimuovere la nostra pelle. ” (Anonimo)
Tutti noi indossiamo delle maschere e queste cambiano in base alla situazione o alla persona con cui stiamo interagendo. Ci comportiamo in modo diverso con i nostri amici, parenti o con estranei.
Le ragioni per le quali indossaiamo le maschere variano in base alle circostanze, ma ci sono ancora alcuni motivi comuni per cui tendiamo a nasconderci dietro di esse:
Indossare una maschera non è necessariamente negativo. Le persone possono usare le maschere per tirare fuori il lato migliore di se stessi in base alla situazione.
Il problema, tuttavia, sorge quando le persone diventano così abituate a indossare maschere che iniziano a dimenticare il loro vero sé. Quando iniziano a perdere la loro identità originale e la maschera diventa la loro nuova identità.
Sì, tutti indossiamo una maschera e sotto quella facciata risiede il nostro vero sé, che a volte noi stessi non riusciamo a riconoscere.
Cerchiamo tutti di nascondere quella “parte di noi” che non ci piace o che non vogliamo che il mondo veda perché temiamo il rifiuto.
“Da bambina ero impavida ma con un QI basso. Col tempo ho capito che la gente ha approfittato indebitamente della mia debolezza. L’unica via d’uscita era rappresentarmi come una donna “emotivamente forte”. Ho avuto successo nel nascondere il mio vero sé. Sono orgogliosa di dire che, mentre ho indossato la maschera, in tutti questi anni, ho contemporaneamente lavorato su me stessa per liberarmene e mantenere l’immagine che avevo creato di me stessa. E sì, sono migliorata notevolmente e non ho più bisogno di fingere di essere chi non sono.”(Anna)
Non è male indossare una maschera. Soprattutto nel mondo degli affari, delle imprese è estremamente essenziale. Ma nelle relazioni personali dovremmo stare attenti. Immagina, per un momento, un mondo in cui a nessuno importa quale auto guidi, quale borsa indossi o in quale lavoro fai.
Riesci a percepire la libertà? Ma questa non è la realtà, perché ci preoccupiamo delle maschere abituali che abbiamo sviluppato per soddisfare e impressionare gli altri. Forse, anche tu cambi le tue maschere così abitualmente che non ti accorgi nemmeno di farlo. Forse l’hai fatto per tutta la vita.
Quale maschera indossi?
Come ti senti riguardo al volto che stai raffigurando per il mondo? Sei veramente te stesso ?
Pensi di poter essere te , indipendentemente dalla situazione sociale in cui ti trovi?
Nella tua mente, raccogli tutte le persone che conosci e mettile in una stanza: amici, familiari, colleghi di lavoro e conoscenti. Tutti sono sicuramente mescolati con le loro maschere perfettamente posizionate. Ma poi, immagina che una forte raffica di vento entri nella stanza soffiando via tutte le maschere. È caos, i volti sono esposti, forse per la prima volta, con le loro rughe e tutto il resto.
Ora immagina che invece di usare questa vulnerabilità l’uno contro l’altro si dessero delle pacche sulle spalle, incoraggiando la loro unicità e sostenendosi a vicenda. Sarebbe bello? Come ti sentiresti?
Perché abbiamo tanta paura di essere autentici?
Anche quando le nostre maschere irritano la nostra pelle, e non possiamo rilassarci ed essere noi stessi, resistiamo ancora attaccati ad esse.
Questa performance epica è un’enorme perdita per le nostre menti, i nostri corpi e le nostre anime. È un atto difficile fingere costantemente di essere, o sentire di aver bisogno di essere, qualcun altro. Allo stesso modo, è molto rincuorante comportarsi regolarmente come se ti sentissi in un modo solo, quando ne senti un altro.
Diventare autentici è un processo per iniziare a conoscere noi stessi. Comprendere i tratti della nostra personalità, i comportamenti, i valori, le convinzioni, i bisogni, gli obiettivi e le motivazioni. Occorre arrivare ad avere il coraggio di riconoscere i propri limiti e abbracciare la nostra stessa vulnerabilità.
Fai una lista di parole che descrivono la persona che vuoi essere. Guarda in profondità e concentrati su chi sei, non su quello che fai. Sei appassionato, nerd, curioso, affettuoso?
Lo saprai quando avrai scoperto l’autenticità dei tuoi pensieri, delle tue convinzioni e le tue azioni arriveranno in profondità dall’interno e saranno resistenti alle pressioni esterne. Il risultato di questa autenticità è un autentico, silenzioso, vitalizzante appagamento e fiducia che resiste all’ ansia, all’ insicurezza e allo stress.
Indossare una maschera ci protegge dalla vulnerabilità.
