Sei una persona autodistruttiva? 7 Segnali di allarme.
Nella storia degli uomini ogni atto di distruzione incontra, prima o poi, una risposta con un atto di creazione. -Eduardo Galeano-
Nella storia degli uomini ogni atto di distruzione incontra, prima o poi, una risposta con un atto di creazione. -Eduardo Galeano-
La miglior vendetta non è la vendetta. La miglior vendetta è sorridere all’odio. Imparare a soffocare la tua rabbia e mostrare agli altri che puoi essere felice. Perché non c’è strategia migliore che agire con calma e saggezza andando avanti, con uno sguardo fermo e un cuore pacifico, sapendo che non è necessario portare quel peso. Confucio disse saggiamente che prima di intraprendere un viaggio di vendetta, occorre scavare due fosse. Una per te e una per il tuo avversario.
Ma sfortunatamente, la vendetta sembra essere ancora molto”attraente”per l’essere umano. Molti clienti che vengono al percorso Separatamenteinsieme sono molto astiosi verso il partner e hanno questa voglia di vendicarsi per il male subito. Però qualcuno di particolarmente saggio diceva :
Ho usato la parola, “attrazione” , per una ragione precisa. Si perchè è un comportamento umano, lo sappiamo. In effetti, una cosa che scrittori e produttori cinematografici sanno bene è che la vendetta ci affascina. Attenzione,però, che la vendetta è come una medicina: aiuta a piccole dosi, ma se consumata in quantità elevate può ucciderci.
Edmond Dantès, il conte di Montecristo, è un ottimo esempio letterario. Ci ha insegnato che la miglior vendetta è servita fredda, senza fretta e perfettamente calcolata. Agatha Christie, nel frattempo, ci ha portato in un complotto complesso e altrettanto violento in “E poi non c’era nessuno” per insegnarci che il male dovrebbe essere adeguatamente vendicato.
La vendetta ci attrae e talvolta la giustifichiamo anche. Tuttavia, quali sono i processi mentali alla base?
La maggior parte di noi a un certo punto della propria vita si è sentita così addolorata, ferita e offesa che l’ombra di quella figura amara, ma quasi sempre allettante, ci è passata per la mente: la vendetta.
Le nostre bussole morali deviano di alcuni gradi e immaginiamo modi in cui possiamo dare loro un assaggio della loro stessa medicina.
Una cosa che dovrebbe essere chiara fin dall’inizio e che ci ricorda lo psichiatra Massimo Picozzi un grande esperto di comportamenti criminali – è che la vendetta ha poco a che fare con la moralità.
La vendetta è un impulso; è la catarsi della rabbia e dell’odio. Ad esempio, gli studi del professor Ernst Fehr dell’Università di Zurigo hanno rivelato che più del 40% delle decisioni che vengono prese nel mondo degli affari hanno come unico obiettivo la “vendetta” su un concorrente.
La stessa cosa accade con gli atti criminali. Più della metà di loro è commessa a causa del rancore accumulato verso qualcuno e da un espresso desiderio di vendicarsi. Mi costringe a presumere che una buona vendetta non esista.
Al di là dei suoi risultati, accade qualcosa di più inquietante, qualcosa di più rivelatore: diventiamo aggressori. In realtà perpetuiamo la deficienza morale della persona che originariamente ci ha ferito.
Sarebbe facile dire che la miglior vendetta non è vendicarsi perché è quello che detta la morale e il buon senso. Perché è quello che ci dicono i leader religiosi, spirituali e filosofici. Ma ora guardiamolo da un punto di vista puramente fisico e mentale.
Ad esempio, ti sei mai chiesto quale sia il profilo per le persone molto vendicative?
Come si evince da questo quadro, la vendetta o il desiderio di vendetta non hanno lati positivi. Questo impulso, questo bisogno, ti divora e fa sparire il buon senso.
Getti completamente via la tua possibilità di diventare una persona migliore e goderti la vita.
Nella vendetta non c’è altro che sofferenza e solitudine. Se una persona prova quel tipo di sentimento però, non è facile sconfiggerlo da soli. Occorre del tempo e forza interiore, un aiuto esterno può sicuramente essere la soluzione migliore per placare ire o rancori che se persistono dentro di te, possono diventare davvero letali per la tua vita.
Resto fedele alla mia conclusione: la miglior vendetta non è la vendetta. Se ci pensi andare avanti e mostrare alle persone che sei felice è la migliore vendetta di tutte.
Quando devi implorare amore, non è davvero amore, è una mancanza di dignità e rispetto per te stesso. Perché quando ami qualcuno, ti prendi cura di lui/lei e cerchi di impedire loro di provare dolore, se puoi. Quindi, se non ti proteggi dal “falso amore”, se non ti impedisci di provare dolore, allora non ti stai amando veramente.
Amare te stesso è il primo passo per amare pienamente, in modo da non cadere vittima di manipolazioni o maltrattamenti. L’errore è pensare che la sofferenza sia inevitabile in queste situazioni, ma non è vero.
E come si fa ad amare pienamente?
Disattivando il nostro “Ego”. L’ego ha una visione limitata della realtà e accetta solo il proprio punto di vista, il proprio modo di intendere il mondo e persino il proprio modo di amare. Poche cose possono essere più dannose e distruttive dell’egoismo , che si tratti di amicizia, lavoro o relazioni sentimentali.
All’ego piace che le cose siano come vuole, che il mondo sia organizzato secondo le proprie prospettive, secondo il proprio concetto personale di ciò che è buono e cattivo. Non ama le circostanze impreviste o spontanee, o le reazioni che sono fuori dal suo controllo o che esprimono la volontà di qualcun altro.
Per amare pienamente, dobbiamo disattivare il nostro ego, permettendo così agli altri di amarci liberamente, di essere persone con il loro libero arbitrio, e non nel modo in cui vogliamo che siano. L’amore offerto spontaneamente e pienamente è senza dubbio il tipo di amore più completo e autentico.
Le molte facce dell’egoismo
L’ego ha molte facce e sono sicura che tu ne conosca già alcune:
Usare la vittimizzazione come arma.
Cercare di essere riconosciuti per tutto ciò che si fa, si dice si esprime, senza mai considerare gli altri.
Opprimere per alleggerire il proprio ego.
Ricercare qualcuno da incolpare per i problemi o le situazioni che loro creano.
Rifiutarsi di essere spontanei, provare cose nuove o allontanarsi dalla routine.
Bloccare la crescita personale altrui.
Dobbiamo capire che l’ego ci fa disconnettere completamente dall’amore maturo. L’amore maturo viene offerto liberamente e completamente all’altra persona. Significa che abbiamo a cuore ciò che abbiamo in comune ma rispettiamo sempre la crescita personale di ciascuna parte.
Se il tuo partner è l’epitome dell’egoismo, stabilisci dei limiti fin dall’inizio e chiarisci che l’amore non è giudicare, controllare o riempire i propri vuoti e insicurezze attraverso la manipolazione. L’amore non grava su qualcuno. È crescita personale e completezza.
È necessario che smettiamo di fare ciò che il nostro ego vuole e iniziamo a goderci le cose mentre accadono. È solo allora che si risveglierà la nostra consapevolezza dell’amore, che farà spazio alla spontaneità ogni giorno, una libertà che non ha attaccamenti e dove ognuno ha il controllo di se stesso e, a sua volta, è parte di un piano comune.
Non possiamo dimenticare che molti di noi, in qualche modo, sono un po’ egoisti in termini emotivi. Tuttavia, tutto ha il suo equilibrio. Se lasciamo che l’ego agisca con tutta la sua intensità, non vedremo mai la realtà delle cose, ma piuttosto i nostri bisogni e i sentimenti negativi che creano.
