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Sei anche tu un genitore single? Ecco come vivere meglio insieme ai nostri figli

Paola è una mamma single con una figlia di nove anni, che ha allevato da sola da quando Carolina era una bambina. “La parte più difficile dell’essere un genitore single è non avere nessun supporto quando Carolina si comporta in modo scorretto, quando non mi ascolta, e io non so proprio cosa fare. Sto davvero diventando ansiosa per la sua adolescenza. Non sono sicura di poterla “tenere in pista” da sola: è così ostinata.”

 

Paola è lontana dall’essere sola, anche se la monogenitorialità è uno dei lavori più difficili del pianeta, questo è vero, tuttavia più del 50% delle famiglie in Europa è guidato da una sola madre o padre . Gran parte del tempo in cui un genitore lavora a tempo pieno, cerca di mantenere la casa, oltre a tutto ciò che fornisce al figlio, alle volte, è ripagato con capricci, disubbidienze e risposte arroganti.

A peggiorare le cose ci sono i sensi di colpa che molti genitori single provano, questo mette a repentaglio il lavoro che sta facendo per crescerlo, da solo, nella giusta direzione con regole e principi. Quindi cosa puoi fare per mantenere la fiducia in te stesso e la pace nella tua casa?

  1. Ricorda che “due” sono una famiglia

Un genitore single con un figlio, è una famiglia. Nella società, quasi tutto è attribuito ai genitori single e alle famiglie distrutte, ed è molto triste perché non è vero. La cosa più importante non è il numero di genitori in casa, ma chi fa il genitore. Chiedo spesso ai miei clienti: “Non conosci genitori single che hanno allevato figli bravi, realizzati?” la risposta è sempre : “SI”.

Quindi, invece di pensare, “Siamo una famiglia distrutta”, diciamo, “Siamo una famiglia monoparentale” , è solo un tipo diverso di gruppo. Ritengo che essere un genitore single di successo risieda nella tua percezione. 

Con questo intendo che i genitori single pensano spesso che sia più difficile per loro. È così facile pensare che l’erba sia più verde dall’altra parte, eppure quando hai una famiglia con due genitori, il tuo coniuge potrebbe non essere così accondiscendente: di solito c’è un genitore che preferisce essere più severo e uno più indulgente, e poi si combatte su chi ha ragione. Una grande parte del cambiamento delle tue percezioni sulla genitorialità single è se vedi la tua situazione in modo diverso.

Cerca di vedere la situazione della tua famiglia come un’opportunità piuttosto che un fallimento. Non fraintendermi, non sto dicendo che non ci siano difficoltà nell’essere una mamma o un papà single, ma ci sono anche dei vantaggi da tenere presente.

  1. Rinuncia alla tua colpa

 E’ una realtà che i tuoi figli, crescendo, prenderanno sempre più forza e ruolo, in famiglia. Se un genitore single si sente in colpa per lo scioglimento del matrimonio, per la sua capacità di adempire finanziariamente ai propri doveri o per qualsiasi altra ragione, i bambini si faranno forza di questo, perché se ne accorgeranno e vi si rivolteranno contro, facendovi sentire inadeguati, sbagliati e incapaci.

Se invece sarai sincero/a e assertiva/o dicendo: “Questo è il modo con cui ritengo che la nostra famiglia debba crescere, faremo del nostro meglio, farai tu del tuo meglio affinchè noi cresceremo al massimo”, il bambino riprende quella fiducia, sicurezza e si impegnerà a sua volta. Non sentirti in colpa, non cercare di  “inventare qualcosa” coi figli, altrimenti i bambini si sentiranno autorizzati nel non crederti più e quindi nel mentirti a loro volta.

  1. Fai sapere ai tuoi figli che sono necessari in famiglia

Uno dei maggiori problemi con i bambini di oggi è che non sono “necessari” in famiglia. Non hanno abbastanza responsabilità e non sono tenuti a soddisfare quelle che hanno. Ma un genitore single può dire sinceramente: “Siamo una squadra, possiamo condividere la responsabilità”. Dai ai tuoi figli l’opportunità di sentirsi necessario e apprezzato. Dare loro delle vere responsabilità a casa, come aiutare con il bucato o la cena (a seconda dell’età del bambino). I genitori single possono considerarla un’opportunità e dire “Wow, ho veramente bisogno dei miei figli”.

  1. Risolvete i problemi insieme

  Più li coinvolgi in: “Qual è il problema e qual è la soluzione?”, più si sentiranno motivati ​​a seguire quelle regole. Penso che i problemi sorgano quando i genitori iniziano a dettare le regole, e i genitori single possono ritenere di dover essere più punitivi per mantenere il controllo. Abbiamo tanta paura che se non aggiungiamo una punizione, lasceremo che il bambino se la cava con poco.

Credo nel permettere ai bambini di sperimentare le conseguenze delle loro scelte.

Se il tuo figlio è disattento, va in bicicletta sul vialetto e viene investito, un genitore potrebbe punirlo dicendo “OK, non ti comprerò mai una moto e questa estate non puoi più andare in bici”. Non consideri che ha già vissuto la sua conseguenze di ciò che è accaduto? Si è fatto/a male, ha perso la sua bici. Invece, se ti concentri sulle soluzioni con i tuoi figli, puoi aiutarli a essere più responsabili. Quindi potresti dire: “Sono disposto a sedermi e pensare con te su come puoi guadagnare un po’ di soldi per comprare una nuova bicicletta”(dipende dall’età del figlio o figlia, ovviamente). Trovate una soluzione insieme. È una questione di consapevolezza, così puoi concentrarti sulle soluzioni.

  1. Quello che succede a casa dell’ ex rimane a casa dell’ex

Quando è coinvolto un altro genitore o un ex-coniuge, le cose possono complicarsi, specialmente se le regole dell’altra famiglia in cui il bambino trascorre il proprio tempo sono diverse. Spesso i bambini cercheranno di negoziare con te in base a quello che succede a casa tua. Quando i tuoi figli non vogliono seguire le regole della tua famiglia, puoi dire: “Questo è il modo in cui facciamo le cose nella nostra casa”. Non lasciarti ricattare o controllare dall’ ex e dalle regole (o la loro mancanza) della loro casa.

  1. Avere incontri familiari regolari con i figli

 Questo è importante per tutte le famiglie, ma è particolarmente utile per i genitori single in quanto serve a fornire una struttura. Siediti una volta alla settimana e concentrati su ciò che sta accadendo in famiglia. Consiglio ai genitori di iniziare l’incontro con i complimenti, di verbalizzarli e poi concentrarsi sulle soluzioni ai problemi che stanno crescendo. Potresti dire “caro/a, apprezzo molto il modo in cui hai tenuto pulita la tua stanza ultimamente, bel lavoro!.”

Fai il giro del tavolo e chiedi a tutti di dire qualcosa di buono su ogni persona presente. Quindi lavora insieme come una famiglia per stabilire nuove regole.

Con le riunioni familiari, i figli si sentono necessari, dotati di poteri e motivati ​​ad assumersi le proprie responsabilità. Si sentono ascoltati, valutati, presi sul serio. I figli si ribellano se percepiscono che continuiamo a cercare di togliere il loro potere. Abbiamo bisogno di iniziare a consentire ai nostri figli di usare il potere che stanno avendo in modo rispettoso per tutti. Ecco perché amo le riunioni di famiglia.

Puoi anche utilizzare le riunioni di famiglia per elaborare idee per attività che vorresti fare tutti insieme: ognuno può dare un suggerimento. Anche se il tempo è un premio per i genitori single, ricordati di pianificare il tempo per il divertimento con loro. Non deve costare per forza tanto denaro, purchè sia del tempo condiviso e apprezzato da tutti i componenti della famiglia.