Di seguito sono elencate cinque maschere comuni che indossiamo e teniamo nascoste nel nostro cassetto. È ora di tirarle fuori e ri-conoscerle.
Scorrendo su Facebook, Instagram mi viene voglia di alzarmi e battere le mani selvaggiamente. Che spettacolo vedere tutte quelle persone realizzate, felici, sempre in ordine, mai tristi. Wow. È quasi surreale…. Quasi .
Stiamo tutti esibendo tutto. Ogni minuto della nostra vita, facciamo finta che tutto è perfetto.
Esistono vari tipi di maschere. La spirituale, la superficiale, la fiduciosa, l’eccessivamente amichevole e tutte queste maschere sono solitamente avvolte in falsi sorrisi.
Alcuni sono una tale frode. La loro vita è lungi dall’essere perfetta, lontana dalle immagini rosee che postano. Essendo consci di questo, la loro autostima inizia a tremare, perché cominciano a sentire che la loro vita dev’ essere perfetta, dopo che hanno visto che quella di tutti gli altri lo è, o almeno sembra.
La maggior parte di noi è colpevole di questa facciata e sta facendo sì che molti amici e persone care si sentano senza speranza, vergognose e tristi anche se sono sicura che non è la reazione che sperano di far avere.
La vita di nessuno è stata perfetta, nonostante quello che vogliono tutti farci credere.
Perché non possiamo ammettere che siamo perfettamente imperfetti? Le nostre imperfezioni ci rendono umani, unici e riconoscibili.
La vita è vita, non sarà mai perfetta. Esporre il tuo vero sé, imperfetto ti apre in un mondo di relazioni più profonde, significative e di supporto.
Sono sbalordita da quante persone fingono di essere forti anche quando stanno cadendo a pezzi all’interno. Dall’esterno, sembrano tenere tutto insieme . Proprio come fai tu, Proprio come faccio io.
Ci destreggiamo tra tutti i nostri diversi ruoli, cercando di essere tutto per tutte le persone. Hai mai pensato che forse nemmeno loro sanno come affrontare le cose? Che forse, proprio come te, non sono sempre forti? Non tutti possono avere muscoli di Arnold Schwarzenegger.
Abbiamo tutti momenti in cui i nostri problemi li sentiamo grandi e la nostra fede sembra così piccola.
Anche noi arriviamo al quel punto di indossare la maschera, quando non riusciamo a fare un altro passo. Non c’è vergogna in questo, e non devi fingere di essere forte.
E la tua parte? Apri te stesso per amarti e sostenerti. Dì agli altri le tue paure, speranze e ferite. Le persone si preoccupano per te, le persone vogliono aiutarti.
Non è necessario essere più forti. Non hai bisogno di fingere che tutto vada bene.
Getta via quella maschera e lascia entrare gli altri.
“Siamo ciò che fingiamo di essere, quindi dobbiamo stare attenti a ciò che fingiamo di essere.” – Kurt Vonnegut
È piuttosto allettante sfidare le tue cose. Il problema è che è antipatico alle persone con cui ti relazioni.
Tutti vogliamo sentirci speciali. Forse insegnanti o genitori ti hanno lodato per essere stato un bambino “intelligente” a scuola, questo elogio è stato grandioso, e quindi vuoi continuare a riceverlo.
Improvvisamente essere “speciali” e “intelligenti” è molto importante. Questa necessità di convalida, continua fino all’età adulta, per alcuni.
Ciò porta a ciò che è noto come “la sindrome dell’impostore”, non una sindrome diagnosticata, ma un’etichetta per descrivere l’insicurezza che molte persone, specialmente chi deve dare dimostrazioni agli altri, sperimenta. È la sensazione di roderti nel sapere che dentro di te non sei perfetto o superiore – perché nessuno è – e questa sensazione ti rende nervoso, come se fossi sempre sul punto di essere “scoperto”.
Sentirsi speciali, influenti, preziosi o migliori di altri, può essere un sentimento incoraggiante e motivante, che non vuole dire che ti senti Albert Einstein, dopotutto lui ha sviluppato la teoria della relatività, ma che puoi evitare il fallimento e puoi evitare delusioni. Ci sarà sempre un “più intelligente” Albert Einstein in agguato nell’ombra, pronto ad espandere la sua scoperta della fisica quantistica.
Quando buttiamo via quella maschera e non mettiamo più l’accento sull’essere “speciali”, possiamo assaporare la libertà, possiamo essere semplicemente chiunque siamo realmente . Smettiamo di prosciugare le nostre energie mantenendo questo personaggio. Accresciamo la saggezza per capire che errori e fallimenti fanno parte dell’esperienza umana. Quando smetti di cercare te stesso e tutti quelli che ti circondano per le qualità “speciali” e “superiori” e inizi ad apprezzare l’umanità di base, sorgono naturalmente delle qualità speciali.
