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Sei una persona autodistruttiva? 7 Segnali di allarme.

In teoria, cerchiamo tutti la felicità e agiamo seguendo le sue orme. In pratica, molti esseri umani non seguono questo schema. Al contrario, senza sapere perché, fanno cose che danneggiano se stessi. Stiamo parlando di una persona autodistruttiva.
 
Una persona autodistruttiva non agisce in modo volontario. Quello che di solito accade è che si sente male, ma non riesce a identificare esattamente il motivo. Quindi, sviluppa comportamenti che fanno male a se stessa.
Abbiamo tutti questo lato da qualche parte dentro di noi.
Tuttavia, alcuni lo trasformano nella loro personalità principale. Quello che succede a una persona autodistruttiva è che spesso si incolpa per cose reali o anche immaginarie.
 
Vediamo i sette tratti più importanti di una persona autodistruttiva.
Nella storia degli uomini ogni atto di distruzione incontra, prima o poi, una risposta con un atto di creazione. -Eduardo Galeano-
 
1. Reagire con tristezza o irritazione quando si ottiene qualcosa di importante
 
Anche se sembra strano, una persona autodistruttiva sente un vuoto insondabile quando conquista un obiettivo importante. Avendo lottato intensamente per l’obiettivo, alla fine non è in grado di provare soddisfazione quando finalmente lo raggiunge.
 
Ciò che prova quando si confronta con questi trionfi è una certa tristezza e talvolta rabbia. Quasi sempre cerca di sminuire i suoi risultati. Dichiara che è assurdo sentirsi felici per una cosa così sciocca. Questo è un chiaro segno che è autodistruttivo.
 
2. Provocare gli altri e poi sentirsi in colpa
 
Una persona autodistruttiva di solito è piuttosto combattiva. Non sa il motivo. ed è anche generatrice di polemiche. Se altri dicono “sì”, dice “no”. Se altri dicono “bianco”, dice “nero”.
Nelle discussioni con gli altri, non è insolito per lei diventare verbalmente aggressiva o usare un linguaggio sconsiderato. Passata la tempesta, si sente terribilmente in colpa per aver scatenato la disputa e si sente anche in colpa per quello che ha detto e per come lo ha detto. Diciamo che adotta una contraddizione comportamentale.
 
3. Non riconoscere di sentirsi bene, anche quando è vero
 
Per qualcuno autodistruttivo niente è mai abbastanza. La loro principale difficoltà è provare soddisfazione, in particolare per qualcosa che hanno fatto per se stessi. Si concentrano sulla macchia scura sul foglio bianco.
Se capita che si sentano bene o vedi realmente che stanno bene, si sentono infastiditi. Diranno che hai torto. Potrebbero persino sentirsi allarmati. Cercheranno dentro di sé ragioni per smettere di sentirsi bene e per confermare la loro posizione soggettiva di disagio.
 
 
4. Non mantenere le promesse fondamentali per il raggiungimento dei propri obiettivi
 
 
Una persona autodistruttiva si boicotta da sola. Insiste sul fatto che lo fa in modo inconscio. Così dimentica le riunioni chiave o rimane addormentata o sbaglia l’orario di un appuntamento importante.
È come se per lei fosse imperativo eludere qualsiasi forma di benessere a cui potrebbe avere accesso. Quando perde grandi opportunità, a causa di questa apparente dimenticanza o distrazione, trova una nuova ragione per continuare a rimproverarsi.
 
5. Una propensione a sacrificarsi per gli altri
 
Non solo è positivo, ma può essere molto costruttivo fare le cose per gli altri. Nel caso di una persona autodistruttiva questo tipo di atto altruistico assume un altro significato.
 
Sembra che trascurino regolarmente se stessi per migliorare la vita degli altri.
Con relativa facilità rinunciano al proprio benessere per consegnarlo a un altro. Sono capaci di non lasciare un soldo per se stessi per aiutare qualcun altro, o per adulare qualcuno con un gesto costoso. In fondo, si sentono in colpa per qualcosa, generalmente immaginario, e questa eccessiva generosità è una forma di castigo e redenzione.
 
6. Non difendersi di fronte agli abusi, tratto di una persona autodistruttiva
 
Una persona autodistruttiva non sa come difendersi. In realtà, non sente di avere il diritto di proteggere i propri interessi. Ha un’opinione così bassa di se stessa che sente che non vale la pena sprecare risorse per evitare il dolore.
 
In un modo o nell’altro, questo tipo di persona sente che gli altri hanno il diritto di abusarne. Molti di questi comportamenti autodistruttivi iniziano proprio con qualche tipo di abuso in tenera età. Quindi, presumono che sia “normale”.
 
7. Boicottare relazioni funzionanti
 
Per una persona autodistruttiva è difficile stabilire legami efficaci con gli altri. In fondo sono convinti di non essere degni di amore o attenzione. A volte, anche nelle amicizie. Si sentono in questo modo perché non apprezzano se stessi.
 
Se stabiliscono un buon rapporto con qualcuno, si sentiranno strani. Dentro c’è una voce impercettibile che dice “qualcosa sta andando storto”. E così si rivolgono ad avventure, ossessioni e persino abusatori, danneggiando le loro buone relazioni.
 
Una persona autodistruttiva soffre molto e fa soffrire gli altri. A volte il problema è così intrattabile che fondamentalmente vivono in solitudine. Il loro potenziale di crescita è sempre limitato.
 
Se ti riconosci in qualcuno dei casi sopraelencati o conosci qualcuno che si sente così, sarebbe meglio rivolgersi subito ad un professionista di supporto.
Il coaching può esserti di aiuto nel momento in cui questo disagio non diventa una patologia.
 
Chiamami per una consulenza, ne parleremo e capiremo se è il percorso adatto per te.
SEPARATAMENTEINSIEME.

La miglior vendetta per l’essere umano? La NON vendetta.

La miglior vendetta non è la vendetta. La miglior vendetta è sorridere all’odio. Imparare a soffocare la tua rabbia e mostrare agli altri che puoi essere felice. Perché non c’è strategia migliore che agire con calma e saggezza andando avanti, con uno sguardo fermo e un cuore pacifico, sapendo che non è necessario portare quel peso. Confucio disse saggiamente che prima di intraprendere un viaggio di vendetta, occorre scavare due fosse. Una per te e una per il tuo avversario.