Non sempre è facile mettere d’accordo tutti, soprattutto se si hanno figli di sesso opposto e con età diverse, in quel caso cerca di dividere i tempi di frequentazione dell’uno e dell’altra in modo da viverli separatamente e in armonia entrambe. Questo ti aiuterà a rafforzare la tua famiglia e ti metterà sulla strada del successo dei genitori single.

Genitorialità positiva: 5 regole per aiutarti ad affrontare il comportamento negativo dei figli in modo più positivo

I tuoi figli ti fanno impazzire? Se ti è mai stato chiesto di descriverli, dopo aver detto :”È un bravo ragazzo, ma …”,  aggiungeresti le parole come “provocatorio”, “lamentoso”, “immotivato”, “irrispettoso”, “arrabbiato” o “esigente”? Aggiungendo solo  alcuni lati positivi qua e là?

Se i negativi nella tua mente sono più grandi dei positivi, la prima cosa da capire è che è naturale. Dopo tutto, noi genitori siamo umani, il che significa che tendiamo a cercare ciò che è sbagliato nella nostra progenie, così che possiamo concentrarci su ciò che dovremmo “sistemare” in essi. In qualche modo questo ci tranquillizza; crediamo di migliorare le loro possibilità di sopravvivenza a lungo termine in un mondo spesso difficile.

Fermare la ricerca di ciò che temiamo è un’abilità genitoriale e di apprendimento importantissima da imparare.

Il problema è, tuttavia, che se passiamo la maggior parte del nostro tempo a preoccuparci, a sistemare e cercare di dare forma ai nostri figli in ciò che pensiamo dovrebbero essere, ci mancano i lati positivi di chi sono realmente.

La buona notizia è che è effettivamente più efficace guardare l’immagine bilanciata se si vuole influenzare positivamente figlio/a  e mantenere la comunicazione aperta tra di voi. Ti aiuterò a “cambiare le lenti negli occhiali” in modo da poter vedere i comportamenti negativi di tuo figlio in una luce più positiva – o almeno più accurata!

Ecco cinque regole per iniziare:

Regola 1: smetti di cercare ciò che temi

Quando la tensione aumenta, i genitori possono avere la tendenza a cercare prove di ciò che temono. Avevo un amico che era così spaventato che suo figlio fosse un perdente che lo teneva sveglia di notte. Lui stesso aveva lottato socialmente per tutta la vita.

Per affrontare la paura per suo figlio, girava nel cortile della scuola durante la ricreazione, per cercare prove per confermare la sua convinzione negativa su di lui,  ossia non aveva amici. Certo, quando cerchi prove per confermare le tue credenze spaventose, troverai situazioni e le etichetterai come tali.

Un giorno, mi raccontò, mentre lui guidava, lo vide in piedi da solo su un’estremità dell’asfalto mentre tutti gli altri bambini giocavano dall’altra parte della strada. Scese dalla macchina e corse verso di lui freneticamente e gli disse: “Ale, perché sei qui tutto solo e non ti unisci agli altri bambini? e lui rispose: “Papà, puoi toglierti di mezzo?

Questo illustra esattamente ciò che l’ansia può fare a noi genitori, può portarci a cercare prove di ciò che temiamo, e quindi iniziamo a trattarli come se il problema fosse reale, così facendo creiamo una nostra profezia in realtà.

Se questo diventa un modo abituale di affrontarli, invece di aiutarli a imparare a comportarsi in modo più appropriato con gli altri, potremmo inavvertitamente aiutarli a crearsi altri disagi. In altre parole, ciò che stavi cercando di prevenire si verificherà. Perdiamo di vista il logico e il reale, quando ciò accade, anche i tratti positivi possono diventare negativi.

Fermare la ricerca di ciò che temiamo è un’abilità genitoriale e di apprendimento importante da imparare.

 

Regola n. 2: cambia le lenti

Possiamo anche trasformare i lati positivi in ​​negativi quando non siamo in grado di vedere le cose buone seppellite nei comportamenti noiosi e fastidiosi che ci fanno impazzire. Quanto spesso ci preoccupiamo quando i nostri ragazzi sono ribelli con noi? Non ci piace quando si scontrano con noi in disaccordo con ciò che vogliamo che facciano. Quando dicono di no o si rifiutano di fare ciò che chiediamo, ci fanno arrabbiare.

È naturale arrabbiarsi con i nostri figli e etichettare il loro comportamento e atteggiamento come qualcosa di negativo, qualcosa che dobbiamo sistemare in loro. Mentre dobbiamo affrontare il comportamento risultante (rifiuto di conformarsi), la vera caratteristica del bambino non è necessariamente una cosa negativa.

Cambiando l’obiettivo nei nostri occhiali, invece di provare a cambiare i nostri figli, possiamo arrivare ad apprezzare la loro tendenza all’opposizione, anche se può essere estenuante e difficile da gestire.

Provate a guardarla in questo modo: vogliamo che i nostri figli crescano e siano adulti responsabili e indipendenti. La sfida e l’opposizione che vedi possono anche tradursi in un bambino che non ha paura di dire “no” alla pressione dei coetanei, o che ha forti capacità di leadership. Il nostro compito di genitori è di dirigere questa energia in modo appropriato ponendo dei limiti, conoscendo i nostri figli e cercando di mantenere le linee di comunicazione aperte con loro.

Vedere il positivo nei comportamenti dei nostri bambini è una sfida quando il comportamento rende la nostra vita più difficile o diversa da come vorremmo che le cose accadessero. È più facile visualizzare le cose in modo più positivo quando consenti e accetti che tuo figlio sia unico e diverso da te. Non devi permettere ogni cosa a tuo/a  figlio/a bambino, ma è utile cercare di fare un passo indietro e vedere la sua affermazione da una mentalità più positiva.

Un esercizio utile: se la tua tendenza è quella di vedere il bicchiere mezzo vuoto, pensa a  cosa ti servirebbe per vedere il bicchiere mezzo pieno?

Ecco il mio consiglio: ogni volta che ti trovi concentrato sui tratti negativi del tuo bambino, scrivi tre positivi su quel tratto o comportamento. Allenati a vedere le cose da una prospettiva diversa. Se tuo figlio è troppo sensibile, nota il positivo: la sua natura empatica. Se lei è polemica, nota il positivo: ha affermazione di sé.

La chiave è di notare gli aspetti positivi all’interno dei negativi del comportamento di tuo figlio, e quindi aiutarla/o a canalizzarlo correttamente. Potresti aiutarlo/a a passare dall’aggressività all’affermazione ponendo dei limiti attorno al suo comportamento, dando conseguenze per un comportamento inadeguato (e non le sue emozioni) e poi avendo conversazioni sulla risoluzione dei problemi su come gestire le cose in modo appropriato la prossima volta, per esempio. Ma in fondo, l’assertività di tuo figlio è uno strumento molto utile nel mondo reale, purché possa utilizzarla in modo sano. Il tuo compito è guidarla/o, aiutarla/o e insegnargli come farlo.

 

Regola n. 3: visualizza te stesso al posto di tuo figlio

Guarda tutti i comportamenti che ti fanno arrabbiare e chiediti cosa hai bisogno di capire a riguardo. Per fare questo, dovrai dare un’occhiata al cervello in via di sviluppo di tuo/a figlio/a e metterti nei suoi panni per un momento. Con questa nuova comprensione, sarai in grado di vedere il comportamento con meno ansia.

Diciamo che tuo figlio della scuola media vuole comprare le scarpe costose da ginnastica che tutti a scuola indossano, e si mette a urlare quando gli dici di no. Così urli anche tu: “Solo perché tutti le hanno, non significa che devi averle!” E poi pensi tra te e te: “Cosa è successo ai valori che gli abbiamo insegnato? Cosa gli succede? Come mai è diventato così egoista, esigente e maleducato?”

Ora fermati un attimo e visualizza davvero te stesso che entra nei suoi panni. Che cosa puoi ora vedere e capire che non  potevi vedere quando eri nelle tue scarpe? Forse puoi capire con più chiarezza che il problema riguarda meno le sneakers e molto altro sulla sua necessità di adattarsi al gruppo (e non essere diverso). Mentre cresce lui è in un posto dove sente l’urgenza di guardare e comportarsi come i suoi coetanei.