La superiorità è solo un’illusione. Non è reale, siamo tutti speciali e unici, ma anche tutti stranamente uguali. Perché non ascoltare invece di fingere di sapere tutto. Prendi spazio, contempla, pensa prima di parlare e sii umile. Offri agli altri la possibilità di parlare, sognare e fare pazzie.
La maggior parte delle persone vogliono essere apprezzate da tutti. “Sono una persona piacevole. Voglio avere la gente a favore a tutti i costi.” E se “a tutti i costi” sta sacrificando la mia libertà, non mi interessa.
Molti di noi temono che mettendo al primo posto i propri bisogni, allontaneranno quelli che li circondano e finiranno per sentirsi soli.
“Da piccolo ero sempre d’accordo con gli altri, non osavo dire di no, avevo paura di stare accanto alle persone e avevo una paura mortale del conflitto. Mi lamentavo spesso che le persone non mi trattavano bene o non restituivano la mia gentilezza, ma poi continuavo a dargliene comunque. Ero un tappetino.” ( Giovanni)
Se porti questa maschera è ora di lasciarla e andare avanti. Abbiamo tutti bisogno di essere apprezzati ma questo va fatto con i dovuti stratagemmi. In primis impara a dire di no. Togliti dal pilota automatico “sì”.
Essere uno “zerbino” può sembrare una zattera di sicurezza, specialmente se lo hai usato per buona parte della tua vita. Ma chiediti: per rendere felici gli altri, vale la pena non far felice me stesso/a?
“Mentre diventavo più consapevole delle abitudini piacevoli per me ,ho iniziato a prestare attenzione alla mia comunicazione abituale e ho iniziato a fare piccoli cambiamenti trovando il modo di dire “no” quando non volevo fare una cosa e questa sensazione mi fa sentire forte e libera”(Vanessa)
Togliti la maschera lentamente, inizia cambiando un’abitudine. Abbassa la richiesta di qualcuno o esprimi ciò che pensi veramente di una persona. Mettere le tue esigenze al primo posto, è l’unico modo per amare veramente te stessa/o e gli altri.
Questo è l’inizio del meraviglioso amor proprio che è alla tua portata, e puoi scegliere di migliorare rompendo le vecchie abitudini un po’per volta.
Il nonno di Heidi è un “vecchio scontroso”. Ringhia ai bambini che corrono sulla sua erba, brontola quando la posta non viene consegnata, non parla e si lamenta della vita in città.
Alcune persone sono semplicemente banali. Alcune persone amano mettere gli altri k.o e brontolare su ogni cosa.
Perché? Che scopo potrebbe avere questa maschera? Sappiamo tutti che il nonno di Heidi era buono e all’interno della maggior parte delle persone c’è la bontà d’animo.
Essere uno stronzo è un fattore di intimidazione, ma a meno che tu non sia l’esattore delle imposte, stai eccessivamente amplificando la mancanza di fiducia.
Il comportamento “macho”, il bullismo e l’aggressività sono spesso tentativi di proteggere una fragile autostima. Normalmente chi è stato ferito e porta questa maschera, si protegge dall’ imbarazzo, dalle ferite o dall’essere respinto di nuovo. Questa maschera è di solito un segno che qualcuno è solo, spaventato.
Ma indossare questa maschera in modo ironico, ti isola ancor di più dagli altri. Smetti di proiettare il tuo passato doloroso sulle persone.
Hai solo bisogno di un grande abbraccio.
Ciò a cui resisti, persiste. Indossare questa maschera è un segnale di avvertimento che qualcosa non è risolto in te stesso.
Carl Jung disse:
“Se non conosci e non possiedi gli aspetti più oscuri di te stesso, proietti i tuoi stessi elementi negativi rimossi su altre persone“.
Vuoi davvero attraversare la vita, inscatolato, spaventato e temuto?
Lascia un commento se ti va o contattami senza impegno se stai vivendo un momento di sconforto emotivo, lavorativo, familiare.. Non aver paura.. Ama-ti
Se vuoi essere in grado di far risplendere la tua luce interiore, il primo passo che devi fare è riconoscere i tuoi punti di forza personali. Sai quali sono i tuoi?
Di solito sei così concentrato su ciò che accade intorno a te che dimentichi il personaggio principale della tua storia: tu. In effetti, per riconoscere il tuo valore, devi prima riconoscere i tuoi punti di forza personali e rafforzarli ancora di più.
Conoscere i propri punti di forza e sapere come esprimerli, ha un grande impatto sulla tua vita. In effetti, ci sono molti vantaggi nell’usare i punti di forza personali: fisici, emotivi e spirituali. In effetti, aree diverse richiedono punti di forza diversi.
