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il potere delle convinzioni

Le convinzioni hanno un effetto potente sulla nostra vita.

È risaputo che se qualcuno crede veramente di poter fare qualcosa la farà, e se crede che qualcosa sia impossibile nessuno sforzo lo convincerà che la si possa realizzare.

Sfortunatamente molti malati, come quelli colpiti dal cancro o da malattie cardiache, spesso si presentano ai medici ed ai loro amici con la stessa convinzione menzionata in questa storia.

Spesso le convinzioni del tipo:

  • Ormai è troppo tardi”,
  • “In ogni caso non c’è niente che io possa fare”,
  • “Sono una vittima… è giunta la mia ora”

possono limitare tutte le risorse della persona.

C’è una vecchia storia, riportata da Abraham Maslow( psicologo statunitense, ricercatore) su un paziente in cura presso uno psichiatra. Quel tale non mangiava o non si prendeva cura di sé, sostenendo che era un cadavere.
Lo psichiatra trascorse molte ore discutendo con lui per tentare di convincerlo di non essere un cadavere.
Alla fine gli chiese se i cadaveri sanguinano. L’uomo rispose: “Naturalmente i cadaveri non sanguinano, tutte le loro funzioni vitali sono cessate”.
Allora lo psichiatra lo convinse a tentare un esperimento. Lo avrebbe punto cautamente con uno spillo per vedere se cominciava a sanguinare. Il paziente acconsentì. Dopo tutto, era un cadavere.
Lo psichiatra lo punse delicatamente con un ago e questi, ovviamente, cominciò a sanguinare. Il paziente assunse un’espressione turbata e stupita e disse, con un filo di voce: “Dannazione… i cadaveri SANGUINANO!”

Le nostre convinzioni riguardo a noi stessi ed alle possibilità offerte dal mondo in cui viviamo, incidono sensibilmente sulla nostra efficienza giornaliera.

Tutti noi abbiamo sia delle convinzioni che rappresentano delle risorse sia delle convinzioni che ci limitano.

Un altro esempio del potere delle convinzioni, sia di quelle limitanti che di quelle potenzianti, è quello del ‘miglio in quattro minuti’.
Prima del 6 Maggio 1954, si credeva che quattro minuti fossero una barriera insuperabile per la velocità con cui un essere umano può percorrere circa un km e mezzo.
Nei nove anni che precedettero la giornata storica in cui Roger Bannister infranse il tetto dei quattro minuti, nessun atleta si era neanche avvicinato a quel record.
Entro le sei settimane successive all’impresa di Bannister, l’atleta australiano John Lundy lo abbassò di un altro secondo.
Entro i nove anni successivi quasi duecento persone hanno infranto quella barriera apparentemente impenetrabile.

Il potere delle convinzioni è stato dimostrato grazie ad una ricerca illuminante su alcuni bambini che, in seguito ad un test, erano stati ritenuti di media intelligenza, divisi in modo casuale in due gruppi di uguale entità.

Uno dei gruppi è stato assegnato ad un insegnante a cui è stato detto che i bambini erano “dotati”.

L’altro gruppo è stato affidato ad un insegnante a cui è stato detto che i bambini erano “lenti nell’apprendimento”.

Dopo un anno i due gruppi sono stati sottoposti nuovamente ai test di intelligenza.

Non è certo sorprendente che la maggioranza del gruppo che era stato arbitrariamente classificato come “dotato” abbia ottenuto risultati migliori che in precedenza, mentre la maggioranza dei bambini del gruppo classificato “lento nell’ apprendimento” abbia ottenuto risultati inferiori.

Le convinzioni dell’insegnante riguardo agli studenti avevano influito sulla loro abilità di apprendere.

Certamente, questi esempi sembrano voler dimostrare che le nostre convinzioni possono plasmare, influenzare o perfino stabilire il nostro grado di intelligenza, di salute, di relazioni, di creatività, addirittura il nostro grado di felicità e di successo personale.

Inoltre, se le nostre convinzioni esercitano un potere così straordinario sulla nostra vita, in che modo possiamo controllarle ed evitare che siano esse a controllarci?

Molte convinzioni sono state installate dai genitori, dagli insegnanti, dagli educatori e dai media quando eravamo bambini, prima che fossimo consapevoli del loro impatto, o che fossimo in grado di fare delle scelte in merito.

Per cambiare qualcosa, devi prima identificarlo.È importante rimanere pertinenti.

Tutti abbiamo tonnellate di convinzioni limitanti, ma la verità è che molte di loro sono irrilevanti.

Preoccupati quindi solo delle convinzioni limitanti che avranno il maggiore impatto,quando hai analizzato quelle, puoi occuparti di altro.

Parte del successo è concentrarsi sulle questioni più importanti della nostra vita.

Fai un elenco delle aree della tua vita in cui ti senti sfidato.

Se hai un’area della tua vita che ti dispiace e non stai attivamente facendo qualcosa per ripararla, allora è una bella sfida che tu abbia una convinzione limitante.

Altrimenti che senso avrebbe prodigarsi e fare qualcosa per cambiare la situazione?

Il tuo comportamento è un indicatore delle tue convinzioni.

Considera come stai andando nelle seguenti aree:

  • Senti una pressione finanziaria nella tua vita? Hai tutte le cose di cui hai bisogno o che vuoi davvero? Quanti soldi hai nei risparmi? Hai le entrate che desideri? Quel reddito è sicuro?
  • Le tue relazioni sono soddisfacenti? Considera la tua relazione intima e anche le relazioni con la famiglia, gli amici e i colleghi.
  • Ti stai prendendo cura di te stesso? Come va il tuo peso? Vai dal medico regolarmente per i controlli?
  • Divertimento e avventura. Stai facendo le cose che vuoi davvero fare? Sogni di andare all’estero ma non lo hai ancora fatto? Vuoi imparare a suonare la chitarra ma non l’hai mai fatto?
  • Qualsiasi altro aspetto della tua vita in cui stai vivendo insoddisfazione. Pensa a qualsiasi altra parte della tua vita in cui sei meno che soddisfatto. Se non sei soddisfatto della tua vita, una convinzione limitante potrebbe essere la causa.

 Identifica le credenze che stanno contribuendo alle tue sfide.

Fai un elenco di tutte le tue convinzioni, buone e cattive, riguardo alle sfide che hai identificato sopra.

Non tentare di filtrarli come positivi o negativi durante l’esecuzione di questo processo, basta elencarli tutti mentre fai il brainstorming ed esaminarli in seguito.

Ecco un breve esempio di convinzioni limitanti riguardo il denaro:

  • Non sarò mai ricco.
  • I ricchi sono disonesti.
  • Non avrò mai abbastanza soldi per avere una bella casa.
  • Se sono ricco, le persone proveranno a derubarmi.
  • I miei amici mi tratteranno diversamente se avrò molti soldi.

Riesci a capire perché sarebbe difficile guadagnare molti soldi se credi a queste cose?

 Identifica le credenze che ti trattengono.

Pensa a quali credenze stanno avendo il maggiore impatto negativo sulla tua vita.

Un modo per farlo è quello di:

considera come cambierebbe il tuo comportamento se quella convinzione fosse eliminata dalla tua vita.

Esaminale sinceramente e considera il cambiamento che la tua vita subirebbe se non fossi trattenuto da quella convinzione.

Metti in ordine quelle credenze negative.

Inizia con la convinzione limitante che ritieni stia creando la sfida più grande nella tua vita.

Mettili tutti in ordine dalla convinzione che ha il massimo impatto negativo al minimo.

La priorità del tempo è sempre una strategia preziosa.

Ora che hai un elenco delle tue convinzioni limitanti e le hai in ordine, è tempo di iniziare a gestirle.

 Come eliminare una convinzione limitante?

Segui questo processo per sbarazzarti di una convinzione limitante:

  1. Leggi la convinzione ad alta voce e chiediti: ” So davvero che questo è vero?”

L’hai provato tu stesso abbastanza volte da essere sicuro che sia vero?

Ricorda, non puoi trarre con precisione conclusioni da un numero limitato di esperienze.

Sai davvero che questa convinzione è vera senza ombra di dubbio?

  1. Da dove ti è venuta questa convinzione?

Ad esempio, la tua convinzione limitante sul denaro è venuta dai tuoi genitori?

I tuoi genitori erano ricchi?

Se non lo fossero, non sono una fonte affidabile di informazioni.

Dopotutto, un esperto di denaro sarebbe in grado di averne molto.

Se qualcuno non ha avuto molti soldi, non sa davvero come accumularli o cosa significhi averli.