Ma sfortunatamente, la vendetta sembra essere ancora molto”attraente”per l’essere umano. Molti clienti che vengono al percorso Separatamenteinsieme sono molto astiosi verso il partner e hanno questa voglia di vendicarsi per il male subito. Però qualcuno di particolarmente saggio diceva :

Ho usato la parola,  “attrazione” , per una ragione precisa. Si perchè è un comportamento umano, lo sappiamo. In effetti, una cosa che scrittori e produttori cinematografici sanno bene è che la vendetta ci affascina. Attenzione,però, che la vendetta è come una medicina: aiuta a piccole dosi, ma se consumata in quantità elevate può ucciderci.

Edmond Dantès, il conte di Montecristo, è un ottimo esempio letterario. Ci ha insegnato che la miglior vendetta è servita fredda, senza fretta e perfettamente calcolata. Agatha Christie, nel frattempo, ci ha portato in un complotto complesso e altrettanto violento in “E poi non c’era nessuno” per insegnarci che il male dovrebbe essere adeguatamente vendicato.

La vendetta ci attrae e talvolta la giustifichiamo anche. Tuttavia, quali sono i processi mentali alla base?

Vendetta, un desiderio molto umano

La maggior parte di noi a un certo punto della propria vita si  è sentita così addolorata, ferita e offesa che l’ombra di quella figura amara, ma quasi sempre allettante, ci è passata per la mente: la vendetta. 

Le nostre bussole morali deviano di alcuni gradi e immaginiamo modi in cui possiamo dare loro un assaggio della loro stessa medicina.

Una cosa che dovrebbe essere chiara fin dall’inizio e che  ci ricorda lo psichiatra Massimo Picozzi un grande esperto di comportamenti criminali – è che la vendetta ha poco a che fare con la moralità.

La vendetta è un impulso;  è la catarsi della rabbia e dell’odio. Ad esempio, gli studi del professor Ernst Fehr dell’Università di Zurigo hanno rivelato che più del 40% delle decisioni che vengono prese nel mondo degli affari hanno come unico obiettivo la “vendetta” su un concorrente.

La stessa cosa accade con gli atti criminali. Più della metà di loro è commessa a causa del rancore accumulato verso qualcuno e da un espresso desiderio di vendicarsi. Mi costringe a presumere che una buona vendetta non esista.

Al di là dei suoi risultati, accade qualcosa di più inquietante, qualcosa di più rivelatore: diventiamo aggressori.  In realtà perpetuiamo la deficienza morale della persona che originariamente ci ha ferito. 

 

La miglior vendetta quindi non è LA VENDETTA

Sarebbe facile dire che la miglior vendetta non è vendicarsi perché è quello che detta la morale e il buon senso. Perché è quello che ci dicono i leader religiosi, spirituali e filosofici. Ma ora guardiamolo da un punto di vista puramente fisico e mentale.

Ad esempio, ti sei mai chiesto quale sia il profilo per le persone molto vendicative? 

Profilo di persone vendicative:

  • Scarsa gestione emotiva.
  • Poca conoscenza di sé.
  • La convinzione di sapere cosa è assoluto e universale. Essi sono la legge e la giustizia, un esempio di ciò che ogni persona dovrebbe essere.
  • Vedere tutto come bianco o nero. O sei con me o non lo sei. Le cose sono fatte bene o sono fatte male.
  • Poca empatia.
  • Non perdonano né dimenticano, vivono incatenati al passato e al risentimento.

Come si evince da questo quadro, la vendetta o il desiderio di vendetta  non hanno lati positivi. Questo impulso, questo bisogno, ti divora e fa sparire il buon senso. 

Getti completamente via la tua possibilità di diventare una persona migliore e goderti la vita.

Nella vendetta non c’è altro che sofferenza e solitudine. Se una persona prova quel tipo di sentimento però, non è facile sconfiggerlo da soli. Occorre del tempo e forza interiore, un aiuto esterno può sicuramente essere la soluzione migliore per placare ire o rancori che se persistono dentro di te, possono diventare davvero letali per la tua vita.

 

Resto fedele alla mia conclusione: la miglior vendetta non è la vendetta. Se ci pensi andare avanti e mostrare alle persone che sei felice è la migliore vendetta di tutte.

Quando devi “implorare” amore, non è Vero amore

Quando devi implorare amore, non è davvero amore, è una mancanza di dignità e rispetto per te stesso. Perché quando ami qualcuno, ti prendi cura di lui/lei e cerchi di impedire loro di provare dolore, se puoi. Quindi, se non ti proteggi dal “falso amore”, se non ti impedisci di provare dolore, allora non ti stai amando veramente.

Amare te stesso è il primo passo per amare pienamente, in modo da non cadere vittima di manipolazioni o maltrattamenti. L’errore è pensare che la sofferenza sia inevitabile in queste situazioni, ma non è vero.

E come si fa ad amare pienamente?

Disattivando il nostro “Ego”. L’ego ha una visione limitata della realtà e accetta solo il proprio punto di vista, il proprio modo di intendere il mondo e persino il proprio modo di amare. Poche cose possono essere più dannose e distruttive dell’egoismo , che si tratti di amicizia, lavoro o relazioni sentimentali.

All’ego piace che le cose siano come vuole, che il mondo sia organizzato secondo le proprie prospettive, secondo il proprio concetto personale di ciò che è buono e cattivo. Non ama le circostanze impreviste o spontanee, o le reazioni che sono fuori dal suo controllo o che esprimono la volontà di qualcun altro.

Per amare pienamente, dobbiamo disattivare il nostro ego, permettendo così agli altri di amarci liberamente, di essere persone con il loro libero arbitrio, e non nel modo in cui vogliamo che siano. L’amore offerto spontaneamente e pienamente è senza dubbio il tipo di amore più completo e autentico.

 

Le molte facce dell’egoismo

L’ego ha molte facce e sono sicura che tu ne conosca già alcune:

  • Usare la vittimizzazione come arma.