Le aree collegate al tuo benessere fisico ed emotivo includono il significato che dai alla tua vita, alle tue emozioni e relazioni positive, al tuo livello di impegno e ai tuoi risultati. In effetti, costituiscono la mappa che traccia la tua realtà, il tuo stato d’animo e il tuo livello di soddisfazione per la tua vita. Sei in grado di espandere diverse aree della tua mappa e crescere in modo positivo quando lavori proprio sui tuoi punti di forza personali.
Gli studi suggeriscono che concentrarsi sul riconoscimento dei propri punti di forza personali e sulla correzione dei loro difetti ha un effetto positivo sulla propria autostima accettazione di sé, costruzione degli obiettivi, resilienza e persino sulla salute fisica.
n effetti, sembrano esserci pochi dubbi sul fatto che i tuoi punti di forza ti portino al raggiungimento di questi obiettivi positivi. Vogliamo tutti raggiungere un senso di benessere.
Come esseri umani, abbiamo determinati pregiudizi cognitivi . Uno di questi è la tendenza a essere più influenzati da eventi negativi rispetto a quelli positivi.
Questo avviene in modo completamente automatico. In effetti, è una sfortunata verità che le emozioni e le esperienze negative tendono ad attaccarsi a te come la colla.
Lavorare sui tuoi punti di forza personali può aiutare a bilanciare questa equazione. Non c’è dubbio che le esperienze negative fanno parte della vita. Anzi, sono essenziali. Questo perché sono il modo in cui impari, ti motivi e pratichi diverse strategie per affrontarli. Tutto questo ti aiuta a crescere.
Le esperienze negative non ti definiscono. Inoltre, i tuoi punti di forza personali ti aiuteranno in future situazioni che si presenteranno e ti ricorderanno che hai le risorse disponibili per affrontare questo tipo di situazioni.
Usare con successo i tuoi punti di forza personali significa mantenere un maggior grado di controllo nelle situazioni critiche. Questi punti di forza sono direttamente correlati alle tue capacità di coping. Inoltre, rafforzano il tuo sistema immunitario psicologico contro la depressione.
Quando sei sicuro di avere questi strumenti a tua disposizione, puoi tollerare le situazioni incerte con molto più successo. Inoltre, avrai meno paura di correre rischi. Tuttavia, da dove inizi?
Il passato è un buon punto di partenza. Ti mostra dove e come sei stato in grado di superare difficoltà e con che mezzi lo hai fatto, si dice, infatti, che apprendiamo dal passato, giusto?
Ovviamente dovrai scegliere quale percorso seguire. Molte volte ci sono diversi percorsi tra cui scegliere. E’ necessario selezionare quello che meglio si adatta ai propri punti di forza personali.
È anche importante distinguere i tuoi punti di forza e il tuo talento. Un talento si riferisce a una predisposizione innata, mentre i punti di forza sono più legati al comportamento addestrato e appreso.
Martin Seligman ha offerto un inventario dei punti di forza dei personaggi nel VIA Inventory of Strengths. Questo misura il grado di ciascuno dei 24 punti di forza, organizzati in sei virtù o categorie.
Saggezza e conoscenza. Creatività, curiosità, apertura mentale, amore per l’apprendimento e prospettiva.
Coraggio. Coraggio, perseveranza, onestà e entusiasmo.
Umanità. Amore, gentilezza e intelligenza sociale.
Giustizia. Punti di forza civici come lavoro di squadra, correttezza e leadership.
Temperanza. Perdono, umiltà, prudenza e autoregolamentazione. Proteggono dagli eccessi.
Trascendenza. Apprezzamento per la bellezza, la gratitudine, la speranza, l’umorismo e la spiritualità. Danno senso alla vita.
Ogni individuo ha cinque punti di forza che lo caratterizzano. L’inventario di Seligman misura questi punti di forza personali. Pertanto, puoi prima riconoscerli e poi rafforzarli.
Sia la tua felicità che la luminosità della tua luce interiore dipendono da loro.
Se hai difficoltà a individuare i tuoi punti di forza, nei miei percorsi di Coaching parliamo anche di questo.
Perché non riesci a smettere di pensare al tuo ex partner? Sono passati un mese, sei mesi o anche un anno e la tua mente è ancora attaccata a qualcuno o a una relazione fallita. E quel che è peggio, questi ricordi continuano a condizionare il tuo presente. Perché succede questo? Che tipo di meccanismo mentale ti impedisce di andare avanti?
A volte, probabilmente, ti piacerebbe avere un pulsante che ti permetta semplicemente di cancellare determinati ricordi e sofferenze a tuo piacimento. Non sarebbe semplicemente fantastico insistere, abbassare l’intensità dei tuoi sentimenti e impedire a quella persona di occupare spazio nella tua mente in modo così invasivo e doloroso?