Ogni essere umano è in grado di migliorare se stesso, rendendo impossibile per gli altri trarre vantaggio dai propri sentimenti e valutare se meritano di essere in una relazione che non fornisce loro felicità, divertimento o crescita.
Quando saluti una relazione con qualcuno che non ti ha amato, che non ti ha mostrato attenzione o affetto, devi rispettare il tuo periodo di dolore, ti devi dare spazio per capire cosa ti è successo.
Il dolore vissuto deve essere riflettuto e affrontato, perché l’angoscia di realizzare che l’altra persona non ti ama più, può farti sentire come se qualcosa ti stesse mangiando dall’interno. Potresti sentire che l’assenza di amore è un tradimento dei tuoi sentimenti e una presa in giro della tua capacità di amare.
Concediti dunque il tempo di arrabbiarti, di negare la realtà, di fantasticare, di essere inorridita/o, di cadere, di rinnegare e poi reclamare sia le parti di te che si sono rotte che quelle che rimangono intatte, per dare un senso alle emozioni contrastanti, ecc. .
Tutto questo è essenziale per amare te stessa/o, sentirti importante e valorizzarti. Alla fine, quando lasci andare qualcuno che non ti amava, inizi il processo di libertà emotiva, che implica la catarsi di dire addio al dolore. Che è una sensazione bellissima!
Devi solo avere gli strumenti necessari per affrontarla e non cadere in depressioni o affossamenti mentali. Nel mio percorso di Coaching “Separatamenteinsieme” affrontiamo proprio le dinamiche che si svolgono in situazioni come quella che ti sto raccontando. Alla fine riuscirai ad avere la forza di dire che quello che stai passando ora è stato bellissimo.. perchè ti HA RESO LIBERA/O EMOTIVAMENTE!
L’amore dovrebbe essere prontamente dimostrato; non dovresti elemosinarlo.
Se lo implori, ti sottoponi al peggior tipo di tortura: l’ indifferenza. L’indifferenza comporta uno squilibrio nella relazione ed è sostenuta dalle deboli fondamenta della relazione.
Niente ti apre gli occhi quando vuoi chiuderli come continue manifestazioni di disinteresse. E così ti rendi conto che non ogni “amore” è vero amore, e che solo perché vuoi qualcuno non significa che devi essere ricambiata/o. Affinché una coppia sia felice insieme, entrambi i membri devono ridere insieme, prendere decisioni insieme e amarsi.
Un amore basato su comportamenti sani, non solo sentimenti, può essere creato solo in assenza di bugie, scuse e disinteresse. Ci meritiamo di avere rapporti basati su apprezzamento, tempo condiviso e affetto reciproco.
Nessuno può renderti infelice senza il tuo consenso. Per costruire una relazione felice, devi amare te stesso, valorizzarti e credere di essere importante. In altre parole, dovresti dimostrare a te stesso che ti ami ogni giorno.
Una volta che imparerai ad amarti, smetterai di essere coinvolta/o con persone che non mostrano interesse per te. Smetterai di sottometterti alla tortura emotiva dell’indifferenza che ti schiaccia con messaggi ignorati e silenzi infondati.
Non importa chi ti delude, o se tu pensi che quello sia l’amore della tua vita o se anche non credi nell’amore eterno.
L’amore vero, essenziale, è l’amore per se stessi e, in base a questo sentimento, puoi valutare ciò che meriti e ciò che non meriti.
Se hai bisogno di supporto per affrontare una situazione sentimentale che non riesci a gestire, chiamami senza impegno e vedremo insieme come fare per renderti libera/o di amarti e amare.
” Tutti indossiamo una maschera e arriva il momento in cui non possiamo rimuoverla senza rimuovere la nostra pelle. ” (Anonimo)
Tutti noi indossiamo delle maschere e queste cambiano in base alla situazione o alla persona con cui stiamo interagendo. Ci comportiamo in modo diverso con i nostri amici, parenti o con estranei.
Le ragioni per le quali indossaiamo le maschere variano in base alle circostanze, ma ci sono ancora alcuni motivi comuni per cui tendiamo a nasconderci dietro di esse:
Indossare una maschera non è necessariamente negativo. Le persone possono usare le maschere per tirare fuori il lato migliore di se stessi in base alla situazione.
Il problema, tuttavia, sorge quando le persone diventano così abituate a indossare maschere che iniziano a dimenticare il loro vero sé. Quando iniziano a perdere la loro identità originale e la maschera diventa la loro nuova identità.
Sì, tutti indossiamo una maschera e sotto quella facciata risiede il nostro vero sé, che a volte noi stessi non riusciamo a riconoscere.
Cerchiamo tutti di nascondere quella “parte di noi” che non ci piace o che non vogliamo che il mondo veda perché temiamo il rifiuto.
“Da bambina ero impavida ma con un QI basso. Col tempo ho capito che la gente ha approfittato indebitamente della mia debolezza. L’unica via d’uscita era rappresentarmi come una donna “emotivamente forte”. Ho avuto successo nel nascondere il mio vero sé. Sono orgogliosa di dire che, mentre ho indossato la maschera, in tutti questi anni, ho contemporaneamente lavorato su me stessa per liberarmene e mantenere l’immagine che avevo creato di me stessa. E sì, sono migliorata notevolmente e non ho più bisogno di fingere di essere chi non sono.”(Anna)
Non è male indossare una maschera. Soprattutto nel mondo degli affari, delle imprese è estremamente essenziale. Ma nelle relazioni personali dovremmo stare attenti. Immagina, per un momento, un mondo in cui a nessuno importa quale auto guidi, quale borsa indossi o in quale lavoro fai.
Riesci a percepire la libertà? Ma questa non è la realtà, perché ci preoccupiamo delle maschere abituali che abbiamo sviluppato per soddisfare e impressionare gli altri. Forse, anche tu cambi le tue maschere così abitualmente che non ti accorgi nemmeno di farlo. Forse l’hai fatto per tutta la vita.
Quale maschera indossi?
Come ti senti riguardo al volto che stai raffigurando per il mondo? Sei veramente te stesso ?
Pensi di poter essere te , indipendentemente dalla situazione sociale in cui ti trovi?
Nella tua mente, raccogli tutte le persone che conosci e mettile in una stanza: amici, familiari, colleghi di lavoro e conoscenti. Tutti sono sicuramente mescolati con le loro maschere perfettamente posizionate. Ma poi, immagina che una forte raffica di vento entri nella stanza soffiando via tutte le maschere. È caos, i volti sono esposti, forse per la prima volta, con le loro rughe e tutto il resto.
Ora immagina che invece di usare questa vulnerabilità l’uno contro l’altro si dessero delle pacche sulle spalle, incoraggiando la loro unicità e sostenendosi a vicenda. Sarebbe bello? Come ti sentiresti?
Perché abbiamo tanta paura di essere autentici?
Anche quando le nostre maschere irritano la nostra pelle, e non possiamo rilassarci ed essere noi stessi, resistiamo ancora attaccati ad esse.
Questa performance epica è un’enorme perdita per le nostre menti, i nostri corpi e le nostre anime. È un atto difficile fingere costantemente di essere, o sentire di aver bisogno di essere, qualcun altro. Allo stesso modo, è molto rincuorante comportarsi regolarmente come se ti sentissi in un modo solo, quando ne senti un altro.
Diventare autentici è un processo per iniziare a conoscere noi stessi. Comprendere i tratti della nostra personalità, i comportamenti, i valori, le convinzioni, i bisogni, gli obiettivi e le motivazioni. Occorre arrivare ad avere il coraggio di riconoscere i propri limiti e abbracciare la nostra stessa vulnerabilità.