Hai mai provato a non preoccuparti di ciò che gli altri pensavano di te? Come hai fatto? Ora prova ad essere un adolescente o pre-adolescente e fallo. Quasi impossibile, giusto? Non fraintendetemi, capire il comportamento non significa che dovresti arrenderti e andare a comprargli le scarpe costose da ginnastica; significa semplicemente che puoi entrare in empatia con tuo/a figlio/a, e capire le sue esplosioni di rabbia conformandoti e comprendendolo/a  piuttosto che comportarti in modo preoccupato o arrabbiato.

Non prendetela sul personale. Questa nuova regola ti aiuterà sia ad entrare in empatia facendoti calmare prima di discutere di un suo comportamento che pensi sia inappropriato, sia a capire che alcuni comportamenti negativi di tuo/a figlio/a sono normali e in via di sviluppo. Questo può anche aiutarti a depersonalizzare ciò che stanno facendo e vedere il quadro generale un po ‘più chiaramente. In conclusione: il comportamento potrebbe non piacerti, ma almeno sarai in grado di vederlo per quello che è e non prenderlo sul personale.

 

Regola n. 4: chiediti: “È un comportamento negativo o una reazione a qualcos’altro?”

 

A volte trascuriamo l’effettiva causa del comportamento dei figli e lo etichettiamo come negativo. Ma una volta compreso il suo scopo, tutto ci sembra meno catastrofico. Per esempio: diciamo che i genitori di un bambino sono arrabbiati tra di loro per un po’ di tempo.

Il ragazzo percepisce la loro tensione e agisce. Se diventa la spugna emotiva della famiglia, apprende che quando si comporta in modo aggressivo, i suoi genitori si calmano tra di loro concentrandosi solo sul suo comportamento. Perché succede? Loro si concentrano sul comportamento negativo piuttosto che sui propri problemi l’uno con l’altro e si sentono più tranquilli a non dover affrontare le proprie difficoltà. Il bambino cresce e sa che un modo per mantenere i suoi genitori più armoniosi è avere dei problemi da risolvere. Questo accade per lo più inconsapevolmente.

Fai un passo indietro e prova a vedere se il comportamento è un’espressione di “fusione familiare“. Il comportamento del ragazzo dell’esempio esprime ciò che gli altri membri della famiglia non diranno l’un l’altro?

Oppure il suo comportamento aiuta gli altri a non concentrarsi su se stessi, ad abbattere le proprie lotte e comportamenti negativi? Questo si chiama “fusione”. I bambini “ci guardano per vivere”, e intuiranno ciò di cui la famiglia ha bisogno per mantenere un’equilibrio stabile e funzionante.

Ciò significa che agiranno e diventeranno la barra di alleggerimento, se necessario. Una volta che vedi la funzione di determinati comportamenti, puoi vedere il comportamento in una luce diversa.

 

Regola n. 5: Diverso va bene

È naturale sentirsi più positivi sugli altri quando sono “come” noi. Le differenze potrebbero renderci scomodi, ma tieni presente che diverso non è sinonimo di negativo. Se il tuo/a  figlio/a agisce, si comporta o pensa in modo diverso da te, invece di vederlo negativamente, riconosci la differenza e vai avanti.

È così facile vedere gli altri, in particolare i nostri bambini, da un luogo di preoccupazione, e la nostra immaginazione può davvero scatenarsi quando siamo stressati. Cerca di vedere i tuoi figli per quello che sono piuttosto che per chi temi possano diventare. Quando riuscirai a vederli in una luce positiva, ragionevole e realistica, li aiuterai a brillare, fiorire e prosperare.

 

COS’E’ LA “LIBERTA’ PERSONALE”?

L’etimologia della parola libertà viene dal latino libertas, a sua volta derivata da “liber” = uomo legalmente libero cioè il contrario del servus, lo schiavo. Infatti, nell’antichità, si poteva nascere sia “liber”, sia “servus” (e così si poteva rimanere per tutta la vita);  in qualche caso, invece, la libertà si poteva perdere o acquisire (il “liberto”, appunto, era colui che era passato dallo stato di servus a quello di liber).

 

La libertà della persona nell’andare e nel venire, l’uguaglianza davanti ai tribunali, la sicurezza della proprietà privata, la libertà di opinione e la sua espressione, e la libertà di coscienza soggetta ai diritti degli altri e del pubblico.

Libertà è quindi la condizione di chi può decidere a suo piacere della propria persona, di chi può godere della propria autodeterminazione.

La libertà personale così come definita qui, ha due parti distinte ma complementari.

Primo, consideriamo la classica libertà degli individui dall’oppressione statale: la legge protegge i diritti delle persone alla vita, alla libertà, alla proprietà e alla ricerca della felicità, e la legge è rispettata?

Secondo, analizziamo gli atteggiamenti della società: la differenza è accettata e le persone sono libere di vivere la propria vita senza ostilità o indebita pressione sociale?

 

La libertà personale ha raggiunto il suo punto più forte nella storia dell’indice di prosperità, contribuendo in modo significativo alla crescita della prosperità globale complessiva. Ma nonostante questo quadro globale positivo, diverse regioni hanno registrato una riduzione delle prestazioni, tra cui il Nord America e parti dell’Europa occidentale e orientale.

L’idea che ci siamo fatti su cosa sia la libertà personale è che sia qualcosa che non si può solo sognare e dissipare: “La differenza tra sognare la libertà personale e avere una mentalità rivolta alla  libertà personale si riduce all’atteggiamento e all’azione di ognuno di noi“.

Persone che abbiamo intervistato con un alto livello di carica business hanno riportato tre elementi ricorrenti fondamentali nelle loro vite, per riuscire ad avere la libertà intesa a livello globale:

  1. Avere il controllo della propria “time line”.
  2. Avere il controllo della propria direzione.
  3. Avere il controllo delle proprie entrate.

La  “time line” è la linea del tempo di ognuno di noi , ossia il passato, ciò che hai fatto e come lo hai affrontato ( hai l’esempio quindi di cosa andava e cosa non andava per modificare le nuove azioni da intraprendere), il tuo presente e il tuo futuro. Se hai il controllo del presente e ben chiaro il tuo futuro riuscirai a delineare gli spazi necessari per essere libero ORA.

Il controllo della direzione è anch’essa la libertà di poter decidere cosa è meglio fare adesso, per arrivare al tuo focus, che strade prendere e dove direzionare l’ attenzione e su chi, questo in base alle tue priorità. In ultimo, ma non di importanza, è avere il controllo sulle tue entrate, la libertà è anche  finanziaria, il non aver il pensiero di arrivare a fine mese.

La libertà personale quindi, in questo contesto, non significa essere liberi di stare in giro tutto il giorno e giocare ai videogiochi. Piacerebbe a tutti tornare indietro nel tempo all’epoca dei nostri giochi preferiti, o avere il tempo di oziare per l’intera giornata, ma non abbiamo quel tipo di tempo.

Quello che  è in nostro potere ora in merito alla libertà, è il poter di determinare ciò che è importante per noi e per le nostre attività, e di concentrare il nostro tempo e i nostri  sforzi in quel senso.

Quindi cosa significa per te libertà? Devi decidere cosa è più importante per te.

Essere in grado di trascorrere del tempo con la tua famiglia?

Essere in grado di determinare da solo su quali progetti e iniziative lavorerai?

O forse di  metterti in una nuova posizione finanziaria  in cui il tuo reddito non è più determinato da un capo e da uno stipendio fisso mensile ma dalla dipendenza di un’attività in proprio?

Uno degli aspetti più importanti della libertà personale è avere

il controllo del proprio programma, della propria “ TIME LINE”  ed essere in grado di sfruttare quel controllo per essere disponibili anche per gli affetti quando necessario.