  • Cercare di essere riconosciuti per tutto ciò che si fa, si dice si esprime, senza mai considerare gli altri.

  • Opprimere per alleggerire il proprio ego.

  • Ricercare qualcuno da incolpare per i problemi o le situazioni che loro creano.

  • Rifiutarsi di essere spontanei, provare cose nuove o allontanarsi dalla routine.

  • Bloccare la crescita personale altrui.

 
Come disattivare l’ego ?

Dobbiamo capire che l’ego ci fa disconnettere completamente dall’amore maturo. L’amore maturo viene offerto liberamente e completamente all’altra persona. Significa che abbiamo a cuore ciò che abbiamo in comune ma rispettiamo sempre la crescita personale di ciascuna parte.

Se il tuo partner è l’epitome dell’egoismo, stabilisci dei limiti fin dall’inizio e chiarisci che l’amore non è giudicare, controllare o riempire i propri vuoti e insicurezze attraverso la manipolazione. L’amore non grava su qualcuno. È crescita personale e completezza.

 

È necessario che smettiamo di fare ciò che il nostro ego vuole e iniziamo a goderci le cose mentre accadono. È solo allora che si risveglierà la nostra consapevolezza dell’amore, che farà spazio alla spontaneità ogni giorno, una libertà che non ha attaccamenti e dove ognuno ha il controllo di se stesso e, a sua volta, è parte di un piano comune.

Non possiamo dimenticare che molti di noi, in qualche modo, sono un po’ egoisti in termini emotivi. Tuttavia, tutto ha il suo equilibrio. Se lasciamo che l’ego agisca con tutta la sua intensità, non vedremo mai la realtà delle cose, ma piuttosto i nostri bisogni e i sentimenti negativi che creano.

Ogni essere umano è in grado di migliorare se stesso, rendendo impossibile per gli altri trarre vantaggio dai propri sentimenti e valutare se meritano di essere in una relazione che non fornisce loro felicità, divertimento o crescita.

Il dolore di amare qualcuno che non ti ricambia

Quando saluti una relazione con qualcuno che non ti ha amato, che non ti ha mostrato attenzione o affetto, devi rispettare il tuo periodo di dolore, ti devi dare spazio per capire cosa ti è successo.

Il dolore vissuto deve essere riflettuto e affrontato, perché l’angoscia di realizzare che l’altra persona non ti ama più, può farti sentire come se qualcosa ti stesse mangiando dall’interno. Potresti sentire che l’assenza di amore è un tradimento dei tuoi sentimenti e una presa in giro della tua capacità di amare.

Concediti dunque il ​​tempo di arrabbiarti, di negare la realtà, di fantasticare, di essere inorridita/o, di cadere, di rinnegare e poi reclamare sia le parti di te che si sono rotte che quelle che rimangono intatte, per dare un senso alle emozioni contrastanti, ecc. .

Tutto questo è essenziale per amare te stessa/o, sentirti importante e valorizzarti. Alla fine, quando lasci andare qualcuno che non ti amava, inizi il processo di libertà emotiva, che implica la catarsi di dire addio al dolore. Che è una sensazione bellissima!

Devi solo avere gli strumenti necessari per affrontarla e non cadere in depressioni o affossamenti mentali. Nel mio percorso di Coaching “Separatamenteinsieme” affrontiamo proprio le dinamiche che si svolgono in situazioni come quella che ti sto raccontando. Alla fine riuscirai ad avere la forza di dire che quello che stai passando ora è stato bellissimo.. perchè ti HA RESO LIBERA/O EMOTIVAMENTE!

 
 

La perdita di interesse uccide l’affetto

L’amore dovrebbe essere prontamente dimostrato; non dovresti elemosinarlo.

Se lo implori, ti sottoponi al peggior tipo di tortura: l’ indifferenza. L’indifferenza comporta uno squilibrio nella relazione ed è sostenuta dalle deboli fondamenta della relazione.

Niente ti apre gli occhi quando vuoi chiuderli come continue manifestazioni di disinteresse. E così ti rendi conto che non ogni “amore” è vero amore, e che solo perché vuoi qualcuno non significa che devi essere ricambiata/o. Affinché una coppia sia felice insieme, entrambi i membri devono ridere insieme, prendere decisioni insieme e amarsi.

Un amore basato su comportamenti sani, non solo sentimenti, può essere creato solo in assenza di bugie, scuse e disinteresse. Ci meritiamo di avere rapporti basati su apprezzamento, tempo condiviso e affetto reciproco.

 
 

È necessario nutrire la tua autostima

Nessuno può renderti infelice senza il tuo consenso. Per costruire una relazione felice, devi amare te stesso, valorizzarti e credere di essere importante. In altre parole, dovresti dimostrare a te stesso che ti ami ogni giorno.

 

Una volta che imparerai ad amarti, smetterai di essere coinvolta/o con persone che non mostrano interesse per te. Smetterai di sottometterti alla tortura emotiva dell’indifferenza che ti schiaccia con messaggi ignorati e silenzi infondati.

Non importa chi ti delude, o se tu pensi che quello sia l’amore della tua vita o se anche non credi nell’amore eterno.

L’amore vero, essenziale, è l’amore per se stessi e, in base a questo sentimento, puoi valutare ciò che meriti e ciò che non meriti.

 

Se hai bisogno di supporto per affrontare una situazione sentimentale che non riesci a gestire, chiamami senza impegno e vedremo insieme come fare per renderti libera/o di amarti e amare.

La fine di una storia è un’opportunità di trasformazione

Sebbene una separazione, la fine di una storia siano momenti dolorosi, sono anche un’opportunità. Quindi, dai a te stesso la possibilità di crescere e trasformarti.

Il dolore per l’assenza della persona amata dopo la fine di una relazione è reale. Tuttavia, una rottura è anche un’opportunità di crescita personale. Alcune persone nutrono la speranza che coloro che li hanno lasciati alla fine torneranno, ma di solito questo non accade.

Secondo la psicoterapeuta americana Katherine Woodward, che ha coniato il termine “separazione cosciente”, è necessario molto lavoro personale per concludere una relazione nei migliori termini possibili.