Valuta se la fonte della tua convinzione è valida o meno.

Le tue convinzioni dovrebbero provenire dalle tue esperienze personali e dai consigli degli esperti. 

Quindi affidati agli esperti! Sono facili da trovare con un po ‘di ricerca.

3.Basta affermare a te stesso: “ Ho scelto di non crederci più. Non è vero . “

Dichiarare la tua intenzione ha un profondo effetto.

Cerca prove a sostegno.Trova alcuni motivi ed esempi per cui questa convinzione limitante è falsa.

Per esempio:

  • La persona che mi ha detto questo non lo sa davvero.
  • Non l’ho mai provato da solo.
  • Ho visto altri che sono meno capaci di me avere successo in questo.

Per lo meno, dovresti provare un senso di dubbio su quella convinzione limitante.

In caso contrario, continua a trovare altri motivi.

Mettiti online e leggi alcuni articoli di qualcuno che ritieni sia veramente un esperto sull’argomento del tuo credo.

Cerca esempi in cui la convinzione è falsa.

Immagina quanto cambierebbe la tua vita se non avessi più questa convinzione.

  1. Crea una nuova convinzione che ti serve.

Questo sarà l’opposto della credenza limitante o almeno qualcosa del genere.

Crea una convinzione che migliorerà la tua vita e sosterrà la tua capacità di agire per migliorare la tua vita.

Trova esempi per supportare questa nuova convinzione.

Qualsiasi convinzione sarà più stabile se dispone di informazioni e prove a sostegno. Cerca davvero di dimostrare che è vero.

Immagina di dover dimostrare a qualcun altro che la tua nuova convinzione è accurata. Questo dovrebbe portarti dove devi essere.

5.Misura te stesso.

Ogni giorno, controlla te stesso.Come ti senti riguardo alla tua nuova convinzione?

Cosa provi per la tua vecchia convinzione? Misura il tuo istinto: è un collegamento diretto con il tuo subconscio.

Il tuo comportamento sta cambiando?

Se le tue convinzioni cambiano, anche il modo in cui agisci e senti cambierà.

Le nostre vite e sentimenti sono una manifestazione delle nostre credenze.

Se le tue convinzioni sono davvero cambiate, anche la tua vita cambierà.

  1. Torna al tuo elenco di credenze limitanti.

Continua a lavorare sul tuo elenco di credenze negative.

Lavora attraverso quegli elementi e continua ad aggiungere nuovi elementi al tuo elenco. Scoprirai che scoprirai nuove convinzioni limitanti mentre inizi a fare progressi nella tua vita.

Man mano che sperimentate cose nuove, appariranno nuove credenze limitanti, queste sono credenze che non sapevi di avere fino a questo punto.

Quando stabilisci nuovi obiettivi, si presenteranno nuove sfide.

Man mano che impari e sperimenti di più, i tuoi obiettivi cambiano, così cambieranno anche le convinzioni limitanti che hai.

Forse deciderai che tra 5 anni vorresti diventare un ingegnere, le convinzioni limitanti che hai sull’essere un ingegnere dovrebbero quindi essere affrontate.

Continua a esaminare la tua vita per limitare le convinzioni ed eliminarle.

È come tirare le erbacce, non importa quello che fai, alcune erbacce spuntano sempre nel tempo.

Basta riconoscerle e liberarsene.

  1. Ripetere tutti i passaggi precedenti su base regolare.

Mentre stabilisci nuovi obiettivi o hai nuove sfide nella tua vita, ripeti il ​​processo sopra.

Siediti una volta alla settimana e fai un nuovo elenco di credenze limitanti.

Sarai inarrestabile.

“A volte tutto ciò che serve per cambiare una vita è decidere quali credenze non ti servono e cambiare letteralmente la tua mente su quelle credenze” Joy Page

Sei anche tu un genitore single? Ecco come vivere meglio insieme ai nostri figli

Paola è una mamma single con una figlia di nove anni, che ha allevato da sola da quando Carolina era una bambina. “La parte più difficile dell’essere un genitore single è non avere nessun supporto quando Carolina si comporta in modo scorretto, quando non mi ascolta, e io non so proprio cosa fare. Sto davvero diventando ansiosa per la sua adolescenza. Non sono sicura di poterla “tenere in pista” da sola: è così ostinata.”

 

Paola è lontana dall’essere sola, anche se la monogenitorialità è uno dei lavori più difficili del pianeta, questo è vero, tuttavia più del 50% delle famiglie in Europa è guidato da una sola madre o padre . Gran parte del tempo in cui un genitore lavora a tempo pieno, cerca di mantenere la casa, oltre a tutto ciò che fornisce al figlio, alle volte, è ripagato con capricci, disubbidienze e risposte arroganti.

A peggiorare le cose ci sono i sensi di colpa che molti genitori single provano, questo mette a repentaglio il lavoro che sta facendo per crescerlo, da solo, nella giusta direzione con regole e principi. Quindi cosa puoi fare per mantenere la fiducia in te stesso e la pace nella tua casa?

  1. Ricorda che “due” sono una famiglia

Un genitore single con un figlio, è una famiglia. Nella società, quasi tutto è attribuito ai genitori single e alle famiglie distrutte, ed è molto triste perché non è vero. La cosa più importante non è il numero di genitori in casa, ma chi fa il genitore. Chiedo spesso ai miei clienti: “Non conosci genitori single che hanno allevato figli bravi, realizzati?” la risposta è sempre : “SI”.

Quindi, invece di pensare, “Siamo una famiglia distrutta”, diciamo, “Siamo una famiglia monoparentale” , è solo un tipo diverso di gruppo. Ritengo che essere un genitore single di successo risieda nella tua percezione. 

Con questo intendo che i genitori single pensano spesso che sia più difficile per loro. È così facile pensare che l’erba sia più verde dall’altra parte, eppure quando hai una famiglia con due genitori, il tuo coniuge potrebbe non essere così accondiscendente: di solito c’è un genitore che preferisce essere più severo e uno più indulgente, e poi si combatte su chi ha ragione. Una grande parte del cambiamento delle tue percezioni sulla genitorialità single è se vedi la tua situazione in modo diverso.

Cerca di vedere la situazione della tua famiglia come un’opportunità piuttosto che un fallimento. Non fraintendermi, non sto dicendo che non ci siano difficoltà nell’essere una mamma o un papà single, ma ci sono anche dei vantaggi da tenere presente.

  1. Rinuncia alla tua colpa

 E’ una realtà che i tuoi figli, crescendo, prenderanno sempre più forza e ruolo, in famiglia. Se un genitore single si sente in colpa per lo scioglimento del matrimonio, per la sua capacità di adempire finanziariamente ai propri doveri o per qualsiasi altra ragione, i bambini si faranno forza di questo, perché se ne accorgeranno e vi si rivolteranno contro, facendovi sentire inadeguati, sbagliati e incapaci.

Se invece sarai sincero/a e assertiva/o dicendo: “Questo è il modo con cui ritengo che la nostra famiglia debba crescere, faremo del nostro meglio, farai tu del tuo meglio affinchè noi cresceremo al massimo”, il bambino riprende quella fiducia, sicurezza e si impegnerà a sua volta. Non sentirti in colpa, non cercare di  “inventare qualcosa” coi figli, altrimenti i bambini si sentiranno autorizzati nel non crederti più e quindi nel mentirti a loro volta.

  1. Fai sapere ai tuoi figli che sono necessari in famiglia

Uno dei maggiori problemi con i bambini di oggi è che non sono “necessari” in famiglia. Non hanno abbastanza responsabilità e non sono tenuti a soddisfare quelle che hanno. Ma un genitore single può dire sinceramente: “Siamo una squadra, possiamo condividere la responsabilità”. Dai ai tuoi figli l’opportunità di sentirsi necessario e apprezzato. Dare loro delle vere responsabilità a casa, come aiutare con il bucato o la cena (a seconda dell’età del bambino). I genitori single possono considerarla un’opportunità e dire “Wow, ho veramente bisogno dei miei figli”.

  1. Risolvete i problemi insieme

  Più li coinvolgi in: “Qual è il problema e qual è la soluzione?”, più si sentiranno motivati ​​a seguire quelle regole. Penso che i problemi sorgano quando i genitori iniziano a dettare le regole, e i genitori single possono ritenere di dover essere più punitivi per mantenere il controllo. Abbiamo tanta paura che se non aggiungiamo una punizione, lasceremo che il bambino se la cava con poco.

Credo nel permettere ai bambini di sperimentare le conseguenze delle loro scelte.