Cosa significa ad esempio questa affermazione sopra descritta?

La maggior parte delle persone parla di mancanza di tempo, e quindi mancanza di libertà di fare ciò che ama fare o desidera fare. Ma chi decide per noi?

Chi crea le priorità nella nostra vita? Occorre soffermarsi su questo per capire bene quali sono le nostre priorità e una volta scoperte, lavorare su questo per cambiare la routine e dedicarci alla nostra vera volontà.

C’è chi ama la propria routine perché dice che è un “programma” che funziona bene, anche se a giorni alterni. Grazie, quindi, alla loro personale libertà di pianificazione, hanno cambiato le loro abitudini giornaliere per riuscire ad avere tutti i giorni funzionali al loro programma. Come?

Ad esempio puoi impostare la tua libertà scegliendo di lavorare 10-11 ore al giorno durante la settimana e la maggior parte del sabato e della domenica pomeriggio. Avrai così scelto di investire il tuo tempo nei tuoi affari, nel tuo business poiché la tua libertà è il lavoro e non ti sembra di lavorare in quanto ti occupi di qualcosa che ami

Nel mio caso, in quello che è stata la mia esperienza, il significato più importante che ho dato alla parola libertà è proprio ESSERE ME STESSA. Quindi, non “servus” delle apparenze, di regole date da altri, di schemi e binari che oggi come oggi mi fanno davvero venire l’allergia.

Permettersi di esprimere le proprie emozioni, i propri bisogni, senza paura o vergogna, di dire la propria opinione, di chiedere a prescindere dalle reazioni degli altri, di seguire i propri sogni e scegliere la strada che si vuole seguire… decidendo di diventare la persona che siamo e vogliamo veramente essere… questo, secondo me, è il significato più grande della parola libertà. E non ha prezzo.

Ad esempio, amo il mio lavoro, amo accompagnare le persone nella loro crescita di cambiamento, adoro aiutarle a risolvere le loro difficoltà, a trovare soluzioni ai loro quesiti e malesseri esistenziali.  Sto scrivendo questo articolo  un lunedì sera, ho da poco finito di cenare coi miei figli e prima di accompagnarli a dormire, ho voluto dedicare del tempo a ciò che mi piace e mi impegna con amore.

Sono grata di questa fortuna e grata a me stessa per essermi concessa la libertà di farlo, di scrivere a voi dandov, qualche piccola idea per uscire da certi vortici ansiosi in cui spesso si cade quando non riusciamo a fare tutto ciò che desideriamo.

E forse questa è la più grande libertà personale di tutti.

Essere liberi di perseguire le proprie passioni.

Mi auguro che ognuno di voi riesca a vivere le proprie libertà personali. Il valore è la forza trainante della società – è ciò su cui sono costruiti tutti i sistemi umani.

Nel corso della storia umana, il fondamento delle reti è stato lo scambio – il commercio di beni e servizi, vale a dire il valore. Per essere un’entità libera e competente all’interno di questo sistema umano (in cui viviamo tutti), devi comprendere il valore. Se puoi comunicare in termini di valore e se puoi fornire valore alle persone, puoi creare opportunità per te stesso ovunque.

 

 

 

Tip: la separazione o il divorzio diminuiscono la tua Performance personale?

Durante e dopo la fase di separazione o divorzio è innegabile la sensazione di fallimento che si prova a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi che ci eravamo posti in partenza.

L’umore scende, la voglia di fare anche, il desiderio di essere invincibili e potersi risollevare pure,  e ti sembra che le performance che avevi un tempo siano solo un ricordo e che non potranno tornare più perchè tu sei diverso/a, sei cambiato/a, e di conseguenza devi subire alla situazione che stai vivendo.

Queste sono tutte emozioni e stati che si vivono regolarmente quando si affrontano questi momenti, non sei l’unica/o.

Voglio però rassicurarti sul fatto che esiste la possibilità in cui tu ti sentirai  meglio di prima, meglio di quando eri ragazzo, meglio di quando ti sentivi già forte, questo accadrà se riuscirai a sfruttare il momento che sta accadendo come potenziante per la tua vita e non limitante.

La formula della Performance, chiamata spesso anche equazione della potenzialità, sottolinea il modo in cui possiamo migliorare la nostra performance: analizziamola più in dettaglio.

Come disse Tim Gallwey, pioniere del Coaching e autore del best-seller internazionale – Il gioco interiore del tennis:

“ Nel tennis come nella vita esistono due livelli di “gioco”: quello esteriore espresso sul campo nella sfida con l’altro giocatore, e quello interiore che si svolge fra mente e corpo, pensieri ed emozioni, nel quale gli avversari sono i dubbi, l’insicurezza, l’ansia, il calo di concentrazione”.

In ogni sforzo umano ci sono due ambiti di coinvolgimento: quello esteriore e quello interiore.

  • L’ambito esteriore è ciò che vediamo succedere al di fuori di noi stessi: ad esempio, per un addetto alle vendite possono essere i risultati che ottiene (o che non ottiene, a seconda dei casi).
  • L’ambito interiore è quello degli atteggiamenti e dei valori dentro di noi che favoriscono, oppure ostacolano, quei risultati. Si tratta quindi di superare i nostri ostacoli interiori, come ad esempio dubitare di noi stessi, analizzare eccessivamente le situazioni, o avere paure, preconcetti e convinzioni limitanti.

Rivediamo l’equazione:

  • P =  p – i     (Performance = potenziale – interferenze)

In base a questa formula studiata scientificamente su campioni di livello internazionale, ma valida in qualsiasi ambito di vita,  per aumentare la performance:

  1. bisogna accrescere e sviluppare il fattore p, le proprie potenzialità 
  2.  ridurre o eliminare il fattore i, le interferenze.

 

Una rosa è una rosa, dal momento in cui è un bocciolo, a quello in cui appassisce e muore. Da quel primo momento fino alla fine contiene il suo intero potenziale.

Per un tennista, come per chiunque altro, il primo passo nella giusta direzione è vedere e sentire ciò che sta facendo, cioè aumentare la consapevolezza di ciò che realmente è.

Vincere significa superare gli ostacoli per raggiungere uno scopo, ma il valore del vincere è grande solo nella misura del valore dello scopo raggiunto. 

In altre parole, lo scopo del successo non è necessariamente il raggiungimento di un obiettivo, quanto la conoscenza di noi stessi che acquistiamo per raggiungere la nostra performance migliore.

 

S.O.S: Come dire ai figli che mamma e papà si separano o divorziano

Una guida per fasce d’età

La notizia che mamma e papà si stanno separando colpisce un bambino di tre anni e un bambino di undici anni in modo diverso. Ecco come aiutare i bambini a gestire la situazione  a qualsiasi età.

Due genitori premurosi si sedettero accanto al loro figlio in età prescolare per informarlo del loro imminente divorzio. Con attenzione e dolcezza, gli dissero che mamma e papà avrebbero smesso di vivere insieme e che da quel momento avrebbero vissuto in case diverse, ma lui li vedrà comunque regolarmente entrambe. Finirono col dirgli il punto più importante, che mamma e papà lo amavano ancora di più e gli chiesero se avesse delle domande. Il bambino di quattro anni rimase in silenzio, poi disse: “Chi si prenderà cura di me?”

Questa piccola storia, raccontata dallo psicologo, mediatore e scrittore californiano Joan B. Kelly, offre una finestra sulle differenze tra le esperienze di divorzio tra adulti e bambini. Questi genitori avevano fatto tutte le cose giuste, avevano cercato una consulenza professionale e cercavano di dare a loro figlio le informazioni essenziali senza agitarlo. Eppure non sono riusciti a superare questo punto chiave, che poteva sembrare ovvio per loro, ma non lo era per il figlio.