A volte, l’amore e il crepacuore si attaccano al tuo cervello, lasciando il posto a stati mentali ossessivi ed estenuanti.
Quasi tutti abbiamo incontrato una volta nella vita qualcuno che, nonostante viva male, non è in grado di lasciare una relazione dolorosa per sempre. Quella persona che, incapace di accettare la situazione, insegue quotidianamente i social del suo/a ex , soffrendo ad ogni nuovo post mentre l’altro va avanti con la propria vita o addirittura inizia una nuova relazione.
Cosa puoi fare se sta succedendo a te?
Molte persone vanno in terapia perché si sono rese conto di aver raggiunto uno stato estremo di stress psicologico, ossessione e esaurimento. Ecco perché sentono di aver bisogno di un aiuto professionale per smettere di pensare al loro ex partner. Queste situazioni possono davvero interferire con la vita quotidiana. Lavorare, godersi il tempo libero o pensare al futuro diventa una grande sfida per molti.
Nel tentativo di smettere di pensare al loro ex partner, alcune persone cercano di distrarsi con un nuovo hobby, sport o vedere amici. Altri iniziano una relazione nel vano tentativo di dimenticare, il cosidetto”chiodo schiaccia chiodo”. Purtroppo, altri cercano di dimenticare ricorrendo ad alcol, droghe e comportamenti autodistruttivi.
Queste situazioni presentano lo stesso meccanismo mentale di una dipendenza. Il cervello usa gli stessi meccanismi di chi non può smettere di fumare o gioca d’azzardo ogni giorno. Diamo un’occhiata al perché.
La metafora non è molto poetica, ma è comunque illustrativa. Alcuni amori diventano ossessioni. Ci fanno agire come un tossicodipendente che va a giocare ogni giorno. Quindi, una delle risposte al motivo per cui non puoi smettere di pensare al tuo ex partner risiede nel circuito di ricompensa cerebrale della dopamina.
Quando sei con il tuo partner e tutto va bene, i tuoi livelli di dopamina sono stabili. Ti senti soddisfatto e provi un senso di sicurezza, piacere e benessere. Tuttavia, quando c’è una separazione, la produzione di dopamina e norepinefrina viene drasticamente ridotta. Seguono disperazione e sintomi di astinenza.
Quello che dovresti fare è scappare, chiudere tutti i contatti, smettere di controllare i tuoi social network ed eliminare il loro numero dal tuo telefono. Più ti esponi o cerchi modi per avvicinarti al tuo ex partner, più rinforzi la tua dipendenza, la tua sindrome da astinenza e, quindi, la tua sofferenza.
L’antropologa Helen Fisher studia da decenni i meccanismi dell’amore (e del dolore). Una cosa che può far luce sul perché non riesci a smettere di pensare al tuo ex-partner è ciò che Fisher chiama “attrazione per la frustrazione”.
A volte, la separazione causa l’ossessione. Le persone spesso idealizzano ciò che hanno perso e hanno un maggiore bisogno di attaccamento. La stessa Helen Fisher lo descrive nel modo seguente: “L’ansia da separazione è come un cucciolo che viene tenuto lontano dalla madre. Corre in cerchio, abbaia e geme”.
Studi come quelli condotti presso l’Università di Graz (Austria) ci dicono che questa tendenza è più comune tra gli uomini. Sono loro che continuano a guardare le loro ex partner con affetto e molte volte pensano addirittura che sia possibile continuare la relazione. Le donne, in media, tendono a concentrarsi sugli aspetti più negativi per riaffermarsi alla fine di quel legame.
La cosa più appropriata da fare quando si lascia una relazione è razionalizzare le cause che l’hanno motivata. Se sei stato lasciato/a perchè l’altra persona ha deciso di porre fine alla relazione, vuole dire che non sei più amato/a. Anche se questo non definisce la tua amabilità, è qualcosa con cui devi prendere coscienza il prima possibile.
Ethan Ross, professore all’Università del Michigan, ha condotto uno studio in cui ha dimostrato che il cervello interpreta il rifiuto sociale e il crollo coniugale allo stesso modo di un’ustione. In altre parole, il dolore emotivo che soffriamo è simile al dolore fisico. Questo spiega anche perché è così difficile andare avanti e smettere di pensare all’ ex partner.
L’attaccamento, i ricordi del passato e l’impossibilità di venire a patti con la realtà alimentano il dolore. Lungi dall’essere alleviato giorno dopo giorno, il dolore diventa molto più acuto.
Dopo ogni rottura importante, devi piangere . Il pianto è una fase in cui si lascia spazio alla sofferenza e al dolore e, quindi, allo sfogo. Dopo la fase di dolore acuta, arriva l’accettazione. Questo è il passaggio finale, in cui ci distacchiamo dai ricordi, per crearne di nuovi. Dare il via a una nuova fase di vita piena di nuovi progetti e obiettivi è sempre l’opzione migliore.