Se il tuo figlio è disattento, va in bicicletta sul vialetto e viene investito, un genitore potrebbe punirlo dicendo “OK, non ti comprerò mai una moto e questa estate non puoi più andare in bici”. Non consideri che ha già vissuto la sua conseguenze di ciò che è accaduto? Si è fatto/a male, ha perso la sua bici. Invece, se ti concentri sulle soluzioni con i tuoi figli, puoi aiutarli a essere più responsabili. Quindi potresti dire: “Sono disposto a sedermi e pensare con te su come puoi guadagnare un po’ di soldi per comprare una nuova bicicletta”(dipende dall’età del figlio o figlia, ovviamente). Trovate una soluzione insieme. È una questione di consapevolezza, così puoi concentrarti sulle soluzioni.

  1. Quello che succede a casa dell’ ex rimane a casa dell’ex

Quando è coinvolto un altro genitore o un ex-coniuge, le cose possono complicarsi, specialmente se le regole dell’altra famiglia in cui il bambino trascorre il proprio tempo sono diverse. Spesso i bambini cercheranno di negoziare con te in base a quello che succede a casa tua. Quando i tuoi figli non vogliono seguire le regole della tua famiglia, puoi dire: “Questo è il modo in cui facciamo le cose nella nostra casa”. Non lasciarti ricattare o controllare dall’ ex e dalle regole (o la loro mancanza) della loro casa.

  1. Avere incontri familiari regolari con i figli

 Questo è importante per tutte le famiglie, ma è particolarmente utile per i genitori single in quanto serve a fornire una struttura. Siediti una volta alla settimana e concentrati su ciò che sta accadendo in famiglia. Consiglio ai genitori di iniziare l’incontro con i complimenti, di verbalizzarli e poi concentrarsi sulle soluzioni ai problemi che stanno crescendo. Potresti dire “caro/a, apprezzo molto il modo in cui hai tenuto pulita la tua stanza ultimamente, bel lavoro!.”

Fai il giro del tavolo e chiedi a tutti di dire qualcosa di buono su ogni persona presente. Quindi lavora insieme come una famiglia per stabilire nuove regole.

Con le riunioni familiari, i figli si sentono necessari, dotati di poteri e motivati ​​ad assumersi le proprie responsabilità. Si sentono ascoltati, valutati, presi sul serio. I figli si ribellano se percepiscono che continuiamo a cercare di togliere il loro potere. Abbiamo bisogno di iniziare a consentire ai nostri figli di usare il potere che stanno avendo in modo rispettoso per tutti. Ecco perché amo le riunioni di famiglia.

Puoi anche utilizzare le riunioni di famiglia per elaborare idee per attività che vorresti fare tutti insieme: ognuno può dare un suggerimento. Anche se il tempo è un premio per i genitori single, ricordati di pianificare il tempo per il divertimento con loro. Non deve costare per forza tanto denaro, purchè sia del tempo condiviso e apprezzato da tutti i componenti della famiglia.

Non sempre è facile mettere d’accordo tutti, soprattutto se si hanno figli di sesso opposto e con età diverse, in quel caso cerca di dividere i tempi di frequentazione dell’uno e dell’altra in modo da viverli separatamente e in armonia entrambe. Questo ti aiuterà a rafforzare la tua famiglia e ti metterà sulla strada del successo dei genitori single.

Genitorialità positiva: 5 regole per aiutarti ad affrontare il comportamento negativo dei figli in modo più positivo

I tuoi figli ti fanno impazzire? Se ti è mai stato chiesto di descriverli, dopo aver detto :”È un bravo ragazzo, ma …”,  aggiungeresti le parole come “provocatorio”, “lamentoso”, “immotivato”, “irrispettoso”, “arrabbiato” o “esigente”? Aggiungendo solo  alcuni lati positivi qua e là?

Se i negativi nella tua mente sono più grandi dei positivi, la prima cosa da capire è che è naturale. Dopo tutto, noi genitori siamo umani, il che significa che tendiamo a cercare ciò che è sbagliato nella nostra progenie, così che possiamo concentrarci su ciò che dovremmo “sistemare” in essi. In qualche modo questo ci tranquillizza; crediamo di migliorare le loro possibilità di sopravvivenza a lungo termine in un mondo spesso difficile.

Fermare la ricerca di ciò che temiamo è un’abilità genitoriale e di apprendimento importantissima da imparare.

Il problema è, tuttavia, che se passiamo la maggior parte del nostro tempo a preoccuparci, a sistemare e cercare di dare forma ai nostri figli in ciò che pensiamo dovrebbero essere, ci mancano i lati positivi di chi sono realmente.

La buona notizia è che è effettivamente più efficace guardare l’immagine bilanciata se si vuole influenzare positivamente figlio/a  e mantenere la comunicazione aperta tra di voi. Ti aiuterò a “cambiare le lenti negli occhiali” in modo da poter vedere i comportamenti negativi di tuo figlio in una luce più positiva – o almeno più accurata!

Ecco cinque regole per iniziare:

Regola 1: smetti di cercare ciò che temi

Quando la tensione aumenta, i genitori possono avere la tendenza a cercare prove di ciò che temono. Avevo un amico che era così spaventato che suo figlio fosse un perdente che lo teneva sveglia di notte. Lui stesso aveva lottato socialmente per tutta la vita.

Per affrontare la paura per suo figlio, girava nel cortile della scuola durante la ricreazione, per cercare prove per confermare la sua convinzione negativa su di lui,  ossia non aveva amici. Certo, quando cerchi prove per confermare le tue credenze spaventose, troverai situazioni e le etichetterai come tali.

Un giorno, mi raccontò, mentre lui guidava, lo vide in piedi da solo su un’estremità dell’asfalto mentre tutti gli altri bambini giocavano dall’altra parte della strada. Scese dalla macchina e corse verso di lui freneticamente e gli disse: “Ale, perché sei qui tutto solo e non ti unisci agli altri bambini? e lui rispose: “Papà, puoi toglierti di mezzo?

Questo illustra esattamente ciò che l’ansia può fare a noi genitori, può portarci a cercare prove di ciò che temiamo, e quindi iniziamo a trattarli come se il problema fosse reale, così facendo creiamo una nostra profezia in realtà.

Se questo diventa un modo abituale di affrontarli, invece di aiutarli a imparare a comportarsi in modo più appropriato con gli altri, potremmo inavvertitamente aiutarli a crearsi altri disagi. In altre parole, ciò che stavi cercando di prevenire si verificherà. Perdiamo di vista il logico e il reale, quando ciò accade, anche i tratti positivi possono diventare negativi.

Fermare la ricerca di ciò che temiamo è un’abilità genitoriale e di apprendimento importante da imparare.

 

Regola n. 2: cambia le lenti

Possiamo anche trasformare i lati positivi in ​​negativi quando non siamo in grado di vedere le cose buone seppellite nei comportamenti noiosi e fastidiosi che ci fanno impazzire. Quanto spesso ci preoccupiamo quando i nostri ragazzi sono ribelli con noi? Non ci piace quando si scontrano con noi in disaccordo con ciò che vogliamo che facciano. Quando dicono di no o si rifiutano di fare ciò che chiediamo, ci fanno arrabbiare.

È naturale arrabbiarsi con i nostri figli e etichettare il loro comportamento e atteggiamento come qualcosa di negativo, qualcosa che dobbiamo sistemare in loro. Mentre dobbiamo affrontare il comportamento risultante (rifiuto di conformarsi), la vera caratteristica del bambino non è necessariamente una cosa negativa.

Cambiando l’obiettivo nei nostri occhiali, invece di provare a cambiare i nostri figli, possiamo arrivare ad apprezzare la loro tendenza all’opposizione, anche se può essere estenuante e difficile da gestire.

Provate a guardarla in questo modo: vogliamo che i nostri figli crescano e siano adulti responsabili e indipendenti. La sfida e l’opposizione che vedi possono anche tradursi in un bambino che non ha paura di dire “no” alla pressione dei coetanei, o che ha forti capacità di leadership. Il nostro compito di genitori è di dirigere questa energia in modo appropriato ponendo dei limiti, conoscendo i nostri figli e cercando di mantenere le linee di comunicazione aperte con loro.

Vedere il positivo nei comportamenti dei nostri bambini è una sfida quando il comportamento rende la nostra vita più difficile o diversa da come vorremmo che le cose accadessero. È più facile visualizzare le cose in modo più positivo quando consenti e accetti che tuo figlio sia unico e diverso da te. Non devi permettere ogni cosa a tuo/a  figlio/a bambino, ma è utile cercare di fare un passo indietro e vedere la sua affermazione da una mentalità più positiva.