Fai una lista di parole che descrivono la persona che vuoi essere. Guarda in profondità e concentrati su chi sei, non su quello che fai. Sei appassionato, nerd, curioso, affettuoso?
Lo saprai quando avrai scoperto l’autenticità dei tuoi pensieri, delle tue convinzioni e le tue azioni arriveranno in profondità dall’interno e saranno resistenti alle pressioni esterne. Il risultato di questa autenticità è un autentico, silenzioso, vitalizzante appagamento e fiducia che resiste all’ ansia, all’ insicurezza e allo stress.
Indossare una maschera ci protegge dalla vulnerabilità.
Di seguito sono elencate cinque maschere comuni che indossiamo e teniamo nascoste nel nostro cassetto. È ora di tirarle fuori e ri-conoscerle.
Scorrendo su Facebook, Instagram mi viene voglia di alzarmi e battere le mani selvaggiamente. Che spettacolo vedere tutte quelle persone realizzate, felici, sempre in ordine, mai tristi. Wow. È quasi surreale…. Quasi .
Stiamo tutti esibendo tutto. Ogni minuto della nostra vita, facciamo finta che tutto è perfetto.
Esistono vari tipi di maschere. La spirituale, la superficiale, la fiduciosa, l’eccessivamente amichevole e tutte queste maschere sono solitamente avvolte in falsi sorrisi.
Alcuni sono una tale frode. La loro vita è lungi dall’essere perfetta, lontana dalle immagini rosee che postano. Essendo consci di questo, la loro autostima inizia a tremare, perché cominciano a sentire che la loro vita dev’ essere perfetta, dopo che hanno visto che quella di tutti gli altri lo è, o almeno sembra.
La maggior parte di noi è colpevole di questa facciata e sta facendo sì che molti amici e persone care si sentano senza speranza, vergognose e tristi anche se sono sicura che non è la reazione che sperano di far avere.
La vita di nessuno è stata perfetta, nonostante quello che vogliono tutti farci credere.
Perché non possiamo ammettere che siamo perfettamente imperfetti? Le nostre imperfezioni ci rendono umani, unici e riconoscibili.
La vita è vita, non sarà mai perfetta. Esporre il tuo vero sé, imperfetto ti apre in un mondo di relazioni più profonde, significative e di supporto.
Sono sbalordita da quante persone fingono di essere forti anche quando stanno cadendo a pezzi all’interno. Dall’esterno, sembrano tenere tutto insieme . Proprio come fai tu, Proprio come faccio io.
Ci destreggiamo tra tutti i nostri diversi ruoli, cercando di essere tutto per tutte le persone. Hai mai pensato che forse nemmeno loro sanno come affrontare le cose? Che forse, proprio come te, non sono sempre forti? Non tutti possono avere muscoli di Arnold Schwarzenegger.
Abbiamo tutti momenti in cui i nostri problemi li sentiamo grandi e la nostra fede sembra così piccola.
Anche noi arriviamo al quel punto di indossare la maschera, quando non riusciamo a fare un altro passo. Non c’è vergogna in questo, e non devi fingere di essere forte.
E la tua parte? Apri te stesso per amarti e sostenerti. Dì agli altri le tue paure, speranze e ferite. Le persone si preoccupano per te, le persone vogliono aiutarti.
Non è necessario essere più forti. Non hai bisogno di fingere che tutto vada bene.
Getta via quella maschera e lascia entrare gli altri.
“Siamo ciò che fingiamo di essere, quindi dobbiamo stare attenti a ciò che fingiamo di essere.” – Kurt Vonnegut
È piuttosto allettante sfidare le tue cose. Il problema è che è antipatico alle persone con cui ti relazioni.
Tutti vogliamo sentirci speciali. Forse insegnanti o genitori ti hanno lodato per essere stato un bambino “intelligente” a scuola, questo elogio è stato grandioso, e quindi vuoi continuare a riceverlo.
Improvvisamente essere “speciali” e “intelligenti” è molto importante. Questa necessità di convalida, continua fino all’età adulta, per alcuni.
Ciò porta a ciò che è noto come “la sindrome dell’impostore”, non una sindrome diagnosticata, ma un’etichetta per descrivere l’insicurezza che molte persone, specialmente chi deve dare dimostrazioni agli altri, sperimenta. È la sensazione di roderti nel sapere che dentro di te non sei perfetto o superiore – perché nessuno è – e questa sensazione ti rende nervoso, come se fossi sempre sul punto di essere “scoperto”.
Sentirsi speciali, influenti, preziosi o migliori di altri, può essere un sentimento incoraggiante e motivante, che non vuole dire che ti senti Albert Einstein, dopotutto lui ha sviluppato la teoria della relatività, ma che puoi evitare il fallimento e puoi evitare delusioni. Ci sarà sempre un “più intelligente” Albert Einstein in agguato nell’ombra, pronto ad espandere la sua scoperta della fisica quantistica.
Quando buttiamo via quella maschera e non mettiamo più l’accento sull’essere “speciali”, possiamo assaporare la libertà, possiamo essere semplicemente chiunque siamo realmente . Smettiamo di prosciugare le nostre energie mantenendo questo personaggio. Accresciamo la saggezza per capire che errori e fallimenti fanno parte dell’esperienza umana. Quando smetti di cercare te stesso e tutti quelli che ti circondano per le qualità “speciali” e “superiori” e inizi ad apprezzare l’umanità di base, sorgono naturalmente delle qualità speciali.
La superiorità è solo un’illusione. Non è reale, siamo tutti speciali e unici, ma anche tutti stranamente uguali. Perché non ascoltare invece di fingere di sapere tutto. Prendi spazio, contempla, pensa prima di parlare e sii umile. Offri agli altri la possibilità di parlare, sognare e fare pazzie.
La maggior parte delle persone vogliono essere apprezzate da tutti. “Sono una persona piacevole. Voglio avere la gente a favore a tutti i costi.” E se “a tutti i costi” sta sacrificando la mia libertà, non mi interessa.
Molti di noi temono che mettendo al primo posto i propri bisogni, allontaneranno quelli che li circondano e finiranno per sentirsi soli.
“Da piccolo ero sempre d’accordo con gli altri, non osavo dire di no, avevo paura di stare accanto alle persone e avevo una paura mortale del conflitto. Mi lamentavo spesso che le persone non mi trattavano bene o non restituivano la mia gentilezza, ma poi continuavo a dargliene comunque. Ero un tappetino.” ( Giovanni)
Se porti questa maschera è ora di lasciarla e andare avanti. Abbiamo tutti bisogno di essere apprezzati ma questo va fatto con i dovuti stratagemmi. In primis impara a dire di no. Togliti dal pilota automatico “sì”.
Essere uno “zerbino” può sembrare una zattera di sicurezza, specialmente se lo hai usato per buona parte della tua vita. Ma chiediti: per rendere felici gli altri, vale la pena non far felice me stesso/a?
“Mentre diventavo più consapevole delle abitudini piacevoli per me ,ho iniziato a prestare attenzione alla mia comunicazione abituale e ho iniziato a fare piccoli cambiamenti trovando il modo di dire “no” quando non volevo fare una cosa e questa sensazione mi fa sentire forte e libera”(Vanessa)
Togliti la maschera lentamente, inizia cambiando un’abitudine. Abbassa la richiesta di qualcuno o esprimi ciò che pensi veramente di una persona. Mettere le tue esigenze al primo posto, è l’unico modo per amare veramente te stessa/o e gli altri.
Questo è l’inizio del meraviglioso amor proprio che è alla tua portata, e puoi scegliere di migliorare rompendo le vecchie abitudini un po’per volta.
Il nonno di Heidi è un “vecchio scontroso”. Ringhia ai bambini che corrono sulla sua erba, brontola quando la posta non viene consegnata, non parla e si lamenta della vita in città.