Gli adulti vedono il divorzio per la complessa e sfaccettata situazione che è. I bambini piccoli tendono a vederlo in termini concreti ed egocentrici. Grandi rassicurazioni significheranno poco per un bambino che si chiede, “Dove vivrà il gatto?”,ad esempio . Capire dove sono i bambini, a livello evolutivo, può aiutarli ad adattarsi alla realtà del divorzio.

Come parlare ai figli dai 3 ai 5 anni sul divorzio:

  •  iniziano a sviluppare l’indipendenza, ma ancora altamente dipendenti dai genitori
  • capacità limitata di comprendere causa ed effetto; ancora incapaci di pensare al futuro
  • la comprensione del mondo ruota intorno a se stessi
  • la linea tra fantasia e realtà è a volte sfocata
  • alcune capacità di pensare ai sentimenti, ma limitata capacità di parlarne.

 

Quando ho incontrato Nicola e sua moglie Lisa l’autunno scorso, mi hanno raccontato della loro separazione e che i loro due figli, Andrea, sei anni, e Caterina, quattro, erano già abituati a stare con papà la maggior parte del tempo, dal momento che il lavoro di mamma la teneva fuori  città sempre, tranne per pochi giorni al mese. Quindi, quando Lisa si trasferì dalla loro casa di Milano a Firenze,  ci volle un po ‘di tempo per capire il cambiamento. Quando i bambini tornarono a Milano dopo la loro prima visita a Firenze,del fine settimana alla mamma, Caterina disse: “Mamma torni  a casa nostra aMilano?” Anche se l’avevano appena lasciata. Ci vorrà tempo per la piccola e molte spiegazioni semplici, prima che lei possa capire e metabolizzare come stanno realmente le cose.

 

A cosa prestare attenzione: i segni di sofferenza nei bambini in età prescolare includono paura, rabbia o instabilità emotiva, che possono essere espressi indirettamente attraverso l’attaccamento, l’ansia o l’irritabilità generale. I bambini in età prescolare possono anche rallentare il loro sviluppo e avere risvegli notturni frequenti, per esempio.

Con la loro limitata capacità cognitiva, i bambini di tre e quattro anni possono sviluppare idee imprecise sulle cause e gli effetti del divorzio, specialisti in parent coaching americani hanno affermato che i bimbi in questa situazione pensano: “Se papà è quello che lascia la casa, ‘papà mi ha lasciato,’ piuttosto che ‘papà ha lasciato mamma,'”.  I bambini devono capire che la decisione di vivere separati è una decisione degli adulti e per  loro è difficile capirlo.

 

Priorità genitoriali: la cura costante da ai bambini un senso di stabilità e rassicurazione, quindi, per quanto possibile, le vite dei bambini devono essere ancorate alle loro normali abitudini (pasti, giochi, bagno, letto) in presenza di un genitore che è “lì per loro”. Questo, ovviamente, è importante per tutti i bambini , ma soprattutto dopo il divorzio.

I bambini in età prescolare hanno bisogno di spiegazioni semplici e concrete. Attenersi a quelle basiche: quale genitore si trasferirà, dove il bambino vivrà, chi si occuperà di lui e con quale frequenza vedrà l’altro genitore. Siate preparati alle domande; fornite risposte brevi, quindi attenderete per vedere se ce ne sono altre. Non aspettatevi che una conversazione  finisca il vostro lavoro; pianificate diversi e brevi colloqui coi piccoli.

Come parlare ai figli dai 6-11 anni sul divorzio:

Da 6-8 anni 

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OBIETTIVI E RISULTATI ” BEN FORMATI” TI AIUTANO A VIVERE MEGLIO

La maggior parte delle persone ha scopi o obiettivi, cose che cerca di fare o di raggiungere. Magari ci concediamo un attimo dopo Natale e stiliamo una lista di intenzioni per l’anno nuovo, ma troppo spesso a metà gennaio ce ne siamo già dimenticati o ci siamo già arresi.

In base alla mia esperienza, preferisco  usare il termine “risultato” invece che “obiettivo”.
Il dizionario definisce la parola risultato come “qualcosa che consegue a un’azione; la conseguenza di qualcosa”.

La differenza tra obiettivo e risultato desiderato può non essere immediatamente evidente, ma è rilevante:

  • un obiettivo è sempre qualcosa che desideriamo
  • un risultato è ciò che otteniamo in conseguenza delle nostre azioni. Non è tuttavia necessariamente qualcosa che desideriamo.

La ragione per cui i propositi per l’anno nuovo spesso muoiono sul nascere o non mettono mai radice è che essi sono spesso, “mal formati”: non sono specifici o hanno conseguenze che non abbiamo considerato e che inconsciamente ne impediscono la realizzazione.

 

RISULTATI “BEN FORMATI”

Nel business si usa spesso la sigla SMART  (acronimo di SpecificoMisurabileAttualizzabile,   Realistico e Temporalmente determinato) per indicare il criterio di definizione di buoni obiettivi. Si tratta di un processo valido e prezioso, che ha però i suoi limiti. Gli obiettivi possono comunque risultarne non del tutto definiti e ponderati.

E’ importante che i risultati desiderati siano “ben formati”, ossia che soddisfino una serie di rigorosi criteri o “condizioni di buona formazione”, studiati per aumentare le probabilità di successo. Questi criteri sono:

  1. Il risultato desiderato deve essere espresso in termini affermativi.
  2. Deve essere il più specifico possibile.
  3. Deve essere sottoposto al proprio controllo.
  4. Bisogna avere accesso alle risorse necessarie.
  5. Deve conservare eventuali vantaggi e benefici preesistenti.
  6. Bisogna considerare il contesto.
  7. Deve avere una procedura di verifica basata sui sensi Bisogna controllare che sia ecologicamente sostenibile.
  8. Bisogna definire il primo passo da compiere.

 

  1. IL RISULTATO DESIDERATO DEVE ESSERE ESPRESSO IN TERMINI AFFERMATIVI

 

Molte persone esprimono i propri obiettivi in termini negativi:

  • Non voglio più fumare
  • Non voglio sentirmi nervoso quando parlo in pubblico
  • Non voglio preoccuparmi del futuro

C’è tuttavia un problema legato a questo modo di pensare, dovuto al particolare funzionamento della nostra mente. Quando utilizziamo delle formulazioni per negazione, finiamo per concentrarci su ciò che non vogliamo, cosa che sortisce l’effetto opposto di quello voluto.

Se qualcuno vi dice “Non pensare a una chitarra”, l’unico modo per ricordare di non pensarci è proprio pensarci. Dovete portare alla mente la chitarra e poi cancellarla. Per questo la PNL insiste sul fatto che tutti i risultati desiderati siano espressi in termini affermativi.

Dunque “Non voglio sentirmi nervoso quando faccio presentazioni” viene trasformato in “Voglio sentirmi sicuro di me quando faccio presentazioni”: una formulazione su cui la mente può concentrarsi senza distrazioni.

Può sembrare un semplice gioco di parole, ma formulare i risultati desiderati in termini positivi è un passo cruciale per realizzarli.

 

  1. DEVE ESSERE SOTTOPOSTO AL PROPRIO CONTROLLO

 

È anche essenziale che il risultato desiderato sia sottoposto al vostro controllo

Il problema di un risultato come “Voglio che mia figlia vada bene all’università” è che non è totalmente sottoposto al proprio controllo: dipende dalle azioni della figlia.
Voglio fornire tutti i materiali e il sostegno necessario perché mia figlia studi”, o “Aiuterò mia figlia in tutti i modi possibili” sono entrambi risultati ben formati in questo senso.

L’essenza di questo requisito, come la esprimono Steve e Connirae Andreas in Heart of the Mind, è che:

“l’obiettivo è formulato in un modo che implica che sarete voi stessi a realizzarlo, indipendentemente  da quello che fanno le altre persone”.

 

  1. DEVE ESSERE IL PIÙ SPECIFICO POSSIBILE

 

Molti risultati desiderati sono vaghi e nebulosi, come “Voglio fare qualcosa di interessante” o “Voglio essere ricco”.