Un esercizio utile: se la tua tendenza è quella di vedere il bicchiere mezzo vuoto, pensa a  cosa ti servirebbe per vedere il bicchiere mezzo pieno?

Ecco il mio consiglio: ogni volta che ti trovi concentrato sui tratti negativi del tuo bambino, scrivi tre positivi su quel tratto o comportamento. Allenati a vedere le cose da una prospettiva diversa. Se tuo figlio è troppo sensibile, nota il positivo: la sua natura empatica. Se lei è polemica, nota il positivo: ha affermazione di sé.

La chiave è di notare gli aspetti positivi all’interno dei negativi del comportamento di tuo figlio, e quindi aiutarla/o a canalizzarlo correttamente. Potresti aiutarlo/a a passare dall’aggressività all’affermazione ponendo dei limiti attorno al suo comportamento, dando conseguenze per un comportamento inadeguato (e non le sue emozioni) e poi avendo conversazioni sulla risoluzione dei problemi su come gestire le cose in modo appropriato la prossima volta, per esempio. Ma in fondo, l’assertività di tuo figlio è uno strumento molto utile nel mondo reale, purché possa utilizzarla in modo sano. Il tuo compito è guidarla/o, aiutarla/o e insegnargli come farlo.

 

Regola n. 3: visualizza te stesso al posto di tuo figlio

Guarda tutti i comportamenti che ti fanno arrabbiare e chiediti cosa hai bisogno di capire a riguardo. Per fare questo, dovrai dare un’occhiata al cervello in via di sviluppo di tuo/a figlio/a e metterti nei suoi panni per un momento. Con questa nuova comprensione, sarai in grado di vedere il comportamento con meno ansia.

Diciamo che tuo figlio della scuola media vuole comprare le scarpe costose da ginnastica che tutti a scuola indossano, e si mette a urlare quando gli dici di no. Così urli anche tu: “Solo perché tutti le hanno, non significa che devi averle!” E poi pensi tra te e te: “Cosa è successo ai valori che gli abbiamo insegnato? Cosa gli succede? Come mai è diventato così egoista, esigente e maleducato?”

Ora fermati un attimo e visualizza davvero te stesso che entra nei suoi panni. Che cosa puoi ora vedere e capire che non  potevi vedere quando eri nelle tue scarpe? Forse puoi capire con più chiarezza che il problema riguarda meno le sneakers e molto altro sulla sua necessità di adattarsi al gruppo (e non essere diverso). Mentre cresce lui è in un posto dove sente l’urgenza di guardare e comportarsi come i suoi coetanei.

Hai mai provato a non preoccuparti di ciò che gli altri pensavano di te? Come hai fatto? Ora prova ad essere un adolescente o pre-adolescente e fallo. Quasi impossibile, giusto? Non fraintendetemi, capire il comportamento non significa che dovresti arrenderti e andare a comprargli le scarpe costose da ginnastica; significa semplicemente che puoi entrare in empatia con tuo/a figlio/a, e capire le sue esplosioni di rabbia conformandoti e comprendendolo/a  piuttosto che comportarti in modo preoccupato o arrabbiato.

Non prendetela sul personale. Questa nuova regola ti aiuterà sia ad entrare in empatia facendoti calmare prima di discutere di un suo comportamento che pensi sia inappropriato, sia a capire che alcuni comportamenti negativi di tuo/a figlio/a sono normali e in via di sviluppo. Questo può anche aiutarti a depersonalizzare ciò che stanno facendo e vedere il quadro generale un po ‘più chiaramente. In conclusione: il comportamento potrebbe non piacerti, ma almeno sarai in grado di vederlo per quello che è e non prenderlo sul personale.

 

Regola n. 4: chiediti: “È un comportamento negativo o una reazione a qualcos’altro?”

 

A volte trascuriamo l’effettiva causa del comportamento dei figli e lo etichettiamo come negativo. Ma una volta compreso il suo scopo, tutto ci sembra meno catastrofico. Per esempio: diciamo che i genitori di un bambino sono arrabbiati tra di loro per un po’ di tempo.

Il ragazzo percepisce la loro tensione e agisce. Se diventa la spugna emotiva della famiglia, apprende che quando si comporta in modo aggressivo, i suoi genitori si calmano tra di loro concentrandosi solo sul suo comportamento. Perché succede? Loro si concentrano sul comportamento negativo piuttosto che sui propri problemi l’uno con l’altro e si sentono più tranquilli a non dover affrontare le proprie difficoltà. Il bambino cresce e sa che un modo per mantenere i suoi genitori più armoniosi è avere dei problemi da risolvere. Questo accade per lo più inconsapevolmente.

Fai un passo indietro e prova a vedere se il comportamento è un’espressione di “fusione familiare“. Il comportamento del ragazzo dell’esempio esprime ciò che gli altri membri della famiglia non diranno l’un l’altro?

Oppure il suo comportamento aiuta gli altri a non concentrarsi su se stessi, ad abbattere le proprie lotte e comportamenti negativi? Questo si chiama “fusione”. I bambini “ci guardano per vivere”, e intuiranno ciò di cui la famiglia ha bisogno per mantenere un’equilibrio stabile e funzionante.

Ciò significa che agiranno e diventeranno la barra di alleggerimento, se necessario. Una volta che vedi la funzione di determinati comportamenti, puoi vedere il comportamento in una luce diversa.

 

Regola n. 5: Diverso va bene

È naturale sentirsi più positivi sugli altri quando sono “come” noi. Le differenze potrebbero renderci scomodi, ma tieni presente che diverso non è sinonimo di negativo. Se il tuo/a  figlio/a agisce, si comporta o pensa in modo diverso da te, invece di vederlo negativamente, riconosci la differenza e vai avanti.

È così facile vedere gli altri, in particolare i nostri bambini, da un luogo di preoccupazione, e la nostra immaginazione può davvero scatenarsi quando siamo stressati. Cerca di vedere i tuoi figli per quello che sono piuttosto che per chi temi possano diventare. Quando riuscirai a vederli in una luce positiva, ragionevole e realistica, li aiuterai a brillare, fiorire e prosperare.

 

Tip: la separazione o il divorzio diminuiscono la tua Performance personale?

Durante e dopo la fase di separazione o divorzio è innegabile la sensazione di fallimento che si prova a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi che ci eravamo posti in partenza.

L’umore scende, la voglia di fare anche, il desiderio di essere invincibili e potersi risollevare pure,  e ti sembra che le performance che avevi un tempo siano solo un ricordo e che non potranno tornare più perchè tu sei diverso/a, sei cambiato/a, e di conseguenza devi subire alla situazione che stai vivendo.

Queste sono tutte emozioni e stati che si vivono regolarmente quando si affrontano questi momenti, non sei l’unica/o.

Voglio però rassicurarti sul fatto che esiste la possibilità in cui tu ti sentirai  meglio di prima, meglio di quando eri ragazzo, meglio di quando ti sentivi già forte, questo accadrà se riuscirai a sfruttare il momento che sta accadendo come potenziante per la tua vita e non limitante.

La formula della Performance, chiamata spesso anche equazione della potenzialità, sottolinea il modo in cui possiamo migliorare la nostra performance: analizziamola più in dettaglio.

Come disse Tim Gallwey, pioniere del Coaching e autore del best-seller internazionale – Il gioco interiore del tennis:

“ Nel tennis come nella vita esistono due livelli di “gioco”: quello esteriore espresso sul campo nella sfida con l’altro giocatore, e quello interiore che si svolge fra mente e corpo, pensieri ed emozioni, nel quale gli avversari sono i dubbi, l’insicurezza, l’ansia, il calo di concentrazione”.

In ogni sforzo umano ci sono due ambiti di coinvolgimento: quello esteriore e quello interiore.

  • L’ambito esteriore è ciò che vediamo succedere al di fuori di noi stessi: ad esempio, per un addetto alle vendite possono essere i risultati che ottiene (o che non ottiene, a seconda dei casi).
  • L’ambito interiore è quello degli atteggiamenti e dei valori dentro di noi che favoriscono, oppure ostacolano, quei risultati. Si tratta quindi di superare i nostri ostacoli interiori, come ad esempio dubitare di noi stessi, analizzare eccessivamente le situazioni, o avere paure, preconcetti e convinzioni limitanti.

Rivediamo l’equazione:

  • P =  p – i     (Performance = potenziale – interferenze)

In base a questa formula studiata scientificamente su campioni di livello internazionale, ma valida in qualsiasi ambito di vita,  per aumentare la performance:

  1. bisogna accrescere e sviluppare il fattore p, le proprie potenzialità 
  2.  ridurre o eliminare il fattore i, le interferenze.