Tuttavia, non esitate a chiedere aiuto ad esperti se vi accorgete che è impossibile per voi andare avanti, sanare la ferita e, soprattutto, lasciare indietro chi non pensa più a voi diventa di fondamentale importanza per il vostro benessere interiore, psichico e fisico.
SeparatamenteInsieme è il percorso che ho creato proprio per te, per sanare queste situazioni di malessere e dolore. Chiamami ti aspetto.
La gelosia narcisistica è molto intensa e distruttiva e causa molta sofferenza.
La gelosia nelle relazioni è un sentimento complesso associato alla passione e all’affetto. Tuttavia, può anche coinvolgere l’ego e il potere. La gelosia narcisistica è una delle sue tante varietà. In particolare, è caratterizzata dalla sua enfasi sull’ Io della persona.
Sappiamo che non ci sono garanzie sulla lunghezza delle relazioni. Normalmente uno dei due che è innamorato non vuole perdere il proprio partner e se esistono sospetti di una terza persona incomoda, scatta la gelosia.
Sentimento naturale dell’essere vivente, anche gli animali possiedono questo istinto,è una manifestazione di resistenza e insicurezza. Tuttavia, non è sempre così, poiché dietro questa sensazione può esserci qualche altro aspetto.
Finora vi ho descritto una situazione di gelosia “normale” e motivata . Tuttavia, la gelosia narcisistica è un’altra cosa.
In questi casi, la paura di perdere qualcuno che ami non è la preoccupazione principale, ma, piuttosto, la frustrazione di essere eliminato da una terza persona. Chi prova gelosia narcisistica sperimenterà anche rabbia per la felicità che il suo partner potrebbe provare con un’altra persona, non solo la pura gelosia fine a se stessa.
Infatti chi sperimenta quel tipo di gelosia soffre molto, ma non a causa della perdita della persona amata. Soffrono perché il loro ego è ferito e spesso trovano difficile distinguere l’uno dall’altro.
Piuttosto che essere feriti perché l ‘incomodo gli ha portato via l’amore della sua vita, sono tormentati dalla sensazione di aver perso una battaglia. Questo può suggerire che, in larga misura, si sono avvicinati alla relazione da una posizione di potere.
È chiaro che l’infedeltà infligge a tutti, in parte, una ferita narcisistica , soprattutto a causa dell’inganno che di solito comporta. Tuttavia, in condizioni normali, provoca sofferenza, rabbia e risentimento , ma alla fine può essere superata in due, o più modi: O la relazione finisce o la coppia cerca dialogo e risoluzione.
Nella gelosia narcisistica, questo non accade. Colui che la sperimenta non si fermerà fino a quando non “farà pagare all’altro” il reato. Si sentiranno in diritto di flagellare l’altra persona emotivamente e talvolta anche fisicamente. Non permetteranno loro di “farla franca” senza prima pagare un prezzo elevato.
Un narcisista non è una persona cattiva di per sé, ma ha bisogno di aiuto. La cosa triste è che raramente lo ammettono ed è per questo che la risoluzione dei conflitti è difficile. Inoltre, sono confusi e, allo stesso tempo, confondono il loro partner.
Di solito mostrano solidarietà e protezione, oltre che fascino e vitalità e in cambio, chiedono l’adorazione totale.
La gelosia narcisistica è tipica delle persone con una rottura fondamentale nel proprio ego . Si considerano in qualche modo carenti e compensano attribuendo un valore elevato a se stessi. Di solito non se ne rendono conto e tutto procede inconsciamente.
Quell’ego spezzato fa della gelosia un segno distintivo di chi sono. Non hanno bisogno di una terza persona in agguato per mostrare i loro sospetti e sfiducia. Inoltre, sono anche gelosi dei risultati e dei successi del loro partner. Vogliono che il loro partner non sia superiore a loro, o almeno che il loro partner li consideri la cosa più importante della loro vita.
La gelosia narcisistica ha anche un altro lato. Molto spesso, persone di questa natura cercano effettivamente di rendere geloso il loro partner . Di conseguenza, non è raro che flirtino proprio sotto il naso di chi li ama davvero. Oppure, in casi estremi, possono anche essere infedeli e lasciare indizi evidenti per essere “catturati”.
Creando gelosia nel loro partner, ottengono qualcosa di cui hanno bisogno: renderli insicuri. La speranza è che questa sfiducia induca il partner a concentrarsi maggiormente su di loro, ed è quello che amano.