Quando raffiniamo un risultato desiderato chiarendo i dettagli, il tutto diviene più vivido e reale. Più specifici siamo, meno è probabile che ci ritroviamo alla fine con qualcosa di indesiderato.

Volete essere ricchi?
Quanto ricchi, specificamente?
Volete fare qualcosa di interessante?
Cosa, esattamente?

Risultati desiderati troppo piccoli o che sembrano irrilevanti potrebbero non essere abbastanza motivanti. Se è questo il caso, può essere necessario passare a un risultato di un livello sovraordinato e più generale, un “meta-risultato”. Il risultato “pulire la macchina una volta alla settimana” può sembrare da poco, ma se è collegato a “mantenere in buone condizioni la macchina così da poterla vendere al prezzo più alto” apparirà molto più valido.

 

  1. DEVE AVERE UNA PROCEDURA DI VERIFICA BASATA SUI SENSI

 

Questo criterio di buona formazione è collegato al precedente. Una volta definito il risultato nel modo più specifico possibile, è necessario avere pronta anche una procedura di verifica basata sui sensi.

Nel caso lavoraste con un’altra persona le potreste chiedere: “Come saprai di aver realizzato il risultato desiderato?”, aspettandovi una risposta in termini di ciò che la persona vedrebbe, udrebbe, percepirebbe, gusterebbe o odorerebbe.

Questo grado di specificità è necessario perché le persone spesso impiegano procedure di verifica astratte: come per molte altre cose, a contare sono i dettagli.
Immaginare di avere già ottenuto il risultato può essere un modo utile di chiarire la procedura di verifica.

 

  1. BISOGNA CONSIDERARE IL CONTESTO

 

È anche essenziale considerare dove, quando e con chi si desidera il risultato. Riguarda la vita nella sua totalità o solo un suo aspetto? Un risultato che va bene in un contesto potrebbe non essere ottimale in un altro. Una persona potrebbe desiderare più sfide al lavoro, ma più tranquillità a casa.

 

  1. BISOGNA AVERE ACCESSO ALLE RISORSE NECESSARIE

Solitamente le persone nel passaggio dal loro “stato presente” a uno “stato desiderato” hanno bisogno di “risorse”. Queste possono essere interiori (abilità, conoscenze, comprensione, coraggio etc.) oppure esterne (denaro, contatti o equipaggiamento).

Se, per esempio, il risultato desiderato fosse quello di correre una maratona, che risorse ha la persona, cosa può già fare? Magari corre regolarmente 15 chilometri. Ha calzature di qualità che possono supportarla nella corsa. Ha un amico che vuole correre a sua volta, e con il quale allenarsi. E via dicendo. Che risorse le mancano?

Lo scopo di questo criterio è fare in modo che la persona valuti in modo realistico se ha già o può ottenere le risorse necessarie per realizzare il risultato.

 

  1. DEVE CONSERVARE EVENTUALI VANTAGGI  E BENEFICI  PREESISTENTI

 

Molte persone sono motivate e dedite a realizzare un risultato, eppure non ce la fanno o si arrendono. Spesso questo accade perché i comportamenti da cambiare prevedono anche dei benefici che andrebbero perduti se il risultato venisse raggiunto.

Le persone che bevono troppo caffè, ad esempio, o quelle che sono sempre in ritardo agli incontri, ricavano qualcosa di positivo da questi comportamenti, altrimenti cesserebbero di esibirli. Potrebbe essere l’energia della caffeina in un caso, e il desiderio di sfruttare al massimo il tempo nell’altro.
Ma non esistono risposte standard: i benefici secondari sono specifici per ogni singola persona e situazione.

A volte questi aspetti “positivi” di comportamenti “negativi” non sono ovvi, ma è essenziale tenerne conto perché il risultato desiderato possa realizzarsi. Una volta che si è presa coscienza di questi effetti secondari positivi, si può arrivare alla conclusione che non sono più validi.

 

  1. BISOGNA CONTROLLARE CHE SIA ECOLOGICAMENTE  SOSTENIBILE

 

Ciascun risultato che scegliamo e raggiungiamo, per quanto piccolo sia, creerà degli effetti che si riverseranno sul mondo che ci circonda e le persone che lo abitano.

Se siete un manager e profondete molta energia nel lavorare su un grosso progetto, avrete meno tempo da dedicare al vostro staff (e alla vostra famiglia e ai vostri amici). Potreste dover sospendere per qualche tempo i vostri interessi e i vostri hobby. Potreste non avere più tempo per andare in palestra, e la vostra salute e forma fisica potrebbero risentirne.

L’ecologia riguarda le conseguenze per il sistema nella sua interezza. E questa condizione di buona formazione richiede di pensare attentamente e profondamente ai vantaggi e agli svantaggi che derivano da qualsiasi azione prescelta.

Volete il risultato a qualsiasi costo? Magari volete essere più qualificati per migliorare le vostre prospettive di carriera. Siete pronti a trascorrere sei anni a studiare presso un’università a distanza e a investire migliaia di euro ogni anno per farlo? Il denaro è un fattore che pochi di noi possono ignorare quando si tratta di accertarsi che un risultato desiderato sia ben formato.

Alcuni risultati possono letteralmente cambiare il modo in cui pensiamo a noi stessi. Questo vi porta nella direzione desiderata? Vi avvicina o no a essere la persona che volete essere?

 

  1. BISOGNA DEFINIRE IL PRIMO PASSO DA COMPIERE

 

Trasformare un risultato desiderato in realtà richiede di agire. Come recita un antico proverbio, “anche il più lungo dei viaggi comincia con un singolo passo”.
Definire quel primo passo è la parte finale e importantissima del processo per avere un obiettivo ben formato. Se si salta questa fase, probabilmente non si procederà poi nemmeno a fare il resto.

Mi farebbe piacere se lasciaste una risposta a questa domanda, sarebbe già un buon punto d’inizio verso il raggiungimento del risultato/ obiettivo

Cosa farete precisamente, e quando lo farete?

 

COSA FANNO LE PERSONE CHE SONO FELICI PER ESSERE FELICI?

Normalmente pensiamo che l’obiettivo finale di tutti sia essere felici e amare la propria vita.

Ma quante persone davvero lo sono? Se mai incontrerai i pochi fortunati che amano sinceramente la vita che stanno vivendo, potresti chiedergli: “Cosa stai facendo in modo diverso dagli altri per stare così bene?”

Se questo pensiero ti è mai passato per la testa, ti diamo un piccolo elenco, in base alla nostra esperienza di coach, di cose che queste persone “fortunate” fanno per essere felici,  così da crearti spunti di riflessione per la tua vita.

1.Sono consapevoli  che la vita è breve.

Potrebbe sembrare un cliché, ma le persone che amano le loro vite sanno che ogni momento è un dono prezioso. Spesso hanno in mente la loro mortalità, non in modo ossessivo, ma in un modo che ricorda loro di vivere ogni giorno al massimo e di non dare per scontata una sola cosa.

2.Non chiedono l’attenzione degli altri.

Se sei felice e ami la vita che stai vivendo, non è necessario essere il centro costante dell’attenzione altrui. Le persone che amano le loro vite tendono ad essere sicure di sé e non hanno bisogno che tutti cadano ai loro piedi per sentirsi bene con se stessi.

3.Sono saggi nei  loro acquisti.

Le persone felici si rendono conto che essere impulsivi o troppo generosi in certi acquisti, creerà in loro conseguenze negative. Pensano prima di passare ai fatti, nel caso chiedono finanziamenti e si assicurano di non indebitarsi mai, perché ciò causerebbe uno stress non necessario.

4.Sono in contatto con i loro sentimenti.

Una cosa molto bella  della vita è amare le altre persone e sentire profondamente le nostre emozioni. Non possono garantire che le loro emozioni siano sempre buone, le persone che amano le loro vite si permettono di sentire ed esprimere emozioni, si rendono conto che i sentimenti fanno parte della vita e non li reprimono.