 

Una rosa è una rosa, dal momento in cui è un bocciolo, a quello in cui appassisce e muore. Da quel primo momento fino alla fine contiene il suo intero potenziale.

Per un tennista, come per chiunque altro, il primo passo nella giusta direzione è vedere e sentire ciò che sta facendo, cioè aumentare la consapevolezza di ciò che realmente è.

Vincere significa superare gli ostacoli per raggiungere uno scopo, ma il valore del vincere è grande solo nella misura del valore dello scopo raggiunto. 

In altre parole, lo scopo del successo non è necessariamente il raggiungimento di un obiettivo, quanto la conoscenza di noi stessi che acquistiamo per raggiungere la nostra performance migliore.

 

S.O.S: Come dire ai figli che mamma e papà si separano o divorziano

Una guida per fasce d’età

La notizia che mamma e papà si stanno separando colpisce un bambino di tre anni e un bambino di undici anni in modo diverso. Ecco come aiutare i bambini a gestire la situazione  a qualsiasi età.

Due genitori premurosi si sedettero accanto al loro figlio in età prescolare per informarlo del loro imminente divorzio. Con attenzione e dolcezza, gli dissero che mamma e papà avrebbero smesso di vivere insieme e che da quel momento avrebbero vissuto in case diverse, ma lui li vedrà comunque regolarmente entrambe. Finirono col dirgli il punto più importante, che mamma e papà lo amavano ancora di più e gli chiesero se avesse delle domande. Il bambino di quattro anni rimase in silenzio, poi disse: “Chi si prenderà cura di me?”

Questa piccola storia, raccontata dallo psicologo, mediatore e scrittore californiano Joan B. Kelly, offre una finestra sulle differenze tra le esperienze di divorzio tra adulti e bambini. Questi genitori avevano fatto tutte le cose giuste, avevano cercato una consulenza professionale e cercavano di dare a loro figlio le informazioni essenziali senza agitarlo. Eppure non sono riusciti a superare questo punto chiave, che poteva sembrare ovvio per loro, ma non lo era per il figlio.

Gli adulti vedono il divorzio per la complessa e sfaccettata situazione che è. I bambini piccoli tendono a vederlo in termini concreti ed egocentrici. Grandi rassicurazioni significheranno poco per un bambino che si chiede, “Dove vivrà il gatto?”,ad esempio . Capire dove sono i bambini, a livello evolutivo, può aiutarli ad adattarsi alla realtà del divorzio.

Come parlare ai figli dai 3 ai 5 anni sul divorzio:

  •  iniziano a sviluppare l’indipendenza, ma ancora altamente dipendenti dai genitori
  • capacità limitata di comprendere causa ed effetto; ancora incapaci di pensare al futuro
  • la comprensione del mondo ruota intorno a se stessi
  • la linea tra fantasia e realtà è a volte sfocata
  • alcune capacità di pensare ai sentimenti, ma limitata capacità di parlarne.

 

Quando ho incontrato Nicola e sua moglie Lisa l’autunno scorso, mi hanno raccontato della loro separazione e che i loro due figli, Andrea, sei anni, e Caterina, quattro, erano già abituati a stare con papà la maggior parte del tempo, dal momento che il lavoro di mamma la teneva fuori  città sempre, tranne per pochi giorni al mese. Quindi, quando Lisa si trasferì dalla loro casa di Milano a Firenze,  ci volle un po ‘di tempo per capire il cambiamento. Quando i bambini tornarono a Milano dopo la loro prima visita a Firenze,del fine settimana alla mamma, Caterina disse: “Mamma torni  a casa nostra aMilano?” Anche se l’avevano appena lasciata. Ci vorrà tempo per la piccola e molte spiegazioni semplici, prima che lei possa capire e metabolizzare come stanno realmente le cose.

 

A cosa prestare attenzione: i segni di sofferenza nei bambini in età prescolare includono paura, rabbia o instabilità emotiva, che possono essere espressi indirettamente attraverso l’attaccamento, l’ansia o l’irritabilità generale. I bambini in età prescolare possono anche rallentare il loro sviluppo e avere risvegli notturni frequenti, per esempio.

Con la loro limitata capacità cognitiva, i bambini di tre e quattro anni possono sviluppare idee imprecise sulle cause e gli effetti del divorzio, specialisti in parent coaching americani hanno affermato che i bimbi in questa situazione pensano: “Se papà è quello che lascia la casa, ‘papà mi ha lasciato,’ piuttosto che ‘papà ha lasciato mamma,'”.  I bambini devono capire che la decisione di vivere separati è una decisione degli adulti e per  loro è difficile capirlo.

 

Priorità genitoriali: la cura costante da ai bambini un senso di stabilità e rassicurazione, quindi, per quanto possibile, le vite dei bambini devono essere ancorate alle loro normali abitudini (pasti, giochi, bagno, letto) in presenza di un genitore che è “lì per loro”. Questo, ovviamente, è importante per tutti i bambini , ma soprattutto dopo il divorzio.

I bambini in età prescolare hanno bisogno di spiegazioni semplici e concrete. Attenersi a quelle basiche: quale genitore si trasferirà, dove il bambino vivrà, chi si occuperà di lui e con quale frequenza vedrà l’altro genitore. Siate preparati alle domande; fornite risposte brevi, quindi attenderete per vedere se ce ne sono altre. Non aspettatevi che una conversazione  finisca il vostro lavoro; pianificate diversi e brevi colloqui coi piccoli.

Come parlare ai figli dai 6-11 anni sul divorzio:

Da 6-8 anni 

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OBIETTIVI E RISULTATI ” BEN FORMATI” TI AIUTANO A VIVERE MEGLIO

La maggior parte delle persone ha scopi o obiettivi, cose che cerca di fare o di raggiungere. Magari ci concediamo un attimo dopo Natale e stiliamo una lista di intenzioni per l’anno nuovo, ma troppo spesso a metà gennaio ce ne siamo già dimenticati o ci siamo già arresi.

In base alla mia esperienza, preferisco  usare il termine “risultato” invece che “obiettivo”.
Il dizionario definisce la parola risultato come “qualcosa che consegue a un’azione; la conseguenza di qualcosa”.

La differenza tra obiettivo e risultato desiderato può non essere immediatamente evidente, ma è rilevante:

  • un obiettivo è sempre qualcosa che desideriamo
  • un risultato è ciò che otteniamo in conseguenza delle nostre azioni. Non è tuttavia necessariamente qualcosa che desideriamo.

La ragione per cui i propositi per l’anno nuovo spesso muoiono sul nascere o non mettono mai radice è che essi sono spesso, “mal formati”: non sono specifici o hanno conseguenze che non abbiamo considerato e che inconsciamente ne impediscono la realizzazione.

 

RISULTATI “BEN FORMATI”

Nel business si usa spesso la sigla SMART  (acronimo di SpecificoMisurabileAttualizzabile,   Realistico e Temporalmente determinato) per indicare il criterio di definizione di buoni obiettivi. Si tratta di un processo valido e prezioso, che ha però i suoi limiti. Gli obiettivi possono comunque risultarne non del tutto definiti e ponderati.

E’ importante che i risultati desiderati siano “ben formati”, ossia che soddisfino una serie di rigorosi criteri o “condizioni di buona formazione”, studiati per aumentare le probabilità di successo. Questi criteri sono:

  1. Il risultato desiderato deve essere espresso in termini affermativi.
  2. Deve essere il più specifico possibile.
  3. Deve essere sottoposto al proprio controllo.
  4. Bisogna avere accesso alle risorse necessarie.
  5. Deve conservare eventuali vantaggi e benefici preesistenti.
  6. Bisogna considerare il contesto.
  7. Deve avere una procedura di verifica basata sui sensi Bisogna controllare che sia ecologicamente sostenibile.
  8. Bisogna definire il primo passo da compiere.

 

  1. IL RISULTATO DESIDERATO DEVE ESSERE ESPRESSO IN TERMINI AFFERMATIVI

 

Molte persone esprimono i propri obiettivi in termini negativi:

  • Non voglio più fumare
  • Non voglio sentirmi nervoso quando parlo in pubblico
  • Non voglio preoccuparmi del futuro

C’è tuttavia un problema legato a questo modo di pensare, dovuto al particolare funzionamento della nostra mente. Quando utilizziamo delle formulazioni per negazione, finiamo per concentrarci su ciò che non vogliamo, cosa che sortisce l’effetto opposto di quello voluto.