Ciò implica l’accettazione di errori e responsabilità e la consapevolezza delle dinamiche che hanno portato a questa situazione. Quindi, una rottura è un’opportunità di trasformazione, un punto di svolta da cui reindirizzare la tua vita.

“Il cambiamento non è una minaccia, è un’opportunità. L’obiettivo non è la sopravvivenza, lo è il successo trasformativo ” -Seth Godin-

La fine di una relazione è un’opportunità per liberarti

Le società occidentali confinano l’amore nel regno delle relazioni romantiche . Chi non vuole trovare la propria “metà migliore”? 

La domanda è: sai amare in tutta la sua libertà? O sei vittima di un attaccamento perpetuo e che crea dipendenza?

La fine di una relazione è un processo complesso perché devi chiudere un ciclo. Sarà difficile per te continuare con la tua vita se non lo fai. Inoltre, è importante tenere presente che, come in qualsiasi processo scomodo, sperimenterai un ottovolante emotivo di rabbia, tristezza, paura, ansia e dolore. Questo fa parte del processo di lutto.

La chiave è l’accettazione

Accettare la realtà rende possibile andare avanti e crescere. Come puoi vedere, ti permette di liberarti da quell’abito emotivo scomodo. Accetta la tua realtà, poiché hai molto da imparare da questa situazione emotiva.

Non avrai sempre abbastanza forza per affrontare questa situazione da solo/a. Per questo motivo ho creato il percorso di Coaching SeparatamenteInsieme, perchè anche se sei in fase di separazione non sei sola/o, potrò aiutarti ad affrontare questo tipo di situazione. Ti insegnerò a gestire le tue emozioni e ti allenerò mentalmente a trovare il modo più sano per andare avanti con la tua vita. Naturalmente, devi anche tenere presente che è importante per te fare affidamento sulla tua famiglia e sui tuoi amici.

Riprogrammare le tue convinzioni sull’amore 

Le convinzioni che hai e coltivi sull’amore e le relazioni sono un fattore determinante per superare una fine.

La maggior parte delle persone è stata educata dal punto di vista dell’amore romantico e crede veramente che l’amore faccia male. Ma questo è molto dannoso, poiché ti fa credere di essere un fallimento se non hai una relazione . Quante coppie stanno insieme anche se non sono felici, solo per evitare il giudizio?

Una rottura è un catalizzatore che ti spinge a diventare una versione migliore di te stesso.

Pensare che essere in una relazione sia l’unica cosa giusta da fare o un sacrificio non è salutare. Sì, a tutti piace sentirsi amati e amare, ma è anche possibile essere single, separati o divorziati e avere una vita amorosa appagante.

Quindi, forse è il momento di reimpostare le tue convinzioni sull’amore e le relazioni e affrontare le tue emozioni in relazione a questi problemi, specialmente quelli che causano dolore e disagio.

 

 

Accettare emozioni spiacevoli che derivano da una rottura di una storia ha una duplice importanza. Da un lato, è emotivamente impegnativo perché neghi la situazione. D’altra parte, inizierai a percorrere un sentiero che diventa più trasparente ed equilibrato una volta accettato.

L’opportunità di trasformazione dopo una rottura

Il processo di trasformazione dopo una rottura non è facile, ma nemmeno impossibile. Si tratta di apprendere una serie di abilità per gestire le emozioni, raggiungere un equilibrio emotivo e raggiungere il benessere fisico e mentale.

Le chiavi per trasformare la tua vita in modo positivo dopo una rottura

  • Conosci te stesso. Il primo passo per trasformare te stesso è sapere chi sei. Questo è il motivo per cui essere onesti con se stessi è importante.
  • Lavora sulla tua autostima. Questo perché avere una sana autostima ti spinge a fare tutto ciò che vuoi fare. L’amor proprio è il tipo di amore più importante . Quindi, guarda te stesso, sii positivo e non confrontarti con gli altri.
  • Sviluppa l’auto-accettazione e la consapevolezza di sé. Inizia valutando il tuo sistema di convinzioni, i tuoi bisogni e i tuoi valori. È ora di imparare nuovi comportamenti.Esci dalla tua zona di comfort. Tieni presente che se continui a comportarti nello stesso modo, otterrai gli stessi risultati. Quindi, sii aperto al cambiamento.
  • Sii attivo. Fai le cose che hai sempre voluto fare. Vuoi viaggiare? Iniziare un hobby? Imparare a praticare un nuovo sport?
  • Vivi qui e ora. Tieni presente che il passato porta depressione e il futuro porta ansia. Non avere fretta e assapora la vita.
  • Rimani positivo.
  • Non essere un martire. Supponi che nessuno sia colpevole o innocente e che tu sia responsabile solo delle tue azioni. Pertanto, tieni presente che ogni situazione è un’esperienza di apprendimento.
  • Sii grato per tutto ciò che hai vissuto e imparato. Tenere rancore porterà a un presente infelice, mentre la gratitudine apre le porte .
  • Controlla le tue emozioni. Accetta le tue emozioni negative e scopri cosa stanno cercando di dirti.

Sei pronta/o a fare una trasformazione?

Indossiamo tutti una maschera? Cosa stiamo cercando di nascondere?

” Tutti indossiamo una maschera e arriva il momento in cui non possiamo rimuoverla senza rimuovere la nostra pelle. ” (Anonimo)

Tutti noi indossiamo delle maschere e queste cambiano in base alla situazione o alla persona con cui stiamo interagendo. Ci comportiamo in modo diverso con i nostri amici, parenti o con estranei.

Le ragioni per le quali indossaiamo le maschere variano in base alle circostanze, ma ci sono ancora alcuni motivi comuni per cui tendiamo a nasconderci dietro di esse:

  • nascondere le nostre debolezze: molti di noi indossano maschere per nascondere le proprie debolezze.  Indossiamo maschere per nascondere il nostro dolore, perché non vogliamo che il mondo sappia quanto siamo vulnerabili all’interno.
  • esporre selettivamente i nostri punti di forza: situazioni diverse richiedono abilità e punti di forza diversi. A volte, dobbiamo ritrarre i nostri punti di forza in una luce diversa in base alla situazione. Potrebbero esserci casi in cui dobbiamo esporre alcuni lati, nascondendone altri.