 5.Rivendicano il loro potere.

In altre parole, non permettono a nessuno di controllare il loro mondo. Per esempio: se qualcuno gli dice qualcosa di brutto , non gli lasciano spazio per rovinargli la vita. Cambiano ciò che possono, accettano ciò che non possono e lasciano che le emozioni negative li attraversino così da non lasciare che altre persone controllino il loro stato d’animo.

6.Consapevolmente agguerriti.

La vita non va mai come ci aspettiamo. Le persone felici lo sanno. Sanno che l’imprevisto può accadere, ma questo non gli impedisce di essere felici, semplicemente spostano le loro prospettive e trovano altre direzioni.

7.Sanno come controllare le loro azioni.

Alcune persone pensano che le azioni siano il risultato di qualche forza esterna. Quante volte hai sentito, “Mi ha fatto urlare perché ha detto qualcosa di stupido!” No. Nessuno ti fa gridare,tranne te. Sì, le persone possono farti arrabbiare, ma quello che fai con quella rabbia – e come lo incanali in un’azione – è un’altra storia. Le persone che amano le loro vite lo sanno.

8.Prendono la responsabilità delle proprie azioni.

Nessuno è perfetto. Come detto sopra, le persone felici sanno controllare le loro azioni. Tuttavia, a volte commettono errori. Se perdono temporaneamente il controllo e si comportano in un modo da  ferire qualcuno (o in modo non produttivo), si scusano. Dopo che si sono scusati, cambiano il loro comportamento.

9.Trasformano la loro passione in una carriera.

Probabilmente hai sentito la gente dire “Fai quello che ami e non lavorerai mai un giorno nella tua vita”. Molte persone sono d’accordo, ma non sanno come farlo accadere. Le persone che amano la vita sanno che c’è un modo per trasformare qualsiasi passione in un’opportunità economica.

10.Sanno di avere la capacità di controllare i loro pensieri.

Molte persone pensano che i loro pensieri siano senza controllo.Questo non è vero. In qualsiasi momento, hai la possibilità di scegliere un pensiero diverso., all’inizio potresti non crederci, ma più cambi il tuo pensiero in positivo più e più volte nella tua testa, più inizierai a viverlo davvero.

11.Si associano solo a persone positive che li rendono energeticamente forti.

Le persone felici non amano essere attorniati da persone negative. Si prosciugano e probabilmente preferiscono essere a casa a leggere un buon libro da soli rispetto a qualsiasi negatività. A nessuno piacciono i reclami, quindi le persone che amano le loro vite si circondano solo di altre persone positive.

12.A loro piace stare con le persone stare da soli.

Essere socievoli è divertente, ma anche essere soli ha i suoi benefici. Le persone che amano le loro vite sono in grado di incorporare entrambi nelle loro vite. Non necessariamente si appoggiano ad entrambi gli estremi; tendono ad avere equilibrio

 13.Sono fiduciosi nelle scelte che fanno.

Hanno la capacità di fare un passo indietro e analizzare logicamente le scelte che gli si presentano. Pensano prima di agire. Guardano le possibili conseguenze di ciascuna scelta. Una volta presa una decisione, ne sono fiduciosi. Anche se non risulta come previsto, possono cambiare le prospettive abbastanza facilmente e felicemente (vedi sopra).

14.Sanno come avere un’influenza positiva sugli altri.

Queste persone sanno che la loro vita è un esempio per il mondo. Sanno che altre persone li stanno guardando e cercano di essere da esempio. Vogliono solo diffondere felicità e gioia avendo un buon comportamento.

15.Amano se stessi.

Questo non è amore narcisistico (il narcisismo non è affatto amore per se stesso). Quello che vogliamo dire, concludendo,  è che a loro piace sinceramente chi sono. In altre parole, se fossero qualcun altro, probabilmente sarebbero amici con se stessi. Pensano di essere piuttosto fantastici.

Se non ami la tua vita, non perdere la speranza. Ci sono sempre dei cambiamenti che puoi fare per diventare più felice. Queste cose sono solo l’inizio per essere felici e amare la tua vita. Perché non provarne alcuni già da oggi?

 

La famosa “pausa di riflessione”, può aiutare a riunire la coppia?

Ci sono tre ragioni principali per cui le coppie si separano, la prima è per anticipare il divorzio, la seconda è per ottenere una nuova prospettiva sul matrimonio , e quella secondo me è la più importante e che vi deve far riflettere, la terza  per migliorare il matrimonio .

Sono un grande sostenitrice del valore funzionale di una piccola pausa di riflessione per rafforzare il matrimonio, una relazione che barcolla, una relazione che deve maturare,  se è fatta nel modo giusto per le giuste ragioni e se ci sono accordi chiari fin dall’inizio, un piccolo allontanamento per un breve periodo può aiutare.

Questa separazione può essere fatta in qualsiasi momento e, in effetti, viene fatta sempre da più coppie anche se ancora viene percepita dalla maggior parte della gente, come una cosa “sbagliata”.

Nella nostra cultura, la separazione, è vissuta come  la rottura definitiva della coppia. Si provano inizialmente e si cercano tante soluzioni, interventi e tattiche per riportare il matrimonio in carreggiata ma quando non c’è più nulla da fare, o almeno si crede non ci sia, ci si separa ma in definitiva si divorzia.

Piuttosto che un fine, tuttavia, la separazione può essere uno strumento utile per  stare insieme; sembra un controsenso, lo so, quando un matrimonio è nei guai e le relazioni sono fragili, la maggior parte delle persone, io per prima, pensava fosse meglio cercare di stare vicini al proprio partner.

Il pensiero di creare distanza in un momento del genere infatti, infonde molta paura di perdere il controllo del coniuge e della propria relazione. Questo si verifica maggiormente se il legame tra i due è stato indebolito da una fiducia tradita. Ma utilizzato con cura e abilità (e con qualche tipo di supporto professionale), la separazione temporanea può essere molto efficace per riavvicinare due persone.

Voglio darti allora qualche linea guida per una separazione temporanea efficace per riunire la coppia successivamente.

  1. Cerca un supporto di un professionista esterno a voi.  Alcune coppie possono farlo anche da sole, consiglio però vivamente di cercare qualche tipo di supporto per facilitare questo processo. Può essere complicato farlo da soli, specialmente se questo viene fatto mentre ci sono attualmente tensioni o problemi tra i coniugi. Questo può essere un life coach, un consulente di coppia, un terapeuta.
  2. Imposta aspettative chiare e ragionevoli.  Le regole di base sono indispensabili per mantenere un senso di fiducia tra le parti. Se una persona si aspetta di comunicare ogni giorno, ma l’altra no, ciò potrebbe causare sensazioni offensive. Sapere cosa aspettarsi evita questo tipo di situazione.
  3. Scopri il tuo obiettivo e chiedi quello del tuo partner.  Non dare per scontato che entrambi abbiate lo stesso obiettivo, avete davvero bisogno di essere d’accordo sul fatto che la vostra intenzione di vivere separati temporaneamente sia quella di migliorare il vostro rapporto/matrimonio. Ancora una volta, se uno dei coniugi pensa che la separazione sia un passo verso il processo di divorzio, ma l’altro pensa che sia un temporaneo “time-out”, ciò può causare una profonda spaccatura nella fiducia tra i due. Avere lo stesso obiettivo in questo esercizio è particolarmente importante per renderlo un esercizio di successo.
  4. Mantenere una comunicazione regolare.  Non avere alcun contatto per un lungo periodo di tempo può effettivamente iniziare a  danneggiare la connessione coniugale. Invece che una soluzione di “Assenza temporanea che fa sentire la mancanza”, se non vi sentirete per un tempo troppo prolungato potrebbe finire per diventare “Lontano dagli occhi, lontano dalla mente e dal cuore”.