Se qualcuno vi dice “Non pensare a una chitarra”, l’unico modo per ricordare di non pensarci è proprio pensarci. Dovete portare alla mente la chitarra e poi cancellarla. Per questo la PNL insiste sul fatto che tutti i risultati desiderati siano espressi in termini affermativi.

Dunque “Non voglio sentirmi nervoso quando faccio presentazioni” viene trasformato in “Voglio sentirmi sicuro di me quando faccio presentazioni”: una formulazione su cui la mente può concentrarsi senza distrazioni.

Può sembrare un semplice gioco di parole, ma formulare i risultati desiderati in termini positivi è un passo cruciale per realizzarli.

 

  1. DEVE ESSERE SOTTOPOSTO AL PROPRIO CONTROLLO

 

È anche essenziale che il risultato desiderato sia sottoposto al vostro controllo

Il problema di un risultato come “Voglio che mia figlia vada bene all’università” è che non è totalmente sottoposto al proprio controllo: dipende dalle azioni della figlia.
Voglio fornire tutti i materiali e il sostegno necessario perché mia figlia studi”, o “Aiuterò mia figlia in tutti i modi possibili” sono entrambi risultati ben formati in questo senso.

L’essenza di questo requisito, come la esprimono Steve e Connirae Andreas in Heart of the Mind, è che:

“l’obiettivo è formulato in un modo che implica che sarete voi stessi a realizzarlo, indipendentemente  da quello che fanno le altre persone”.

 

  1. DEVE ESSERE IL PIÙ SPECIFICO POSSIBILE

 

Molti risultati desiderati sono vaghi e nebulosi, come “Voglio fare qualcosa di interessante” o “Voglio essere ricco”.

Quando raffiniamo un risultato desiderato chiarendo i dettagli, il tutto diviene più vivido e reale. Più specifici siamo, meno è probabile che ci ritroviamo alla fine con qualcosa di indesiderato.

Volete essere ricchi?
Quanto ricchi, specificamente?
Volete fare qualcosa di interessante?
Cosa, esattamente?

Risultati desiderati troppo piccoli o che sembrano irrilevanti potrebbero non essere abbastanza motivanti. Se è questo il caso, può essere necessario passare a un risultato di un livello sovraordinato e più generale, un “meta-risultato”. Il risultato “pulire la macchina una volta alla settimana” può sembrare da poco, ma se è collegato a “mantenere in buone condizioni la macchina così da poterla vendere al prezzo più alto” apparirà molto più valido.

 

  1. DEVE AVERE UNA PROCEDURA DI VERIFICA BASATA SUI SENSI

 

Questo criterio di buona formazione è collegato al precedente. Una volta definito il risultato nel modo più specifico possibile, è necessario avere pronta anche una procedura di verifica basata sui sensi.

Nel caso lavoraste con un’altra persona le potreste chiedere: “Come saprai di aver realizzato il risultato desiderato?”, aspettandovi una risposta in termini di ciò che la persona vedrebbe, udrebbe, percepirebbe, gusterebbe o odorerebbe.

Questo grado di specificità è necessario perché le persone spesso impiegano procedure di verifica astratte: come per molte altre cose, a contare sono i dettagli.
Immaginare di avere già ottenuto il risultato può essere un modo utile di chiarire la procedura di verifica.

 

  1. BISOGNA CONSIDERARE IL CONTESTO

 

È anche essenziale considerare dove, quando e con chi si desidera il risultato. Riguarda la vita nella sua totalità o solo un suo aspetto? Un risultato che va bene in un contesto potrebbe non essere ottimale in un altro. Una persona potrebbe desiderare più sfide al lavoro, ma più tranquillità a casa.

 

  1. BISOGNA AVERE ACCESSO ALLE RISORSE NECESSARIE

Solitamente le persone nel passaggio dal loro “stato presente” a uno “stato desiderato” hanno bisogno di “risorse”. Queste possono essere interiori (abilità, conoscenze, comprensione, coraggio etc.) oppure esterne (denaro, contatti o equipaggiamento).

Se, per esempio, il risultato desiderato fosse quello di correre una maratona, che risorse ha la persona, cosa può già fare? Magari corre regolarmente 15 chilometri. Ha calzature di qualità che possono supportarla nella corsa. Ha un amico che vuole correre a sua volta, e con il quale allenarsi. E via dicendo. Che risorse le mancano?

Lo scopo di questo criterio è fare in modo che la persona valuti in modo realistico se ha già o può ottenere le risorse necessarie per realizzare il risultato.

 

  1. DEVE CONSERVARE EVENTUALI VANTAGGI  E BENEFICI  PREESISTENTI

 

Molte persone sono motivate e dedite a realizzare un risultato, eppure non ce la fanno o si arrendono. Spesso questo accade perché i comportamenti da cambiare prevedono anche dei benefici che andrebbero perduti se il risultato venisse raggiunto.

Le persone che bevono troppo caffè, ad esempio, o quelle che sono sempre in ritardo agli incontri, ricavano qualcosa di positivo da questi comportamenti, altrimenti cesserebbero di esibirli. Potrebbe essere l’energia della caffeina in un caso, e il desiderio di sfruttare al massimo il tempo nell’altro.
Ma non esistono risposte standard: i benefici secondari sono specifici per ogni singola persona e situazione.

A volte questi aspetti “positivi” di comportamenti “negativi” non sono ovvi, ma è essenziale tenerne conto perché il risultato desiderato possa realizzarsi. Una volta che si è presa coscienza di questi effetti secondari positivi, si può arrivare alla conclusione che non sono più validi.

 

  1. BISOGNA CONTROLLARE CHE SIA ECOLOGICAMENTE  SOSTENIBILE

 

Ciascun risultato che scegliamo e raggiungiamo, per quanto piccolo sia, creerà degli effetti che si riverseranno sul mondo che ci circonda e le persone che lo abitano.

Se siete un manager e profondete molta energia nel lavorare su un grosso progetto, avrete meno tempo da dedicare al vostro staff (e alla vostra famiglia e ai vostri amici). Potreste dover sospendere per qualche tempo i vostri interessi e i vostri hobby. Potreste non avere più tempo per andare in palestra, e la vostra salute e forma fisica potrebbero risentirne.

L’ecologia riguarda le conseguenze per il sistema nella sua interezza. E questa condizione di buona formazione richiede di pensare attentamente e profondamente ai vantaggi e agli svantaggi che derivano da qualsiasi azione prescelta.

Volete il risultato a qualsiasi costo? Magari volete essere più qualificati per migliorare le vostre prospettive di carriera. Siete pronti a trascorrere sei anni a studiare presso un’università a distanza e a investire migliaia di euro ogni anno per farlo? Il denaro è un fattore che pochi di noi possono ignorare quando si tratta di accertarsi che un risultato desiderato sia ben formato.

Alcuni risultati possono letteralmente cambiare il modo in cui pensiamo a noi stessi. Questo vi porta nella direzione desiderata? Vi avvicina o no a essere la persona che volete essere?

 

  1. BISOGNA DEFINIRE IL PRIMO PASSO DA COMPIERE

 

Trasformare un risultato desiderato in realtà richiede di agire. Come recita un antico proverbio, “anche il più lungo dei viaggi comincia con un singolo passo”.
Definire quel primo passo è la parte finale e importantissima del processo per avere un obiettivo ben formato. Se si salta questa fase, probabilmente non si procederà poi nemmeno a fare il resto.

Mi farebbe piacere se lasciaste una risposta a questa domanda, sarebbe già un buon punto d’inizio verso il raggiungimento del risultato/ obiettivo

Cosa farete precisamente, e quando lo farete?

 

Pensieri sulla separazione

Le esternazioni qui sotto, penso, ti toccheranno, indipendentemente dal fatto che tu abbia mai passato una separazione o un divorzio. Parlano, in modo vero, di tante emozioni comuni vissute in questo processo tipicamente lacerante, come il dolore e il lutto (di speranze e sogni che ora, secondo alcuni, non possono più essere soddisfatti); shock e sconcerto; colpa, rimpianti e rimorsi; acrimonia e antipatia; costernazione e devastazione. Alcune sono mie e le ho ritrovate nel mio diario che scrissi nel momento in cui stavo vivendo la “separazione del cuore”, quella che vivi quando ancora sei insieme ma sei consapevole e lo vivi quotidianamente che ormai non c’è più nulla da fare, o quantomeno non sai cosa fare, ma vorresti con tutte le tue forze che le cose andassero in modo diverso per far tornare l’amore di un tempo. Ti è mai capitato?