Alcune persone sono semplicemente banali. Alcune persone amano mettere gli altri k.o e brontolare su ogni cosa.
Perché? Che scopo potrebbe avere questa maschera? Sappiamo tutti che il nonno di Heidi era buono e all’interno della maggior parte delle persone c’è la bontà d’animo.
Essere uno stronzo è un fattore di intimidazione, ma a meno che tu non sia l’esattore delle imposte, stai eccessivamente amplificando la mancanza di fiducia.
Il comportamento “macho”, il bullismo e l’aggressività sono spesso tentativi di proteggere una fragile autostima. Normalmente chi è stato ferito e porta questa maschera, si protegge dall’ imbarazzo, dalle ferite o dall’essere respinto di nuovo. Questa maschera è di solito un segno che qualcuno è solo, spaventato.
Ma indossare questa maschera in modo ironico, ti isola ancor di più dagli altri. Smetti di proiettare il tuo passato doloroso sulle persone.
Hai solo bisogno di un grande abbraccio.
Ciò a cui resisti, persiste. Indossare questa maschera è un segnale di avvertimento che qualcosa non è risolto in te stesso.
Carl Jung disse:
“Se non conosci e non possiedi gli aspetti più oscuri di te stesso, proietti i tuoi stessi elementi negativi rimossi su altre persone“.
Vuoi davvero attraversare la vita, inscatolato, spaventato e temuto?
Lascia un commento se ti va o contattami senza impegno se stai vivendo un momento di sconforto emotivo, lavorativo, familiare.. Non aver paura.. Ama-ti
Se vuoi essere in grado di far risplendere la tua luce interiore, il primo passo che devi fare è riconoscere i tuoi punti di forza personali. Sai quali sono i tuoi?
Di solito sei così concentrato su ciò che accade intorno a te che dimentichi il personaggio principale della tua storia: tu. In effetti, per riconoscere il tuo valore, devi prima riconoscere i tuoi punti di forza personali e rafforzarli ancora di più.
Conoscere i propri punti di forza e sapere come esprimerli, ha un grande impatto sulla tua vita. In effetti, ci sono molti vantaggi nell’usare i punti di forza personali: fisici, emotivi e spirituali. In effetti, aree diverse richiedono punti di forza diversi.
Le aree collegate al tuo benessere fisico ed emotivo includono il significato che dai alla tua vita, alle tue emozioni e relazioni positive, al tuo livello di impegno e ai tuoi risultati. In effetti, costituiscono la mappa che traccia la tua realtà, il tuo stato d’animo e il tuo livello di soddisfazione per la tua vita. Sei in grado di espandere diverse aree della tua mappa e crescere in modo positivo quando lavori proprio sui tuoi punti di forza personali.
Gli studi suggeriscono che concentrarsi sul riconoscimento dei propri punti di forza personali e sulla correzione dei loro difetti ha un effetto positivo sulla propria autostima accettazione di sé, costruzione degli obiettivi, resilienza e persino sulla salute fisica.
n effetti, sembrano esserci pochi dubbi sul fatto che i tuoi punti di forza ti portino al raggiungimento di questi obiettivi positivi. Vogliamo tutti raggiungere un senso di benessere.
Come esseri umani, abbiamo determinati pregiudizi cognitivi . Uno di questi è la tendenza a essere più influenzati da eventi negativi rispetto a quelli positivi.
Questo avviene in modo completamente automatico. In effetti, è una sfortunata verità che le emozioni e le esperienze negative tendono ad attaccarsi a te come la colla.
Lavorare sui tuoi punti di forza personali può aiutare a bilanciare questa equazione. Non c’è dubbio che le esperienze negative fanno parte della vita. Anzi, sono essenziali. Questo perché sono il modo in cui impari, ti motivi e pratichi diverse strategie per affrontarli. Tutto questo ti aiuta a crescere.
Le esperienze negative non ti definiscono. Inoltre, i tuoi punti di forza personali ti aiuteranno in future situazioni che si presenteranno e ti ricorderanno che hai le risorse disponibili per affrontare questo tipo di situazioni.
Usare con successo i tuoi punti di forza personali significa mantenere un maggior grado di controllo nelle situazioni critiche. Questi punti di forza sono direttamente correlati alle tue capacità di coping. Inoltre, rafforzano il tuo sistema immunitario psicologico contro la depressione.
Quando sei sicuro di avere questi strumenti a tua disposizione, puoi tollerare le situazioni incerte con molto più successo. Inoltre, avrai meno paura di correre rischi. Tuttavia, da dove inizi?
Il passato è un buon punto di partenza. Ti mostra dove e come sei stato in grado di superare difficoltà e con che mezzi lo hai fatto, si dice, infatti, che apprendiamo dal passato, giusto?
Ovviamente dovrai scegliere quale percorso seguire. Molte volte ci sono diversi percorsi tra cui scegliere. E’ necessario selezionare quello che meglio si adatta ai propri punti di forza personali.
È anche importante distinguere i tuoi punti di forza e il tuo talento. Un talento si riferisce a una predisposizione innata, mentre i punti di forza sono più legati al comportamento addestrato e appreso.
Martin Seligman ha offerto un inventario dei punti di forza dei personaggi nel VIA Inventory of Strengths. Questo misura il grado di ciascuno dei 24 punti di forza, organizzati in sei virtù o categorie.
Saggezza e conoscenza. Creatività, curiosità, apertura mentale, amore per l’apprendimento e prospettiva.
Coraggio. Coraggio, perseveranza, onestà e entusiasmo.
Umanità. Amore, gentilezza e intelligenza sociale.
Giustizia. Punti di forza civici come lavoro di squadra, correttezza e leadership.
Temperanza. Perdono, umiltà, prudenza e autoregolamentazione. Proteggono dagli eccessi.
Trascendenza. Apprezzamento per la bellezza, la gratitudine, la speranza, l’umorismo e la spiritualità. Danno senso alla vita.
Ogni individuo ha cinque punti di forza che lo caratterizzano. L’inventario di Seligman misura questi punti di forza personali. Pertanto, puoi prima riconoscerli e poi rafforzarli.
Sia la tua felicità che la luminosità della tua luce interiore dipendono da loro.
Se hai difficoltà a individuare i tuoi punti di forza, nei miei percorsi di Coaching parliamo anche di questo.
Le routine ci proteggono così tanto che a volte possono diventare una vera prigione.
Stabilirli ci impedisce di prendere centinaia di decisioni quotidiane che dovremmo prendere se non avessimo stabilito dogane fisse. Ma instillano anche in noi un modo di fare le cose che si traduce in uno schema di pensieri e sentimenti che non cambiano.
Il prezzo delle routine può essere molto alto. Sì: sono necessari e un modo pratico per gestire la vita di tutti i giorni. Ma allo stesso tempo e impercettibilmente, diventano un modo di vivere in cui ti nascondi e inizi a temere il cambiamento.
“Ci sono mali violenti che ci contraddistinguono, ma i mali sordi, insistenti, tollerabili; quelli che fanno parte della nostra routine e che attraversiamo attentamente come il tempo. “
-Emil Cioran-
È normale per noi trovare persone che vivono immerse in una carreggiata, ma che lo negano continuamente. Sospirano, afferrano la testa e dicono che sono annoiati perché tutto è sempre uguale. Tuttavia, non sentono di avere la forza di dire “abbastanza”.
Pertanto, è necessaria una buona dose di coraggio per superare la dittatura delle routine . Inoltre, una motivazione importante e sufficiente fiducia in se stessi sono essenziali per essere in grado di rompere il modello e andare oltre nel percorso dell’incertezza.