Coloro che provano gelosia narcisistica spesso cercano di creare gelosia nel loro partner. È il tipico caso del: “Non fare agli altri ciò che non vuoi che facciano a te”
Spesso lo fanno in previsione di ciò che il loro partner potrebbe fare loro , evitando così potenziali danni al proprio ego. Inoltre, è solo un altro modo per dimostrare che hanno il controllo della relazione.
Se stai vivendo una relazione simile, e non stai bene, fai attenzione prima che sia tardi. Se hai voglia di condividere la tua esperienza qui sotto, sarò felice di darti la mia opinione e il mio supporto. Altrimenti scrivimi in privato o chiamami se hai bisogno di aiuto.
Ti amo perché ho bisogno di te.
L’amore immaturo è una trappola che nasce dalla necessità individuale. È tua responsabilità sviluppare un amore maturo che ti permetterà di costruire relazioni felici. Ti mostrerò come fare.
Tutti abbiamo intrapreso (o dovremmo intraprendere) quel viaggio emotivo da una dimensione all’altra. È una transizione necessaria che avviene come risultato di apprendimento, autocoscienza e responsabilità. Tuttavia, questa opera d’arte psicologica dell’amore maturo non è facile. Quelli che si attengono alla necessità dell’altro/a e alla trappola dell’aderenza, abbondano.
Erich Fromm è stato il primo a parlare di queste categorie di relazioni. Nella sua celebre opera The Art of Loving , ha insegnato, tra le altre cose, che niente può essere più dannoso dell’amare senza sapere come amare o senza comprendere i pilastri di questo sentimento eccezionale.
A causa di questa mancanza di conoscenza, molti costruiscono relazioni dannose, aprendo ferite per se stessi e per gli altri e causando dolore che richiede tempo per guarire.
Coloro che mostrano amore immaturo non capiscono il motivo dei loro fallimenti. Perché? Perché costruire un legame sano, maturo e consapevole con qualcuno richiede coraggio e senso di responsabilità personale . Ma coloro che considerano l’amore una necessità e come qualcosa per riempire il proprio vuoto emotivo tendono a incolpare l’altra persona perché “nessuno la ama davvero come merita”.
Diamo uno sguardo più da vicino.
Nonostante l’amore sia un sentimento che tutti possono provare, in realtà non è una dimensione adatta a tutti.
Come mai di un’affermazione così provocatoria? Sebbene l’amore sia una delle realtà più potenti e belle che puoi sperimentare, il tipo sbagliato di amore può distruggere e annientare . Lo dico anche perché oggi continuano ad abbondare idee antiquate e sbagliate, come l’idea di convalidare l’amore romantico nel mezzo del 21 ° secolo.
Inoltre, molti accumulano una relazione fallita dopo l’altra perché ancora non capiscono che per amare, devi prima amare te stesso . L’amore maturo richiede anche molta umiltà, coraggio e conoscenza.
Tuttavia, il cervello tende naturalmente ad essere dominato dall’attrazione, dalla passione e dal desiderio ardente di stare con qualcuno. Consapevoli di questo, non c’è sempre tempo per imparare le regole del sano amore. Il tipo di amore che non fa male, il tipo in cui nessuno dei due finisce per essere la vittima o un bullo emotivo.
Voglio regalarvi alcune delle principali differenze tra amore immaturo e maturo.
Il problema principale delle persone che sono caratterizzate da un amore immaturo è che non si sentono mai amate come vogliono essere amate . Si sentono costantemente insoddisfatti e traditi. La loro è una storia di continui fallimenti, dove sono delusi perché nessuno può riconoscerli o comprenderli
Il viaggio tra l’amore immaturo e quello maturo è personale. È un percorso che tutti devono intraprendere per diventare competenti nel campo dell’amore. Significa passare da una carenza a un’abbondanza. Dal sentirsi privati al sentirsi soddisfatti. Perché? Perché chi ama in modo maturo non ha bisogno di trovare un partner per sentirsi felice, si sente completo da solo .
Anche questo tipo di persona non cerca né desidera ricevere nulla da un altro. Questo perché tutto ciò che l’amore immaturo si aspetta, la persona matura ha già e fornisce a se stesso, come riconoscimento, sicurezza, autostima , ecc.
Quindi, quando questo tipo di persona stabilisce una relazione affettuosa, lo fa per desiderio e mai per necessità. Il loro obiettivo è trovare un altro significativo con cui condividere il viaggio di vita.
Entrambi sono persone libere e soddisfatte che si scelgono a vicenda per costruire una relazione basata sulla felicità e sulla condivisione.
Nessuno passa automaticamente dall’uno all’altro solo invecchiando. La maturità emotiva non arriva con l’età o con la sofferenza. Inoltre, alcuni passano da una delusione a un’altra senza rendersi conto che i loro problemi derivano da un amore immaturo.