Ecco alcuni pensieri sulla miseria generale che caratterizza tanti divorzi. Mi piacerebbe se, sotto l’articolo, scrivessi ciò che pensi in merito,se li condividi e se ne hai altri da aggiungere sarebbe molto bello poterli leggere. Molti sono miei alcuni li ho letti in vari articoli. Penso che ne troverai parecchi commoventi ed eloquenti:

La separazione può anche devastare il senso di sé. Può sembrare l’ultimo assalto – un insulto incalcolabile per chi sei, o pensavi di essere. Può farti dubitare di cose che prima avevi dato per scontate. E può anche infliggere un duro colpo alla tua capacità, o volontà, di fidarti degli altri (e forse anche di te stesso). Rappresenta una perdita di innocenza: un’introduzione più triste, ma più saggia, non richiesta, in un mondo più perplesso e doloroso di quanto tu possa mai immaginare. Inoltre, per aggiungere ulteriore insulto alla ferita, la questione della divisione della proprietà, del mantenimento ai figli, delle responsabilità genitoriali, possono trasformare la tua tragedia quasi in una parodia, banalizzare il tuo dramma intensamente personale e manifestarlo in ancora più bisticci e discordie.

Non si trattava di essere felici o infelici. Non volevo più essere me stessa. S.D.

Ricordo una desolata domenica notte in cui mi chiedevo: è così che passerò il resto della mia vita? Sposata con qualcuno che è perennemente distratto e un po’ malinconico, vivere come se una meravigliosa festa si svolgesse nella stanza accanto di casa mia e io che dovevo semplicemente ascoltarla mentre invece avrei voluto tanto fosse nella mia.

Il divorzio non è una tragedia. Una tragedia vera la vive un matrimonio infelice, che insegna cose sbagliate ai propri figli e sopratutto cose sbagliate sull’amore. Nessuno è mai morto per divorzio. J.W.

La vita ci può giudicare colpevoli o non colpevoli, occorre guardarsi dentro perché noi siamo i primi a sapere di non essere innocenti.

Bastano due per distruggere un matrimonio. MT.

Molte coppie sposate si separano perché litigano incessantemente, ma ci sono anche coppie separate che non sono mai state abbastanza oneste o abbastanza coraggiose da litigare quando avrebbero dovuto.

Perché ci siamo separati? Immagino che qualcuno possa dire che abbiamo avuto dei problemi di sincronizzazione. Immagina di essere al circo dove due trapezi oscillano in direzioni opposte andando sempre più in alto fino ad arrivare in cima del tendone, ecco i due trapezi eravamo noi. Ci siamo mossi di continuo, ma non ci siamo mai incontrati nello stesso punto come fanno in tanti, finché quel giorno, abbiamo terminato di oscillare.

Com’è il Natale da separato con figli?

Le vacanze sono un momento di festa. Dal preparare regali, decorare l’albero, al coro dei canti natalizi e partecipare alle varie feste che si succedono a ruota, aziendali, sportive, ludiche, ci sono molte occasioni per riunirsi con familiari, amici e persone care e godersi l’atmosfera. Se  tuttavia, stai attraversando una separazione o un divorzio, le vacanze possono invece essere tutt’altro che rilassanti, soprattutto se hai figli. Improvvisamente, le vecchie tradizioni familiari non sono adatte e trovarne di nuove può essere difficile.Ecco perché ho trovato il seguente elenco di tre cose da tenere a mente durante questo periodo, che ho maturato sulla mia vita, nel corso di tanti anni da mamma separata. Spero che questi suggerimenti ti aiutino ad avere una vacanza meravigliosa.

  • Decidere i regali

Per molte persone, i regali sono un modo per mostrare amore e apprezzamento per un’altra persona. Durante il divorzio o la separazione, non fare l’errore che fanno in tanti di usare i doni per tuo figlio facendo a gara con il tuo ex. O esagerare nella quantità per alleviare il tuo “senso di colpa “ .

È importante evitare di usare regali in questo modo perché è diseducativo per il figlio e assolutamente poco appagante per te, se non nel singolo istante in cui glieli dai.

Se possibile, coordinati con il tuo ex-partner in modo, anche, da non finire per dare ai vostri figli gli stessi regali, o ancor meglio sarebbe, unire  le forze e fare i regali insieme. Solo perché non siete più una coppia non significa che i vostri nomi non possano essere sulla stesso bigliettino di auguri. Non credi?

In effetti, presentarvi uniti potrebbe essere solo il più grande dono per il piccolo, anche se solo per quel momento.

  • Pianifica in anticipo tutto e mantieni le tue promesse

Le vacanze sono frenetiche, con più eventi e uscite sociali extra. Se questa è la tua prima vacanza da separata, è importante pianificare in anticipo e capire chi ha bisogno di essere dove e quando. Dovresti anche decidere in anticipo dove i bambini trascorreranno ogni parte della vacanza, se scegli di festeggiare separatamente. Ad esempio, la vigilia di Natale con un genitore e il giorno di Natale con un altro può essere un buon compromesso, ma solo se ne parli in anticipo. È anche importante attenersi al piano, una volta deciso. Le modifiche dell’ultimo minuto causeranno ulteriore stress e risentimento e soprattutto destabilizzano i ragazzi.

  • Dona amore a chi ne ha bisogno

Le vacanze sono anche un momento per riflettere sulle cose per le quali siamo grati e trascorrere del tempo con chi amiamo da sempre le renderà uniche. Entrambe queste cose possono essere difficili da fare se la tua famiglia sta affrontando un momento di cambiamento. Invece di concentrarti su te stesso e sulla tua situazione, guarda verso l’esterno e guarda cosa puoi fare per gli altri bisognosi. Se sarai solo per una parte della vacanza, scopri quali sono le opportunità di volontariato disponibili. Restituire aiuto e amore può essere una grande distrazione e un modo per onorare il vero significato del periodo.

Se non riesci ad affrontare queste festività in modo sereno e proprio non trovi la pace necessaria, prova a scrivermi, credo che un confronto, un suggerimento possano essere la chiave che ti occorre per viverle meglio.

 

 

 

 

Sei dipendente dall ‘infelicità ?

C’è una certa familiarità con l’essere insoddisfatti?

Una costante di base del comportamento umano è che le persone perseguono il piacere e cercano di evitare il dolore. Allora perché alcune persone sembrano contente di crogiolarsi nella loro infelicità, vantandosi persino di una specie di distintivo d’onore?Anche quando gli vengono dati consigli per migliorare la propria vita, preferiscono continuare a lamentarsi. C’è una certa familiarità con l’essere insoddisfatti che diventa un ostacolo al cambiamento? Dopo aver avuto un assaggio di gioia, perché alcune persone tornano immediatamente a ciò che non funziona?

Ci sono una serie di possibili spiegazioni per questa ” dipendenza ” dall’infelicità:

  • L’insicurezza radicata o la mancanza di autostima possono far sì che alcune persone non sentano di meritare la felicità .
  • Le persone che sono cresciute con uno stile genitoriale caratterizzato da eccessiva disciplina e aspettative non realistiche possono aver imparato a equiparare l’infelicità con l’amore e il successo.
  • Le lotte della vita con il trauma o altre esperienze negative possono alimentare un desiderio inconscio di ritornare continuamente allo status quo dell’infelicità.
  • Alcune persone si vantano di essere realisti, credendo che essere pratici significhi anche focalizzarsi solo sul negativo.
  • A causa di decisioni o esperienze nel loro passato, alcune persone sono consumate dalla colpa o dal rimpianto che non riescono a  superarlo. Così scelgono di punire se stessi e gli altri.
  • Alcune persone hanno paura di provare gioia perché i sentimenti positivi potrebbero essere un “anticipo” per la delusione.(cherofobici)
  • La prospettiva della felicità colpisce la paura dell’ignoto per coloro che non hanno mai provato altro che infelicità.
  • L’insoddisfazione diventa una motivazione per lavorare di più, cambiare lavoro, mangiare più sano, passare più tempo con amici e parenti o prevenire comportamenti o situazioni indesiderate.
  • Alcune persone lo rendono una missione personale per affrontare i problemi del mondo come propri. Per quanto nobili sotto certi aspetti, questi individui non possono permettersi di provare felicità quando, per esempio, le persone stanno morendo di fame o il riscaldamento globale sta danneggiando il pianeta.