Indossare una maschera non è necessariamente negativo. Le persone possono usare le maschere per tirare fuori il lato migliore di se stessi in base alla situazione.

Il problema, tuttavia, sorge quando le persone diventano così abituate a indossare maschere che iniziano a dimenticare il loro vero sé. Quando iniziano a perdere la loro identità originale e la maschera diventa la loro nuova identità.

Sì, tutti indossiamo una maschera e sotto quella facciata risiede il nostro vero sé, che a volte noi stessi non riusciamo a riconoscere. 

Cerchiamo tutti di nascondere quella “parte di noi” che non ci piace o che non vogliamo che il mondo veda perché temiamo il rifiuto.

“Da bambina ero impavida ma con un QI basso. Col tempo ho capito che la gente ha approfittato indebitamente della mia debolezza. L’unica via d’uscita era rappresentarmi come una donna “emotivamente forte”. Ho avuto successo nel nascondere il mio vero sé. Sono orgogliosa di dire che, mentre ho indossato la maschera, in tutti questi anni, ho contemporaneamente lavorato su me stessa per liberarmene e mantenere l’immagine che avevo creato di me stessa. E sì, sono migliorata notevolmente e non ho più bisogno di fingere di essere chi non sono.”(Anna)

Non è male indossare una maschera. Soprattutto nel mondo degli affari, delle imprese è estremamente essenziale. Ma nelle relazioni personali dovremmo stare attenti. Immagina, per un momento, un mondo in cui a nessuno importa quale auto guidi, quale borsa indossi o in quale lavoro fai.

Riesci a percepire la libertà? Ma questa non è la realtà, perché ci preoccupiamo delle maschere abituali che abbiamo sviluppato per soddisfare e impressionare gli altri. Forse, anche tu cambi le tue maschere così abitualmente che non ti accorgi nemmeno di farlo. Forse l’hai fatto per tutta la vita.

Quale maschera indossi?

Come ti senti riguardo al volto che stai raffigurando per il mondo? Sei veramente te stesso ?

Pensi di poter essere te , indipendentemente dalla situazione sociale in cui ti trovi?

Nella tua mente, raccogli tutte le persone che conosci e mettile in una stanza: amici, familiari, colleghi di lavoro e conoscenti. Tutti sono sicuramente mescolati con le loro maschere perfettamente posizionate. Ma poi, immagina che una forte raffica di vento entri nella stanza soffiando via tutte le maschere. È caos, i volti sono esposti, forse per la prima volta, con le loro rughe e tutto il resto.

Ora immagina che invece di usare questa vulnerabilità l’uno contro l’altro  si dessero delle pacche sulle spalle, incoraggiando la loro unicità e sostenendosi a vicenda. Sarebbe bello? Come ti sentiresti?

Perché abbiamo tanta paura di essere autentici?

Anche quando le nostre maschere irritano la nostra pelle, e non possiamo rilassarci ed essere noi stessi, resistiamo ancora attaccati ad esse.

Questa performance epica è un’enorme perdita per le nostre menti, i nostri corpi e le nostre anime. È un atto difficile fingere costantemente di essere, o sentire di aver bisogno di essere, qualcun altro. Allo stesso modo, è molto rincuorante comportarsi regolarmente come se ti sentissi in un modo solo, quando ne senti un altro.

Diventare autentici è un processo per iniziare a conoscere noi stessi. Comprendere i tratti della nostra personalità, i comportamenti, i valori, le convinzioni, i bisogni, gli obiettivi e le motivazioni. Occorre arrivare ad avere il coraggio di riconoscere i propri limiti e abbracciare la nostra stessa vulnerabilità.

Fai una lista di parole che descrivono la persona che vuoi essere. Guarda in profondità e concentrati su chi sei, non su quello che fai. Sei appassionato, nerd, curioso, affettuoso?

Lo saprai quando avrai scoperto l’autenticità dei tuoi pensieri, delle tue convinzioni e le tue azioni arriveranno in profondità dall’interno e saranno resistenti alle pressioni esterne. Il risultato di questa autenticità è un autentico, silenzioso, vitalizzante appagamento e fiducia che resiste all’ ansia, all’ insicurezza e allo stress.

 

Indossare una maschera ci protegge dalla vulnerabilità.

Di seguito sono elencate cinque maschere comuni che indossiamo e teniamo nascoste nel nostro cassetto. È ora di tirarle fuori e ri-conoscerle.

 La Persona “Positiva”

Scorrendo su Facebook,  Instagram mi viene voglia di alzarmi e battere le mani selvaggiamente. Che spettacolo vedere tutte quelle persone realizzate, felici, sempre in ordine, mai tristi. Wow.  È quasi surreale…. Quasi .

Stiamo tutti esibendo tutto. Ogni minuto della nostra vita, facciamo finta che tutto è perfetto.

Esistono vari tipi di maschere. La spirituale, la superficiale, la fiduciosa, l’eccessivamente amichevole e tutte queste maschere sono solitamente avvolte in falsi sorrisi.

Alcuni sono una tale frode. La loro vita è lungi dall’essere perfetta, lontana dalle immagini rosee che postano. Essendo consci di questo, la loro autostima inizia a tremare, perché cominciano a sentire che la loro vita dev’ essere perfetta, dopo che hanno visto che quella di tutti gli altri lo è, o almeno sembra.

La maggior parte di noi è colpevole di questa facciata e sta facendo sì che molti amici e persone care si sentano senza speranza, vergognose e tristi anche se sono sicura che non è la reazione che sperano di far avere.

La vita di nessuno è stata perfetta, nonostante quello che vogliono tutti farci credere.

  • Mostrare che sei imperfetto è una sfida.

Perché non possiamo ammettere che siamo perfettamente imperfetti? Le nostre imperfezioni ci rendono umani, unici e riconoscibili.

La vita è vita, non sarà mai perfetta. Esporre il tuo vero sé, imperfetto ti apre in un mondo di relazioni più profonde, significative e di supporto.