La cosa peggiore di stabilire routine e mantenerle è che ti desensibilizzi senza accorgertene . Non è che smetti di provare, ma finisci per classificare ciò che senti. Inizi ad avere la percezione che tutto ciò che non è familiare è pericoloso. Le novità e le differenze diventano una specie di minaccia.
La routine è un’impalcatura composta da molti pezzi. Spazia da come gestisci le tue solite ore e raggiunge tutte le tue concezioni del mondo. Finisci per pensare che devi sentire, pensare e agire in un solo modo. Capisci già tutta la realtà e che ci sono troppe domande.
La routine diminuisce la tua curiosità e diminuisce la tua capacità di essere sorpreso . Ma soprattutto ti rende sordo e cieco nei confronti del tuo potenziale. Finisci per credere di fare solo ciò che puoi fare e che sarebbe impossibile per te agire o vivere diversamente.
Il risultato è uno stato di sonnolenza. Con la routine vivi con la funzione di “svolgere” e non evolvere o essere felice. E la parte peggiore è che inizi a vedere la routine come il tuo grande risultato e hai paura di tutto ciò che potrebbe alterarla.
Vivere con passione è un vero dono, che molti non possono o non apprezzeranno . Significa sentire un sincero interesse per il posto di lavoro. Un vero amore per le persone con cui interagisci. È un vero entusiasmo per i piani per il futuro e tutto ciò che deve essere fatto.
Perché allora così tante persone vedono passare la vita davanti ai loro occhi e cercano di “bruciare il tempo” invece di vivere intensamente? C’è solo una risposta: la paura . Ti impedisce di affrontare le novità, l’ignoto e le sfide.
Il cambiamento è proprio questo: una sfida . Verso le convenzioni, i costumi, la sicurezza che ci fa fare la stessa cosa ancora e ancora per non dover pensare troppo. Anche quando la routine è irta di situazioni spiacevoli, molti la tollerano a causa di una maggiore paura del cambiamento. Ciò richiederebbe loro di lasciare la propria zona di comfort e affinare le proprie capacità per affrontare situazioni sconosciute.
Ogni persona dovrebbe fare quello che vuole fare, come vuole, con chiunque e dovunque. Perché qualcuno dovrebbe rinunciare alla possibilità di lavorare o vivere come vuole , semplicemente per paura del cambiamento.
Certo, nessuno può inviare tutto all’inferno dall’oggi al domani. Bene, in realtà sì, puoi, ma potresti aver bisogno di un processo molto più lento per raggiungere questo obiettivo. La verità è che non è sempre appropriato staccarsi da tutto, ma abbastanza per recuperare un po ‘di spazio per essere se stessi . Come si inizia? Cosa fai per uscire da queste routine che ti imprigionano?
Le convinzioni hanno un effetto potente sulla nostra vita.
È risaputo che se qualcuno crede veramente di poter fare qualcosa la farà, e se crede che qualcosa sia impossibile nessuno sforzo lo convincerà che la si possa realizzare.
Sfortunatamente molti malati, come quelli colpiti dal cancro o da malattie cardiache, spesso si presentano ai medici ed ai loro amici con la stessa convinzione menzionata in questa storia.
Spesso le convinzioni del tipo:
possono limitare tutte le risorse della persona.
C’è una vecchia storia, riportata da Abraham Maslow( psicologo statunitense, ricercatore) su un paziente in cura presso uno psichiatra. Quel tale non mangiava o non si prendeva cura di sé, sostenendo che era un cadavere.
Lo psichiatra trascorse molte ore discutendo con lui per tentare di convincerlo di non essere un cadavere.
Alla fine gli chiese se i cadaveri sanguinano. L’uomo rispose: “Naturalmente i cadaveri non sanguinano, tutte le loro funzioni vitali sono cessate”.
Allora lo psichiatra lo convinse a tentare un esperimento. Lo avrebbe punto cautamente con uno spillo per vedere se cominciava a sanguinare. Il paziente acconsentì. Dopo tutto, era un cadavere.
Lo psichiatra lo punse delicatamente con un ago e questi, ovviamente, cominciò a sanguinare. Il paziente assunse un’espressione turbata e stupita e disse, con un filo di voce: “Dannazione… i cadaveri SANGUINANO!”
Le nostre convinzioni riguardo a noi stessi ed alle possibilità offerte dal mondo in cui viviamo, incidono sensibilmente sulla nostra efficienza giornaliera.
Tutti noi abbiamo sia delle convinzioni che rappresentano delle risorse sia delle convinzioni che ci limitano.
Un altro esempio del potere delle convinzioni, sia di quelle limitanti che di quelle potenzianti, è quello del ‘miglio in quattro minuti’.
Prima del 6 Maggio 1954, si credeva che quattro minuti fossero una barriera insuperabile per la velocità con cui un essere umano può percorrere circa un km e mezzo.
Nei nove anni che precedettero la giornata storica in cui Roger Bannister infranse il tetto dei quattro minuti, nessun atleta si era neanche avvicinato a quel record.
Entro le sei settimane successive all’impresa di Bannister, l’atleta australiano John Lundy lo abbassò di un altro secondo.
Entro i nove anni successivi quasi duecento persone hanno infranto quella barriera apparentemente impenetrabile.
Il potere delle convinzioni è stato dimostrato grazie ad una ricerca illuminante su alcuni bambini che, in seguito ad un test, erano stati ritenuti di media intelligenza, divisi in modo casuale in due gruppi di uguale entità.
Uno dei gruppi è stato assegnato ad un insegnante a cui è stato detto che i bambini erano “dotati”.
L’altro gruppo è stato affidato ad un insegnante a cui è stato detto che i bambini erano “lenti nell’apprendimento”.
Dopo un anno i due gruppi sono stati sottoposti nuovamente ai test di intelligenza.
Non è certo sorprendente che la maggioranza del gruppo che era stato arbitrariamente classificato come “dotato” abbia ottenuto risultati migliori che in precedenza, mentre la maggioranza dei bambini del gruppo classificato “lento nell’ apprendimento” abbia ottenuto risultati inferiori.
Le convinzioni dell’insegnante riguardo agli studenti avevano influito sulla loro abilità di apprendere.
Certamente, questi esempi sembrano voler dimostrare che le nostre convinzioni possono plasmare, influenzare o perfino stabilire il nostro grado di intelligenza, di salute, di relazioni, di creatività, addirittura il nostro grado di felicità e di successo personale.
Inoltre, se le nostre convinzioni esercitano un potere così straordinario sulla nostra vita, in che modo possiamo controllarle ed evitare che siano esse a controllarci?
Molte convinzioni sono state installate dai genitori, dagli insegnanti, dagli educatori e dai media quando eravamo bambini, prima che fossimo consapevoli del loro impatto, o che fossimo in grado di fare delle scelte in merito.
Per cambiare qualcosa, devi prima identificarlo.È importante rimanere pertinenti.
Tutti abbiamo tonnellate di convinzioni limitanti, ma la verità è che molte di loro sono irrilevanti.
Preoccupati quindi solo delle convinzioni limitanti che avranno il maggiore impatto,quando hai analizzato quelle, puoi occuparti di altro.
Parte del successo è concentrarsi sulle questioni più importanti della nostra vita.
Fai un elenco delle aree della tua vita in cui ti senti sfidato.
Se hai un’area della tua vita che ti dispiace e non stai attivamente facendo qualcosa per ripararla, allora è una bella sfida che tu abbia una convinzione limitante.
Altrimenti che senso avrebbe prodigarsi e fare qualcosa per cambiare la situazione?
Il tuo comportamento è un indicatore delle tue convinzioni.
Considera come stai andando nelle seguenti aree:
Identifica le credenze che stanno contribuendo alle tue sfide.