Poi c’è la teoria secondo la quale le persone amano i sentimenti negativi. Uno studio di Eduardo Andrade e Joel Cohen, che ha analizzato perché le persone amano i film dell’orrore, ha concluso che alcuni spettatori sono felici di essere infelici. I ricercatori hanno scoperto che le persone provano emozioni sia negative che positive allo stesso tempo, il che significa che non solo godono del sollievo che provano quando la minaccia viene rimossa, ma amano anche essere spaventatiQuesta stessa teoria, sostenevano, potrebbe aiutare a spiegare perché gli umani sono attratti dagli sport estremi e da altre attività rischiose che suscitano terrore o disgusto per altri.

Come fai a sapere se sei una di queste persone che vive in uno stato perenne di infelicità? Le persone che sono dipendenti dall’infelicità tendono a:

  • Trovare le ragioni per essere infelice quando la vita diventa “troppo positiva”.
  • Interpretare il ruolo della vittima e incolpare gli altri piuttosto che assumersi la responsabilità personale delle loro scelte.
  • Competere con amici e colleghi per vedere chi ha il più problemi
  • Avere difficoltà a stabilire e raggiungere obiettivi o, al contrario, raggiungere obiettivi solo per scoprire che non possono godere del loro successo.
  • Distrarsi,sfuggire o far fronte ai guai usando droghe,  alcol,  sesso,  cibo o altri comportamenti di dipendenza o compulsivi .
  • Smettere di prendersi cura dei loro bisogni di base, come una dieta sana , un regolare esercizio fisico e un sonno adeguato
  • Sentirsi schiavi delle loro emozioni e impotenti nel cambiamento
  • Sentirsi insoddisfatti anche quando la vita sta andando bene.
  • Avere drammatiche e  insoddisfacenti relazioni .

La felicità è dunque una scelta?

Si dice spesso che “la felicità è una scelta”. Ma allora perché non ci sono più persone felici?

Nella mia esperienza, la felicità è complicata. Alcune persone trovano la felicità anche in situazioni che potrebbero sfidare la persona più ottimista ; alcuni sono infelici nonostante abbiano tutto.

Per alcuni, la felicità è fugace e dipende dalle circostanze attuali, mentre altri sembrano essere generalmente felici o generalmente infelici indipendentemente da ciò che sta accadendo nelle loro vite. Poi c’è il problema di come definire la felicità – con successo esteriore, soddisfazione interiore o qualcos’altro?

In molti casi, può essere vero che la felicità è una scelta. In una certa misura, scegliamo i nostri pensieri e le nostre reazioni, che influiscono sul modo in cui ci sentiamo, e possiamo migliorare il nostro quoziente di felicità adottando misure per cambiare il nostro pensiero (ad esempio, tenere un diario di gratitudine , stare attenti al momento presente, accettare ciò che è o sviluppare meccanismi di pensiero più sani).

Possiamo vedere le nostre emozioni come un segnale che alcuni aspetti della vita devono cambiare e agire per tornare a uno stato mentale migliore.

Ma per circa il 20% degli adulti italiani, i disturbi mentali come la depressione o l’ ansia possono significare che la felicità è sempre fuori dalla porta. Non scelgono di essere depressi o ansiosi, semplicemente non conoscono un altro modo di essere.

Mentre scegliere di essere felici, in questi casi, è più complicato che fare la scelta di pensare positivamente, c’è una scelta importante che può essere fatta: la decisione di ottenere un aiuto, come il percorso di life coaching.

Il programma è un corso appositamente progettato per aiutare gli adolescenti e gli adulti a prevenire la depressione, allenando a “ripensare” i loro sintomi e “respingere” le cognizioni negative. Il percorso di coaching  è stato utilizzato con successo per curare problemi di rabbia e ansia. Insegnare ad adolescenti e adulti a prendere coscienza della relazione tra pensieri, comportamenti ed emozioni può cambiare la vita ed è spesso citato come uno dei più utili interventi usati.

La sfortunata realtà è che la maggior parte delle persone cronicamente infelici si rifiutano di ottenere aiuto. Quasi la metà di quelli con disagio mentale non cerca mai un trattamento. Che si tratti di paura, conforto, mancanza di consapevolezza o qualcos’altro, non possiamo esserne certi. Quello che sappiamo è che l’infelicità non deve essere terminale. Con la consulenza e il trattamento, c’è speranza che la felicità diventi la nuova norma di vita per tutti.

 

Tips- separazione e figli

Come affrontare una separazione avendo dei figli ?

 

Se stai attraversando una separazione , dovrai ridefinire i modi in cui gestisci la tua vita di coppia.  Dovrai anche capire cosa pensa l’altra persona.

  • Se la tua separazione è intenzionale, assicurati di essere d’accordo su quale sia l’obiettivo finale. Prenditi del ​​tempo col partner a quattr’occhi o da un consulente matrimoniale o un life coach, che può aiutarti, e discuti di ciò che desideri dalla separazione. Per esempio, se uno di voi vuole considerare la separazione definitiva, mentre l’altro vuole fare una solo pausa, è necessario conciliare queste differenze per non avere sorprese o delusioni successivamente che potrebbero provocare rabbia ulteriore e malessere!
  • Comunicare sulle responsabilità condivise. Se hai bambini, animali domestici o condividi una macchina o una casa, dovrai superare le animosità e parlare di queste esigenze, credimi è fondamentale anche se in quei momenti, non si ha voglia di affrontare cose burocratiche o logistiche e si vorrebbe solo scappare.

 Pianificate insieme cosa dire ai bambini.

Se tu e il tuo partner avete figli insieme, dovrete parlare di come gli racconterete  la vostra separazione. Ancora una volta, è importante mettere da parte qualsiasi conflitto tra di voi e concentrarti sul rendere questo momento il più semplice possibile per i ragazzi.

  • Confrontati su cosa vuoi dire ai tuoi ragazzi, tenendo ben presente che non necessitano di sapere ogni minimo dettaglio della vostra relazione, soprattutto se sono piccoli, perché non capirebbero e anzi le interpreterebbero in modo errato, trarranno però beneficio da una comunicazione aperta e onesta sui cambiamenti imminenti della loro famiglia.

Quello che va tenuto molto bene presente è che i ragazzi ,i bambini, tendono a colpevolizzarsi per ciò che accade a mamma e papà. Lo fanno inconsciamente, è un processo neuroaffettivo che li condizionerà per tutta la vita se non viene spiegato bene all’inizio.

Nella loro mente continua per anni a imperversare l’ idea che la colpa se i loro genitori si sono lasciati , sia loro!

Quello che va ripetuto al bambino/ adolescente più e più volte alla settimana,  con dolcezza, pazienza e costanza poiche’ il tempo di reazione delle mente umana  per  metabolizzare  una notizia spiacevole,  è assai superiore  del tempo per metabolizzare una notizia positiva è che : “non sei tu la causa della separazione di mamma e papà “.Questo va detto sia dalla mamma che dal papà, per dargli maggiore sicurezza  anche perché noi sappiamo bene che è la verità.

  • Cerca di dare loro il tempo di adattarsi alla separazione. Prova ad aspettare qualche settimana prima di trasferirli in una nuova casa o prima che il tuo partner si trasferisca.

 

  • Dedicagli più tempo che puoi. Anche se ti sembrerà che non stiano soffrendo perché caratterialmente sono forti, non danno segni evidenti di malessere o di rabbia. Alle volte si comportano così perché non vogliono ferirti più di quello che già vedono che soffri,la loro sensibilità, soprattutto nei confronti del genitore più debole, arriva a dei livelli che non ci possiamo immaginare e basta una sola smorfia diversa dal solito , per metterli in allarme su qualcosa che non va. Consiglio quindi di invitarli a uscire insieme( solo con uno dei due genitori), fare attività che a loro piacciono, cerca di fargli capire che nulla cambierà del vostro amore, della vostra sintonia e che avranno sempre l’appoggio di entrambe. ( anche se il tuo rapporto con l’ ex è pessimo, il rapporto che dovreste avere coi figli dovrebbe mantenersi ottimo ed equilibrato).

Il loro senso di frustrazione in questa fase, pur non giustificato, è molto alto e solo il tempo, dei genitori intelligenti e, se necessita, di un professionista, potrebbe aiutarli a  rendersi liberi dal peso che sentono. Più facile separarsi quando i figli sono ancora piccoli, molto più difficile da adolescenti, dove occorre , alle volte, l’aiuto di un teen coach, per riuscire ad affrontare dinamiche molto delicate, rapporti così particolari tra di loro che basta un niente per farli cadere in depressioni importanti e toglierli tutte le convinzioni che avevano avuto fino a quel momento.

  • Stabilisci quindi col padre, limiti temporanei di visita ai ragazzi : è importante avere ancora una vita al di fuori di questo rapporto, per permettere a tutti di abituarsi a quella nuova con calma.

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