Sono sbalordita da quante persone fingono di essere forti anche quando stanno cadendo a pezzi all’interno. Dall’esterno, sembrano tenere tutto insieme . Proprio come fai tu, Proprio come faccio io.

Ci destreggiamo tra  tutti i  nostri diversi ruoli, cercando di essere tutto per tutte le persone. Hai mai pensato che forse nemmeno loro sanno come affrontare le cose? Che forse, proprio come te, non sono sempre forti? Non tutti possono avere muscoli di Arnold Schwarzenegger.

  • Non sei solo, lo sai. Neanche tu devi essere solo.

Abbiamo tutti momenti in cui i nostri problemi li sentiamo grandi e la nostra fede sembra così piccola.

Anche noi arriviamo al quel punto di indossare la maschera, quando non riusciamo a fare un altro passo. Non c’è vergogna in questo, e non devi fingere di essere forte.

  • Lascia che quelli che ti amano ti aiutino. Lascia che loro siano Arnold per un breve momento. Dì loro ciò di cui hai bisogno. Chiedere aiuto è Considerato un atto di coraggio, non di debolezza. 

E la tua parte? Apri te stesso per amarti e sostenerti. Dì agli altri le tue paure, speranze e ferite. Le persone si preoccupano per te, le persone vogliono aiutarti.

Non è necessario essere più forti. Non hai bisogno di fingere che tutto vada bene.

Getta via quella maschera e lascia entrare gli altri.

La Persona “Intellettuale”

“Siamo ciò che fingiamo di essere, quindi dobbiamo stare attenti a ciò che fingiamo di essere.” – Kurt Vonnegut

È piuttosto allettante sfidare le tue cose. Il problema è che è antipatico alle persone con cui ti relazioni.

Tutti vogliamo sentirci speciali. Forse insegnanti o genitori ti hanno lodato per essere stato un bambino “intelligente” a scuola, questo elogio è stato grandioso, e quindi vuoi continuare a riceverlo.

Improvvisamente essere “speciali” e “intelligenti” è molto importante. Questa necessità di convalida, continua fino all’età adulta, per alcuni.

Ciò porta a ciò che è noto come “la sindrome dell’impostore”, non una sindrome diagnosticata, ma un’etichetta per descrivere l’insicurezza che molte persone, specialmente chi deve dare dimostrazioni agli altri, sperimenta. È la sensazione di roderti nel sapere che dentro di te non sei perfetto o superiore – perché nessuno è – e questa sensazione ti rende nervoso, come se fossi sempre sul punto di essere “scoperto”.

Sentirsi speciali, influenti, preziosi o migliori di altri, può essere un sentimento incoraggiante e motivante, che non vuole dire che ti senti  Albert Einstein, dopotutto lui ha sviluppato la teoria della relatività, ma che puoi evitare il fallimento e puoi evitare delusioni. Ci sarà sempre un “più intelligente” Albert Einstein in agguato nell’ombra, pronto ad espandere la sua scoperta della fisica quantistica.

Quando buttiamo via quella maschera e non mettiamo più l’accento sull’essere “speciali”, possiamo assaporare la libertà, possiamo essere semplicemente chiunque siamo realmente . Smettiamo di prosciugare le nostre energie mantenendo questo personaggio. Accresciamo la saggezza per capire che errori e fallimenti fanno parte dell’esperienza umana. Quando smetti di cercare te stesso e tutti quelli che ti circondano per le qualità “speciali” e “superiori” e inizi ad apprezzare l’umanità di base, sorgono naturalmente delle qualità speciali.

La superiorità è solo un’illusione. Non è reale, siamo tutti speciali e unici, ma anche tutti stranamente uguali. Perché non ascoltare invece di fingere di sapere tutto. Prendi spazio, contempla, pensa prima di parlare e sii umile. Offri agli altri la possibilità di parlare, sognare e fare pazzie.

La persona “bella”

La maggior parte delle persone vogliono essere apprezzate da tutti. “Sono una persona piacevole. Voglio avere  la gente a favore a tutti i costi.” E se “a tutti i costi” sta sacrificando la mia libertà, non mi interessa.

Molti di noi temono che mettendo al primo posto i propri bisogni, allontaneranno quelli che li circondano e finiranno per sentirsi soli.

“Da piccolo ero sempre d’accordo con gli altri, non osavo dire di no, avevo paura di stare accanto alle persone e avevo una paura mortale del conflitto. Mi lamentavo spesso che le persone non mi trattavano bene o non restituivano la mia gentilezza, ma poi continuavo a dargliene comunque. Ero un tappetino.” ( Giovanni)

Se porti questa maschera è ora di lasciarla e andare avanti. Abbiamo tutti bisogno di essere apprezzati ma questo va fatto con i dovuti stratagemmi. In primis impara a dire di no. Togliti dal pilota automatico “sì”.

Essere uno “zerbino” può sembrare una zattera di sicurezza, specialmente se lo hai usato per buona parte della tua vita. Ma chiediti: per rendere felici gli altri, vale la pena non far felice me stesso/a?

“Mentre diventavo più consapevole delle abitudini piacevoli per me ,ho iniziato a prestare attenzione alla mia comunicazione abituale  e ho iniziato a fare piccoli cambiamenti trovando il modo di dire “no” quando non volevo fare una cosa e questa sensazione mi fa sentire forte e libera”(Vanessa)

Togliti la maschera lentamente, inizia cambiando un’abitudine. Abbassa la richiesta di qualcuno o esprimi ciò che pensi veramente di una persona. Mettere le tue esigenze al primo posto, è l’unico modo per amare veramente te stessa/o e gli altri. 

Questo è l’inizio del meraviglioso amor proprio che è alla tua portata, e puoi scegliere di migliorare rompendo le vecchie abitudini un po’per volta.

La persona “scontrosa”

Il nonno di Heidi è un “vecchio scontroso”. Ringhia ai bambini che corrono sulla sua erba, brontola quando la posta non viene consegnata, non parla e si lamenta della vita in città.

Alcune persone sono semplicemente banali. Alcune persone amano mettere gli altri k.o e brontolare su ogni cosa.

Perché? Che scopo potrebbe avere questa maschera? Sappiamo tutti che il nonno di Heidi era buono e all’interno della maggior parte delle persone c’è la bontà d’animo.