Fai un elenco di tutte le tue convinzioni, buone e cattive, riguardo alle sfide che hai identificato sopra.
Non tentare di filtrarli come positivi o negativi durante l’esecuzione di questo processo, basta elencarli tutti mentre fai il brainstorming ed esaminarli in seguito.
Ecco un breve esempio di convinzioni limitanti riguardo il denaro:
Riesci a capire perché sarebbe difficile guadagnare molti soldi se credi a queste cose?
Identifica le credenze che ti trattengono.
Pensa a quali credenze stanno avendo il maggiore impatto negativo sulla tua vita.
Un modo per farlo è quello di:
considera come cambierebbe il tuo comportamento se quella convinzione fosse eliminata dalla tua vita.
Esaminale sinceramente e considera il cambiamento che la tua vita subirebbe se non fossi trattenuto da quella convinzione.
Metti in ordine quelle credenze negative.
Inizia con la convinzione limitante che ritieni stia creando la sfida più grande nella tua vita.
Mettili tutti in ordine dalla convinzione che ha il massimo impatto negativo al minimo.
La priorità del tempo è sempre una strategia preziosa.
Ora che hai un elenco delle tue convinzioni limitanti e le hai in ordine, è tempo di iniziare a gestirle.
Come eliminare una convinzione limitante?
L’hai provato tu stesso abbastanza volte da essere sicuro che sia vero?
Ricorda, non puoi trarre con precisione conclusioni da un numero limitato di esperienze.
Sai davvero che questa convinzione è vera senza ombra di dubbio?
Ad esempio, la tua convinzione limitante sul denaro è venuta dai tuoi genitori?
I tuoi genitori erano ricchi?
Se non lo fossero, non sono una fonte affidabile di informazioni.
Dopotutto, un esperto di denaro sarebbe in grado di averne molto.
Se qualcuno non ha avuto molti soldi, non sa davvero come accumularli o cosa significhi averli.
Valuta se la fonte della tua convinzione è valida o meno.
Le tue convinzioni dovrebbero provenire dalle tue esperienze personali e dai consigli degli esperti.
Quindi affidati agli esperti! Sono facili da trovare con un po ‘di ricerca.
3.Basta affermare a te stesso: “ Ho scelto di non crederci più. Non è vero . “
Dichiarare la tua intenzione ha un profondo effetto.
Cerca prove a sostegno.Trova alcuni motivi ed esempi per cui questa convinzione limitante è falsa.
Per esempio:
Per lo meno, dovresti provare un senso di dubbio su quella convinzione limitante.
In caso contrario, continua a trovare altri motivi.
Mettiti online e leggi alcuni articoli di qualcuno che ritieni sia veramente un esperto sull’argomento del tuo credo.
Cerca esempi in cui la convinzione è falsa.
Immagina quanto cambierebbe la tua vita se non avessi più questa convinzione.
Questo sarà l’opposto della credenza limitante o almeno qualcosa del genere.
Crea una convinzione che migliorerà la tua vita e sosterrà la tua capacità di agire per migliorare la tua vita.
Trova esempi per supportare questa nuova convinzione.
Qualsiasi convinzione sarà più stabile se dispone di informazioni e prove a sostegno. Cerca davvero di dimostrare che è vero.
Immagina di dover dimostrare a qualcun altro che la tua nuova convinzione è accurata. Questo dovrebbe portarti dove devi essere.
5.Misura te stesso.
Ogni giorno, controlla te stesso.Come ti senti riguardo alla tua nuova convinzione?
Cosa provi per la tua vecchia convinzione? Misura il tuo istinto: è un collegamento diretto con il tuo subconscio.
Il tuo comportamento sta cambiando?
Se le tue convinzioni cambiano, anche il modo in cui agisci e senti cambierà.
Le nostre vite e sentimenti sono una manifestazione delle nostre credenze.
Se le tue convinzioni sono davvero cambiate, anche la tua vita cambierà.
Continua a lavorare sul tuo elenco di credenze negative.
Lavora attraverso quegli elementi e continua ad aggiungere nuovi elementi al tuo elenco. Scoprirai che scoprirai nuove convinzioni limitanti mentre inizi a fare progressi nella tua vita.
Man mano che sperimentate cose nuove, appariranno nuove credenze limitanti, queste sono credenze che non sapevi di avere fino a questo punto.
Quando stabilisci nuovi obiettivi, si presenteranno nuove sfide.
Man mano che impari e sperimenti di più, i tuoi obiettivi cambiano, così cambieranno anche le convinzioni limitanti che hai.
Forse deciderai che tra 5 anni vorresti diventare un ingegnere, le convinzioni limitanti che hai sull’essere un ingegnere dovrebbero quindi essere affrontate.
Continua a esaminare la tua vita per limitare le convinzioni ed eliminarle.
È come tirare le erbacce, non importa quello che fai, alcune erbacce spuntano sempre nel tempo.
Basta riconoscerle e liberarsene.
Mentre stabilisci nuovi obiettivi o hai nuove sfide nella tua vita, ripeti il processo sopra.
Siediti una volta alla settimana e fai un nuovo elenco di credenze limitanti.
Sarai inarrestabile.
“A volte tutto ciò che serve per cambiare una vita è decidere quali credenze non ti servono e cambiare letteralmente la tua mente su quelle credenze” Joy Page
I tuoi figli ti fanno impazzire? Se ti è mai stato chiesto di descriverli, dopo aver detto :”È un bravo ragazzo, ma …”, aggiungeresti le parole come “provocatorio”, “lamentoso”, “immotivato”, “irrispettoso”, “arrabbiato” o “esigente”? Aggiungendo solo alcuni lati positivi qua e là?
Se i negativi nella tua mente sono più grandi dei positivi, la prima cosa da capire è che è naturale. Dopo tutto, noi genitori siamo umani, il che significa che tendiamo a cercare ciò che è sbagliato nella nostra progenie, così che possiamo concentrarci su ciò che dovremmo “sistemare” in essi. In qualche modo questo ci tranquillizza; crediamo di migliorare le loro possibilità di sopravvivenza a lungo termine in un mondo spesso difficile.
Fermare la ricerca di ciò che temiamo è un’abilità genitoriale e di apprendimento importantissima da imparare.
Il problema è, tuttavia, che se passiamo la maggior parte del nostro tempo a preoccuparci, a sistemare e cercare di dare forma ai nostri figli in ciò che pensiamo dovrebbero essere, ci mancano i lati positivi di chi sono realmente.
La buona notizia è che è effettivamente più efficace guardare l’immagine bilanciata se si vuole influenzare positivamente figlio/a e mantenere la comunicazione aperta tra di voi. Ti aiuterò a “cambiare le lenti negli occhiali” in modo da poter vedere i comportamenti negativi di tuo figlio in una luce più positiva – o almeno più accurata!
Ecco cinque regole per iniziare:
Quando la tensione aumenta, i genitori possono avere la tendenza a cercare prove di ciò che temono. Avevo un amico che era così spaventato che suo figlio fosse un perdente che lo teneva sveglia di notte. Lui stesso aveva lottato socialmente per tutta la vita.
Per affrontare la paura per suo figlio, girava nel cortile della scuola durante la ricreazione, per cercare prove per confermare la sua convinzione negativa su di lui, ossia non aveva amici. Certo, quando cerchi prove per confermare le tue credenze spaventose, troverai situazioni e le etichetterai come tali.
Un giorno, mi raccontò, mentre lui guidava, lo vide in piedi da solo su un’estremità dell’asfalto mentre tutti gli altri bambini giocavano dall’altra parte della strada. Scese dalla macchina e corse verso di lui freneticamente e gli disse: “Ale, perché sei qui tutto solo e non ti unisci agli altri bambini? e lui rispose: “Papà, puoi toglierti di mezzo?