La durata media di una separazione temporanea di rinnovamento è di circa sei mesi.

Per chi NON è adatta una separazione temporanea?

Ci sono alcune persone per le quali questo strumento non funzionerà. È fondamentale che ogni coniuge sia onesto con se stesso e onesto l’uno con l’altro sul motivo per cui sta facendo questo esercizio: se tu o il tuo coniuge state cercando di semplificare il processo di separazione per sentirvi meno in colpa e più leggeri, questo NON è lo strumento da utilizzare. Se non  intendi  stare con il tuo partner, la   cosa peggiore che puoi fare è  fingere  di essere interessato a lavorare con lui per tornare insieme.

Se sei confuso sull’opportunità o meno di rimanere nel matrimonio o nella relazione, è importante dirlo in anticipo. È molto più difficile per il coniuge che desidera restare insieme, sopportare la menzogna che appena la separazione terminerà torneranno insieme impegnati nella loro relazione, per poi invece scoprire in seguito che l’altro voleva andarsene da sempre.

Coloro che hanno avuto ripetute violazioni di fiducia o coloro che hanno difficoltà a credere, non dovrebbero provare una separazione temporanea di questo tipo. Questo esercizio richiede molta maturità e può sollevare più ansia di quanto valga per coloro che sono disonesti o insicuri.

Ovviamente pausa di riflessione può essere adattata in modo specifico alle tue esigenze e alla tua situazione e può essere implementata o annullata in qualsiasi momento. L’importante è il dialogo col partner e l’onestà.

Se hai bisogno di aiuto contattami senza impegno, ne parleremo per capire cosa è meglio fare per farti stare bene.

Come “sopravvivere” alle festività dopo la separazione

Ammettiamolo, alcune vacanze saranno terribili. Ma ci sono alcuni trucchi che renderanno il Natale sopportabile, indipendentemente dalla tua situazione.

Se celebrare la nascita del bambino Gesù è il tuo senso della festa, allora il primo Natale dopo che la tua famiglia si separa rischia di essere maledettamente orribile. Che tu sia un amante gentile di orpelli o un antagonista del Natale, il primo che passerai da solo è divertente quanto una sbornia da tequila. Se sei fortunato, lo supererai senza far cadere la testa nel bagno. E come una sbornia, non c’è davvero modo di sfuggire al dolore.

Nel corso degli anni ho visto molte persone cercare di evitare il dolore di un Natale appena spezzato, e quando finalmente è arrivato il mio turno, ho fatto i miei sciocchi tentativi di scappare dai fantasmi dei tempi passati.

Ho provato il Natale in fuga, tornando verso la mia famiglia d’origine solo per scoprire che, naturalmente, mancava ancora qualcuno, e quindi ero ancora triste. Ho provato il Natale “che non c’è”, e ho trascorso una misera giornata lavorando duramente, immaginando che il Natale non ci fosse in tutto il mondo, per poi finire sul divano con una tazza di tè caldo, in lacrime mentre guardavo Il Piccolo Lord.

Mi ci è voluto un po ‘per arrivare a trovare la consapevolezza che mi ha permesso di “Riamare” il natale come giusto che sia e farmi vivere con una gioia immensa le festività anche da separata, con il nuovo programma di vacanze.

Quindi, nella speranza di salvarti anni di miseria festiva, ho compilato una piccola lista di idee per aiutarti a navigare il periodo senza sofferenze inutili. Perché se riesci ad affrontare le vacanze a testa alta, hai la possibilità di creare qualcosa di adorabile dal relitto della tua vita precedente.

  1. Pensa a cosa è andato

Questa è la parte più difficile. Se puoi occuparti di risolvere questo delicato inghippo, hai la chiave per fare pace con questo periodo. Cerca di affrontare le cose che non succederanno mai più.

Alcune persone si siedono a festeggiare dopo che i conti bancari sono stati divisi, ma forse non è il vostro caso, quindi fai un favore a te stesso e cerca di non litigare con gli dei della separazione e accetta che la tua famiglia, come la conoscevi, e molte delle cose che hai condiviso, non saranno mai più così.

Come in una partita di carte, se cerchi di giocare quella mano che pensi che avresti dovuto avere piuttosto che le carte che hai in mano, ti garantirai solo anni di miserabili momenti natalizi.

Questa è vita. Le cose brutte accadono, le cose si rompono, si rovinano e poi raccogli le piccole cose ininterrotte e lasci andare il resto. Quindi ricostruisci, se non puoi accettare ciò che è andato, non puoi costruire una nuova vita. È semplice.

  1. Salva solo cose che ami di più

In ogni festa ci sono le cose che suonano davvero i tuoi rintocchi e le cose invece che delle quali puoi vivere senza. Ci sono un sacco di sciocchezze per le vacanze che non mi mancano per nulla,  ma alcune che sono assolutamente essenziali. I tortelli di zucca con gli amaretti che la mia nonna era solita fare, una storia natalizia su un gufo e alcune talpe che vogliono un telescopio da Babbo Natale per vedere le stelle, e le tombolate coi parenti dopo aver finito il pranzo sono assolutamente inseparabili dal Natale per me.

Qualunque pensi sia la forma che prenderà quel giorno per te quest’anno, assicurati di rimanere aggrappato alle parti cruciali e importanti del giorno, che ti fanno sentire come se la celebrazione fosse effettivamente tua.

  1. Non avere paura di costruire qualcosa di nuovo

Il Natale potrebbe essere attualmente a pezzi, lo so, ma cerca di vederlo come un agente immobiliare vede una casa in rovina cioè come un’opportunità di rinnovamento. Sia che tu passerai la giornata con il gatto, con i tuoi figli e senza soldi, in un rifugio o sul divano della tua zia, non perderti, esiste sempre qualche  opportunità  per costruire qualcosa di nuovo e che sia significativo per te.

Vorrei non aver trascorso un miserabile giorno di Natale sul divano piangendo e guadando il Piccolo Lord. Avrei voluto essere abbastanza coraggiosa da fare un viaggio, guardare via Skype mia sorella o fare un salto a casa di amici veri. Quando hai troppa paura di costruire una cosa nuova, tutto ciò che ti rimane è il casino che la vecchia cosa ha lasciato.

  1. Avere nuove consapevolezze ti aiuta

Quando alla fine ho smesso di scappare dal dolore del Natale da separata, le cose hanno cominciato a girare decisamente meglio. I miei nuovi “ compagni”, i miei figli ed io ci siamo seduti insieme a guardare il Piccolo Lord, e quella volta mi è piaciuto tantissimo e non ho pianto, abbiamo mangiato i tortelli della nonna ed erano squisiti e ala fine abbiamo giocato a tombola per ore ridendo, scherzando e apprezzando il bello dello stare tutti insieme.  Ad un certo punto della giornata, ognuno di noi ha detto un pensiero su cosa e chi gli mancava, e ci siamo confortati l’un l’altro con serenità. Nessuno fingeva che la nostra famiglia fosse perfetta ed è stata una bella giornata.

Trascorrere il tuo Natale cercando di non essere triste, desiderando che tutto sia normale come prima è come trattenere il respiro e sperare di rimanere in vita. Semplicemente non funzionerà. Non puoi sfuggire al dolore della rottura o del “lavoro” di ricostruzione della tua vita, devi solo sopportarlo ed accettarlo. Questa è la verità che ti aiuterà a stare meglio.

Non puoi passarci sopra; devi metterti in moto e riprogettare la tua vita e sappi che quello che otterrai è un’altra meravigliosa opportunità per godere di cose molto più appaganti di quello che avevi prima. Non lasciarti andare.

                                                                                        Buon Natale 

 

   Reinhold Niebhur

Accettate con serenità le cose che non possono essere cambiate, usate il coraggio per cambiare quelle che dovrebbero essere cambiate, e la saggezza per distinguere le une dalle altre

                                                                                  Reinhold Niebhur

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