Essere uno stronzo è un fattore di intimidazione, ma a meno che tu non sia l’esattore delle imposte, stai eccessivamente amplificando la mancanza di fiducia.

Il comportamento “macho”, il bullismo e l’aggressività sono spesso tentativi di proteggere una fragile autostima. Normalmente chi è stato ferito e porta questa maschera, si protegge dall’ imbarazzo, dalle ferite o dall’essere respinto di nuovo. Questa maschera è di solito un segno che qualcuno è solo, spaventato.

Ma indossare questa maschera in modo ironico, ti isola ancor di più dagli altri. Smetti di proiettare il tuo passato doloroso sulle persone.

Hai solo bisogno di un grande abbraccio.

Ciò a cui resisti, persiste. Indossare questa maschera è un segnale di avvertimento che qualcosa non è risolto in te stesso.

Carl Jung disse:

Se non conosci e non possiedi gli aspetti più oscuri di te stesso, proietti i tuoi stessi elementi negativi rimossi su altre persone“.

Vuoi davvero attraversare la vita, inscatolato, spaventato e temuto?

 

Lascia un commento se ti va o contattami senza impegno se stai vivendo un momento di sconforto emotivo, lavorativo, familiare.. Non aver paura.. Ama-ti

Perché non riesci a smettere di pensare al tuo ex partner?

Perché non riesci a smettere di pensare al tuo ex partner? Sono passati un mese, sei mesi o anche un anno e la tua mente è ancora attaccata a qualcuno o a una relazione fallita. E quel che è peggio, questi ricordi continuano a condizionare il tuo presente. Perché succede questo? Che tipo di meccanismo mentale ti impedisce di andare avanti?

A volte, probabilmente, ti piacerebbe avere un pulsante che ti permetta semplicemente di cancellare determinati ricordi e sofferenze a tuo piacimento. Non sarebbe semplicemente fantastico insistere, abbassare l’intensità dei tuoi sentimenti e impedire a quella persona di occupare spazio nella tua mente in modo così invasivo e doloroso?

 A volte, l’amore e il crepacuore si attaccano al tuo cervello, lasciando il posto a stati mentali ossessivi ed estenuanti.

Quasi tutti abbiamo incontrato una volta nella vita qualcuno che, nonostante viva male, non è in grado di lasciare una relazione dolorosa per sempre. Quella persona che, incapace di accettare la situazione, insegue quotidianamente i social del suo/a ex , soffrendo ad ogni nuovo post mentre l’altro va avanti con la propria vita o addirittura inizia una nuova relazione.

Cosa puoi fare se sta succedendo a te?

Perché non riesci a smettere di pensare al tuo ex partner?

Molte persone vanno in terapia perché si sono rese conto di aver raggiunto uno stato estremo di stress psicologico, ossessione e esaurimento. Ecco perché sentono di aver bisogno di un aiuto professionale per smettere di pensare al loro ex partner. Queste situazioni possono davvero interferire con la vita quotidiana. Lavorare, godersi il tempo libero o pensare al futuro diventa una grande sfida per molti.

Nel tentativo di smettere di pensare al loro ex partner, alcune persone cercano di distrarsi con un nuovo hobby, sport o vedere amici. Altri iniziano una relazione nel vano tentativo di dimenticare, il cosidetto”chiodo schiaccia chiodo”. Purtroppo, altri cercano di dimenticare ricorrendo ad alcol, droghe e comportamenti autodistruttivi.

Queste situazioni presentano lo stesso meccanismo mentale di una dipendenza. Il cervello usa gli stessi meccanismi di chi non può smettere di fumare o gioca d’azzardo ogni giorno. Diamo un’occhiata al perché.

A volte l’amore è come il gioco d’azzardo

La metafora non è molto poetica, ma è comunque illustrativa. Alcuni amori diventano ossessioni. Ci fanno agire come un tossicodipendente che va a giocare ogni giorno. Quindi, una delle risposte al motivo per cui non puoi smettere di pensare al tuo ex partner risiede nel circuito di ricompensa cerebrale della dopamina.

Quando sei con il tuo partner e tutto va bene, i tuoi livelli di dopamina sono stabili. Ti senti soddisfatto e provi un senso di sicurezza, piacere e benessere. Tuttavia, quando c’è una separazione, la produzione di dopamina e norepinefrina viene drasticamente ridotta. Seguono disperazione e sintomi di astinenza.

Quello che dovresti fare è scappare, chiudere tutti i contatti, smettere di controllare i tuoi social network ed eliminare il loro numero dal tuo telefono. Più ti esponi o cerchi modi per avvicinarti al tuo ex partner, più rinforzi la tua dipendenza, la tua sindrome da astinenza e, quindi, la tua sofferenza.

Ansia da separazione: ti amo di più ora!

L’antropologa Helen Fisher studia da decenni i meccanismi dell’amore (e del dolore). Una cosa che può far luce sul perché non riesci a smettere di pensare al tuo ex-partner è ciò che Fisher chiama “attrazione per la frustrazione”.

A volte, la separazione causa l’ossessione. Le persone spesso idealizzano ciò che hanno perso e hanno un maggiore bisogno di attaccamento. La stessa Helen Fisher lo descrive nel modo seguente: “L’ansia da separazione è come un cucciolo che viene tenuto lontano dalla madre. Corre in cerchio, abbaia e geme”.

Studi come quelli condotti presso l’Università di Graz (Austria) ci dicono che questa tendenza è più comune tra gli uomini. Sono loro che continuano a guardare le loro ex partner con affetto e molte volte pensano addirittura che sia possibile continuare la relazione. Le donne, in media, tendono a concentrarsi sugli aspetti più negativi per riaffermarsi alla fine di quel legame.

Cosa puoi fare in queste situazioni?

La cosa più appropriata da fare quando si lascia una relazione è razionalizzare le cause che l’hanno motivata. Se sei stato lasciato/a perchè l’altra persona ha deciso di porre fine alla relazione, vuole dire che non sei più amato/a. Anche se questo non definisce la tua amabilità, è qualcosa con cui devi prendere coscienza il ​​prima possibile.