Questo illustra esattamente ciò che l’ansia può fare a noi genitori, può portarci a cercare prove di ciò che temiamo, e quindi iniziamo a trattarli come se il problema fosse reale, così facendo creiamo una nostra profezia in realtà.
Se questo diventa un modo abituale di affrontarli, invece di aiutarli a imparare a comportarsi in modo più appropriato con gli altri, potremmo inavvertitamente aiutarli a crearsi altri disagi. In altre parole, ciò che stavi cercando di prevenire si verificherà. Perdiamo di vista il logico e il reale, quando ciò accade, anche i tratti positivi possono diventare negativi.
Fermare la ricerca di ciò che temiamo è un’abilità genitoriale e di apprendimento importante da imparare.
Possiamo anche trasformare i lati positivi in negativi quando non siamo in grado di vedere le cose buone seppellite nei comportamenti noiosi e fastidiosi che ci fanno impazzire. Quanto spesso ci preoccupiamo quando i nostri ragazzi sono ribelli con noi? Non ci piace quando si scontrano con noi in disaccordo con ciò che vogliamo che facciano. Quando dicono di no o si rifiutano di fare ciò che chiediamo, ci fanno arrabbiare.
È naturale arrabbiarsi con i nostri figli e etichettare il loro comportamento e atteggiamento come qualcosa di negativo, qualcosa che dobbiamo sistemare in loro. Mentre dobbiamo affrontare il comportamento risultante (rifiuto di conformarsi), la vera caratteristica del bambino non è necessariamente una cosa negativa.
Cambiando l’obiettivo nei nostri occhiali, invece di provare a cambiare i nostri figli, possiamo arrivare ad apprezzare la loro tendenza all’opposizione, anche se può essere estenuante e difficile da gestire.
Provate a guardarla in questo modo: vogliamo che i nostri figli crescano e siano adulti responsabili e indipendenti. La sfida e l’opposizione che vedi possono anche tradursi in un bambino che non ha paura di dire “no” alla pressione dei coetanei, o che ha forti capacità di leadership. Il nostro compito di genitori è di dirigere questa energia in modo appropriato ponendo dei limiti, conoscendo i nostri figli e cercando di mantenere le linee di comunicazione aperte con loro.
Vedere il positivo nei comportamenti dei nostri bambini è una sfida quando il comportamento rende la nostra vita più difficile o diversa da come vorremmo che le cose accadessero. È più facile visualizzare le cose in modo più positivo quando consenti e accetti che tuo figlio sia unico e diverso da te. Non devi permettere ogni cosa a tuo/a figlio/a bambino, ma è utile cercare di fare un passo indietro e vedere la sua affermazione da una mentalità più positiva.
Ecco il mio consiglio: ogni volta che ti trovi concentrato sui tratti negativi del tuo bambino, scrivi tre positivi su quel tratto o comportamento. Allenati a vedere le cose da una prospettiva diversa. Se tuo figlio è troppo sensibile, nota il positivo: la sua natura empatica. Se lei è polemica, nota il positivo: ha affermazione di sé.
La chiave è di notare gli aspetti positivi all’interno dei negativi del comportamento di tuo figlio, e quindi aiutarla/o a canalizzarlo correttamente. Potresti aiutarlo/a a passare dall’aggressività all’affermazione ponendo dei limiti attorno al suo comportamento, dando conseguenze per un comportamento inadeguato (e non le sue emozioni) e poi avendo conversazioni sulla risoluzione dei problemi su come gestire le cose in modo appropriato la prossima volta, per esempio. Ma in fondo, l’assertività di tuo figlio è uno strumento molto utile nel mondo reale, purché possa utilizzarla in modo sano. Il tuo compito è guidarla/o, aiutarla/o e insegnargli come farlo.
Guarda tutti i comportamenti che ti fanno arrabbiare e chiediti cosa hai bisogno di capire a riguardo. Per fare questo, dovrai dare un’occhiata al cervello in via di sviluppo di tuo/a figlio/a e metterti nei suoi panni per un momento. Con questa nuova comprensione, sarai in grado di vedere il comportamento con meno ansia.
Diciamo che tuo figlio della scuola media vuole comprare le scarpe costose da ginnastica che tutti a scuola indossano, e si mette a urlare quando gli dici di no. Così urli anche tu: “Solo perché tutti le hanno, non significa che devi averle!” E poi pensi tra te e te: “Cosa è successo ai valori che gli abbiamo insegnato? Cosa gli succede? Come mai è diventato così egoista, esigente e maleducato?”
Ora fermati un attimo e visualizza davvero te stesso che entra nei suoi panni. Che cosa puoi ora vedere e capire che non potevi vedere quando eri nelle tue scarpe? Forse puoi capire con più chiarezza che il problema riguarda meno le sneakers e molto altro sulla sua necessità di adattarsi al gruppo (e non essere diverso). Mentre cresce lui è in un posto dove sente l’urgenza di guardare e comportarsi come i suoi coetanei.
Hai mai provato a non preoccuparti di ciò che gli altri pensavano di te? Come hai fatto? Ora prova ad essere un adolescente o pre-adolescente e fallo. Quasi impossibile, giusto? Non fraintendetemi, capire il comportamento non significa che dovresti arrenderti e andare a comprargli le scarpe costose da ginnastica; significa semplicemente che puoi entrare in empatia con tuo/a figlio/a, e capire le sue esplosioni di rabbia conformandoti e comprendendolo/a piuttosto che comportarti in modo preoccupato o arrabbiato.
Non prendetela sul personale. Questa nuova regola ti aiuterà sia ad entrare in empatia facendoti calmare prima di discutere di un suo comportamento che pensi sia inappropriato, sia a capire che alcuni comportamenti negativi di tuo/a figlio/a sono normali e in via di sviluppo. Questo può anche aiutarti a depersonalizzare ciò che stanno facendo e vedere il quadro generale un po ‘più chiaramente. In conclusione: il comportamento potrebbe non piacerti, ma almeno sarai in grado di vederlo per quello che è e non prenderlo sul personale.
A volte trascuriamo l’effettiva causa del comportamento dei figli e lo etichettiamo come negativo. Ma una volta compreso il suo scopo, tutto ci sembra meno catastrofico. Per esempio: diciamo che i genitori di un bambino sono arrabbiati tra di loro per un po’ di tempo.
Il ragazzo percepisce la loro tensione e agisce. Se diventa la spugna emotiva della famiglia, apprende che quando si comporta in modo aggressivo, i suoi genitori si calmano tra di loro concentrandosi solo sul suo comportamento. Perché succede? Loro si concentrano sul comportamento negativo piuttosto che sui propri problemi l’uno con l’altro e si sentono più tranquilli a non dover affrontare le proprie difficoltà. Il bambino cresce e sa che un modo per mantenere i suoi genitori più armoniosi è avere dei problemi da risolvere. Questo accade per lo più inconsapevolmente.
Fai un passo indietro e prova a vedere se il comportamento è un’espressione di “fusione familiare“. Il comportamento del ragazzo dell’esempio esprime ciò che gli altri membri della famiglia non diranno l’un l’altro?
Oppure il suo comportamento aiuta gli altri a non concentrarsi su se stessi, ad abbattere le proprie lotte e comportamenti negativi? Questo si chiama “fusione”. I bambini “ci guardano per vivere”, e intuiranno ciò di cui la famiglia ha bisogno per mantenere un’equilibrio stabile e funzionante.
Ciò significa che agiranno e diventeranno la barra di alleggerimento, se necessario. Una volta che vedi la funzione di determinati comportamenti, puoi vedere il comportamento in una luce diversa.