Come puoi sviluppare, quindi, buone basi per un amore maturo, consapevole e appagante? Ecco alcune aree chiave su cui riflettere.
L’amor proprio, l’autostima e il lasciar andare la paura di essere soli sono le chiavi che costituiscono le basi su cui costruire relazioni sane.
Il tipo di legami affettuosi che durano e che fanno dell’amore un viaggio di crescita e scoperta. Il tipo di amore che mette da parte paure, bisogni e vuoti per creare un rifugio dove il dolore non esiste.
Come vivi il tuo amore? Immaturo o maturo? Riesci ad amare te stesso?
Fammi sapere come ti senti, è per me importante, grazie!
Le routine ci proteggono così tanto che a volte possono diventare una vera prigione.
Stabilirli ci impedisce di prendere centinaia di decisioni quotidiane che dovremmo prendere se non avessimo stabilito dogane fisse. Ma instillano anche in noi un modo di fare le cose che si traduce in uno schema di pensieri e sentimenti che non cambiano.
Il prezzo delle routine può essere molto alto. Sì: sono necessari e un modo pratico per gestire la vita di tutti i giorni. Ma allo stesso tempo e impercettibilmente, diventano un modo di vivere in cui ti nascondi e inizi a temere il cambiamento.
“Ci sono mali violenti che ci contraddistinguono, ma i mali sordi, insistenti, tollerabili; quelli che fanno parte della nostra routine e che attraversiamo attentamente come il tempo. “
-Emil Cioran-
È normale per noi trovare persone che vivono immerse in una carreggiata, ma che lo negano continuamente. Sospirano, afferrano la testa e dicono che sono annoiati perché tutto è sempre uguale. Tuttavia, non sentono di avere la forza di dire “abbastanza”.
Pertanto, è necessaria una buona dose di coraggio per superare la dittatura delle routine . Inoltre, una motivazione importante e sufficiente fiducia in se stessi sono essenziali per essere in grado di rompere il modello e andare oltre nel percorso dell’incertezza.
La cosa peggiore di stabilire routine e mantenerle è che ti desensibilizzi senza accorgertene . Non è che smetti di provare, ma finisci per classificare ciò che senti. Inizi ad avere la percezione che tutto ciò che non è familiare è pericoloso. Le novità e le differenze diventano una specie di minaccia.
La routine è un’impalcatura composta da molti pezzi. Spazia da come gestisci le tue solite ore e raggiunge tutte le tue concezioni del mondo. Finisci per pensare che devi sentire, pensare e agire in un solo modo. Capisci già tutta la realtà e che ci sono troppe domande.
La routine diminuisce la tua curiosità e diminuisce la tua capacità di essere sorpreso . Ma soprattutto ti rende sordo e cieco nei confronti del tuo potenziale. Finisci per credere di fare solo ciò che puoi fare e che sarebbe impossibile per te agire o vivere diversamente.
Il risultato è uno stato di sonnolenza. Con la routine vivi con la funzione di “svolgere” e non evolvere o essere felice. E la parte peggiore è che inizi a vedere la routine come il tuo grande risultato e hai paura di tutto ciò che potrebbe alterarla.
Vivere con passione è un vero dono, che molti non possono o non apprezzeranno . Significa sentire un sincero interesse per il posto di lavoro. Un vero amore per le persone con cui interagisci. È un vero entusiasmo per i piani per il futuro e tutto ciò che deve essere fatto.
Perché allora così tante persone vedono passare la vita davanti ai loro occhi e cercano di “bruciare il tempo” invece di vivere intensamente? C’è solo una risposta: la paura . Ti impedisce di affrontare le novità, l’ignoto e le sfide.
Il cambiamento è proprio questo: una sfida . Verso le convenzioni, i costumi, la sicurezza che ci fa fare la stessa cosa ancora e ancora per non dover pensare troppo. Anche quando la routine è irta di situazioni spiacevoli, molti la tollerano a causa di una maggiore paura del cambiamento. Ciò richiederebbe loro di lasciare la propria zona di comfort e affinare le proprie capacità per affrontare situazioni sconosciute.
Ogni persona dovrebbe fare quello che vuole fare, come vuole, con chiunque e dovunque. Perché qualcuno dovrebbe rinunciare alla possibilità di lavorare o vivere come vuole , semplicemente per paura del cambiamento.
Certo, nessuno può inviare tutto all’inferno dall’oggi al domani. Bene, in realtà sì, puoi, ma potresti aver bisogno di un processo molto più lento per raggiungere questo obiettivo. La verità è che non è sempre appropriato staccarsi da tutto, ma abbastanza per recuperare un po ‘di spazio per essere se stessi . Come si inizia? Cosa fai per uscire da queste routine che ti imprigionano?