È naturale sentirsi più positivi sugli altri quando sono “come” noi. Le differenze potrebbero renderci scomodi, ma tieni presente che diverso non è sinonimo di negativo. Se il tuo/a figlio/a agisce, si comporta o pensa in modo diverso da te, invece di vederlo negativamente, riconosci la differenza e vai avanti.
È così facile vedere gli altri, in particolare i nostri bambini, da un luogo di preoccupazione, e la nostra immaginazione può davvero scatenarsi quando siamo stressati. Cerca di vedere i tuoi figli per quello che sono piuttosto che per chi temi possano diventare. Quando riuscirai a vederli in una luce positiva, ragionevole e realistica, li aiuterai a brillare, fiorire e prosperare.
L’etimologia della parola libertà viene dal latino libertas, a sua volta derivata da “liber” = uomo legalmente libero cioè il contrario del servus, lo schiavo. Infatti, nell’antichità, si poteva nascere sia “liber”, sia “servus” (e così si poteva rimanere per tutta la vita); in qualche caso, invece, la libertà si poteva perdere o acquisire (il “liberto”, appunto, era colui che era passato dallo stato di servus a quello di liber).
La libertà della persona nell’andare e nel venire, l’uguaglianza davanti ai tribunali, la sicurezza della proprietà privata, la libertà di opinione e la sua espressione, e la libertà di coscienza soggetta ai diritti degli altri e del pubblico.
Libertà è quindi la condizione di chi può decidere a suo piacere della propria persona, di chi può godere della propria autodeterminazione.
La libertà personale così come definita qui, ha due parti distinte ma complementari.
Primo, consideriamo la classica libertà degli individui dall’oppressione statale: la legge protegge i diritti delle persone alla vita, alla libertà, alla proprietà e alla ricerca della felicità, e la legge è rispettata?
Secondo, analizziamo gli atteggiamenti della società: la differenza è accettata e le persone sono libere di vivere la propria vita senza ostilità o indebita pressione sociale?
La libertà personale ha raggiunto il suo punto più forte nella storia dell’indice di prosperità, contribuendo in modo significativo alla crescita della prosperità globale complessiva. Ma nonostante questo quadro globale positivo, diverse regioni hanno registrato una riduzione delle prestazioni, tra cui il Nord America e parti dell’Europa occidentale e orientale.
L’idea che ci siamo fatti su cosa sia la libertà personale è che sia qualcosa che non si può solo sognare e dissipare: “La differenza tra sognare la libertà personale e avere una mentalità rivolta alla libertà personale si riduce all’atteggiamento e all’azione di ognuno di noi“.
Persone che abbiamo intervistato con un alto livello di carica business hanno riportato tre elementi ricorrenti fondamentali nelle loro vite, per riuscire ad avere la libertà intesa a livello globale:
La “time line” è la linea del tempo di ognuno di noi , ossia il passato, ciò che hai fatto e come lo hai affrontato ( hai l’esempio quindi di cosa andava e cosa non andava per modificare le nuove azioni da intraprendere), il tuo presente e il tuo futuro. Se hai il controllo del presente e ben chiaro il tuo futuro riuscirai a delineare gli spazi necessari per essere libero ORA.
Il controllo della direzione è anch’essa la libertà di poter decidere cosa è meglio fare adesso, per arrivare al tuo focus, che strade prendere e dove direzionare l’ attenzione e su chi, questo in base alle tue priorità. In ultimo, ma non di importanza, è avere il controllo sulle tue entrate, la libertà è anche finanziaria, il non aver il pensiero di arrivare a fine mese.
La libertà personale quindi, in questo contesto, non significa essere liberi di stare in giro tutto il giorno e giocare ai videogiochi. Piacerebbe a tutti tornare indietro nel tempo all’epoca dei nostri giochi preferiti, o avere il tempo di oziare per l’intera giornata, ma non abbiamo quel tipo di tempo.
Quello che è in nostro potere ora in merito alla libertà, è il poter di determinare ciò che è importante per noi e per le nostre attività, e di concentrare il nostro tempo e i nostri sforzi in quel senso.
Quindi cosa significa per te libertà? Devi decidere cosa è più importante per te.
Essere in grado di trascorrere del tempo con la tua famiglia?
Essere in grado di determinare da solo su quali progetti e iniziative lavorerai?
O forse di metterti in una nuova posizione finanziaria in cui il tuo reddito non è più determinato da un capo e da uno stipendio fisso mensile ma dalla dipendenza di un’attività in proprio?
Uno degli aspetti più importanti della libertà personale è avere
il controllo del proprio programma, della propria “ TIME LINE” ed essere in grado di sfruttare quel controllo per essere disponibili anche per gli affetti quando necessario.
Cosa significa ad esempio questa affermazione sopra descritta?
La maggior parte delle persone parla di mancanza di tempo, e quindi mancanza di libertà di fare ciò che ama fare o desidera fare. Ma chi decide per noi?
Chi crea le priorità nella nostra vita? Occorre soffermarsi su questo per capire bene quali sono le nostre priorità e una volta scoperte, lavorare su questo per cambiare la routine e dedicarci alla nostra vera volontà.
C’è chi ama la propria routine perché dice che è un “programma” che funziona bene, anche se a giorni alterni. Grazie, quindi, alla loro personale libertà di pianificazione, hanno cambiato le loro abitudini giornaliere per riuscire ad avere tutti i giorni funzionali al loro programma. Come?
Ad esempio puoi impostare la tua libertà scegliendo di lavorare 10-11 ore al giorno durante la settimana e la maggior parte del sabato e della domenica pomeriggio. Avrai così scelto di investire il tuo tempo nei tuoi affari, nel tuo business poiché la tua libertà è il lavoro e non ti sembra di lavorare in quanto ti occupi di qualcosa che ami …
Nel mio caso, in quello che è stata la mia esperienza, il significato più importante che ho dato alla parola libertà è proprio ESSERE ME STESSA. Quindi, non “servus” delle apparenze, di regole date da altri, di schemi e binari che oggi come oggi mi fanno davvero venire l’allergia.
Permettersi di esprimere le proprie emozioni, i propri bisogni, senza paura o vergogna, di dire la propria opinione, di chiedere a prescindere dalle reazioni degli altri, di seguire i propri sogni e scegliere la strada che si vuole seguire… decidendo di diventare la persona che siamo e vogliamo veramente essere… questo, secondo me, è il significato più grande della parola libertà. E non ha prezzo.
Ad esempio, amo il mio lavoro, amo accompagnare le persone nella loro crescita di cambiamento, adoro aiutarle a risolvere le loro difficoltà, a trovare soluzioni ai loro quesiti e malesseri esistenziali. Sto scrivendo questo articolo un lunedì sera, ho da poco finito di cenare coi miei figli e prima di accompagnarli a dormire, ho voluto dedicare del tempo a ciò che mi piace e mi impegna con amore.
Sono grata di questa fortuna e grata a me stessa per essermi concessa la libertà di farlo, di scrivere a voi dandov, qualche piccola idea per uscire da certi vortici ansiosi in cui spesso si cade quando non riusciamo a fare tutto ciò che desideriamo.
E forse questa è la più grande libertà personale di tutti.
Essere liberi di perseguire le proprie passioni.
Mi auguro che ognuno di voi riesca a vivere le proprie libertà personali. Il valore è la forza trainante della società – è ciò su cui sono costruiti tutti i sistemi umani.
Nel corso della storia umana, il fondamento delle reti è stato lo scambio – il commercio di beni e servizi, vale a dire il valore. Per essere un’entità libera e competente all’interno di questo sistema umano (in cui viviamo tutti), devi comprendere il valore. Se puoi comunicare in termini di valore e se puoi fornire valore alle persone, puoi creare opportunità per te stesso ovunque.