Il “Dolore emotivo” è il perché non riesci a smettere di pensare al tuo ex partner.

Ethan Ross, professore all’Università del Michigan, ha condotto uno studio in cui ha dimostrato che il cervello interpreta il rifiuto sociale e il crollo coniugale allo stesso modo di un’ustione. In altre parole, il dolore emotivo che soffriamo è simile al dolore fisico. Questo spiega anche perché è così difficile andare avanti e smettere di pensare all’ ex partner.

L’attaccamento, i ricordi del passato e l’impossibilità di venire a patti con la realtà alimentano il dolore. Lungi dall’essere alleviato giorno dopo giorno, il dolore diventa molto più acuto.

Cosa puoi fare?

Dopo ogni rottura importante, devi piangere . Il pianto è una fase in cui si lascia spazio alla sofferenza e al dolore e, quindi, allo sfogo. Dopo la fase di dolore acuta, arriva l’accettazione. Questo è il passaggio finale, in cui ci distacchiamo dai ricordi, per crearne di nuovi. Dare il via a una nuova fase di vita piena di nuovi progetti e obiettivi è sempre l’opzione migliore.

Tuttavia, non esitate a chiedere aiuto ad esperti se vi accorgete che è impossibile per voi andare avanti, sanare la ferita e, soprattutto, lasciare indietro chi non pensa più a voi diventa di fondamentale importanza per il vostro benessere interiore, psichico e fisico.

 

SeparatamenteInsieme è il percorso che ho creato proprio per te, per sanare queste situazioni di malessere e dolore. Chiamami ti aspetto.

Come evitare di sabotare la tua relazione

A volte, i partner possono essere i peggiori nemici della loro relazione. Il peso del passato, le paure, la gelosia o i problemi di comunicazione sono sempre dei grandi sabotatori.
Sigmund Freud diceva che ogni legame emotivo d’amore è costituito da due partner e dalle loro paure. Per quanto sorprendente possa sembrarci, quest’ultima figura ha spesso un potere insolito. Pertanto, se vuoi scoprire come evitare di sabotare la tua relazione, è essenziale che impari a rilevare queste paure, poiché hanno effetti importanti.
 
Amare molto non è sempre sinonimo di amare nel modo corretto.
 
Alcune persone lo fanno disperatamente, al punto da molestare quasi il propri partner con i loro demoni, la gelosia, il costante bisogno di attaccamento e la trappola della sfiducia. Allo stesso modo, tutti noi abbiamo un passato, uno zaino che pesa molto sulle nostre spalle.
La maggior parte delle volte, le separazioni non sono dovute a forze esterne. Con il tuo comportamento, le tue paure e la mancanza di risorse emotive, potresti finire per distruggere quello che sarebbe stato un grande amore.
 
Come evitare di sabotare la tua relazione: sette strategie
 
Uno studio interessante è stato condotto presso la Purdue University in Indiana nel 2001. Lo scopo era scoprire quali componenti prevedevano l’impegno e il successo in una relazione. Si è scoperto che la stabilità di una coppia dipende da tre fattori: l’attaccamento psicologico, l’orientamento a lungo termine della coppia perseguendo obiettivi condivisi e le intenzioni di entrambi i partner di risolvere eventuali problemi e questioni.
Questi fattori possono essere determinanti. Tuttavia, al di là delle intenzioni che potresti avere per la tua relazione, c’è la tua personalità e, soprattutto, quelle aree psicologiche capaci di boicottare l’affetto. Parlo, ad esempio, di paure, bisogni, meccanismi di difesa e, a volte, anche di mancanza di maturità nella comprensione di cosa significhi “essere una coppia”.
 
1. Evita di aspettarti “tutto” dal tuo partner
 
Spesso si vuole che il partner sia quella figura incaricata di dissipare tutte le nostre paure. Quell’uomo o quella donna che salva, guarisce, allevia e risolve ogni problema e bisogno. Tuttavia, devi sapere che non puoi mettere la tua guarigione sulle spalle di altre persone.
Voler sciogliere ogni nodo emotivo e ferita del passato irrisolta sul tuo partner è un peso eccessivo. Puoi aspettarti amore, sostegno incondizionato e comprensione dal tuo partner, ma non puoi aspettarti che soddisfi ogni esigenza.
 
2. Attaccamento eccessivo e amore soffocante
 
Per evitare di sabotare la tua relazione, devi essere consapevole del tuo stile di attaccamento. A volte, una bassa autostima porta a relazioni di co-dipendenza in cui le persone costruiscono legami disfunzionali. Ad esempio, quelle relazioni in cui dici a te stesso che il tuo partner è tutto, che senza di lui/lei non sei niente e che la vita ha senso solo grazie a lei/lui.
Un attaccamento eccessivo non solo ti porta a una sofferenza eccessiva, ma ti sovraccarica anche di preoccupazioni ossessive come paura dell’abbandono, tradimento, non essere ricercato, ecc.
3. Impara a comunicare: il tuo partner non è un indovino/a
 
Se qualcosa ti dà fastidio, dillo. Se c’è qualcosa che ti preoccupa, ti fa arrabbiare o ti fa male, non aspettare che l’altra persona lo indovini. Impara a comunicare in modo assertivo. Questo è un modello molto comune nella maggior parte delle relazioni. Le persone spesso si aspettano che i loro partner notino determinate cose, ma non è sempre così.
Imparare a comunicare con sicurezza ed efficacemente armonizza le relazioni, le guarisce e le spinge verso il futuro.
 
4. Il tuo partner non è sempre da biasimare
 
“Non mi capisce.” Se vuoi evitare di boicottare la tua relazione, devi essere consapevole che, a volte, un problema non è solo responsabilità di uno dei partners. Nella maggior parte dei casi, entrambe le parti stanno probabilmente creando un determinato problema.
Ad esempio, se ritieni che la tua relazione sia caduta in un burrone e riesci ad analizzarla dall’esterno, ti renderai conto che sia tu che il tuo/a compagna/o siete responsabili. Dovresti riflettere su tutte le questioni in cui potresti, inconsapevolmente, svolgere un ruolo importante.
 
5. Come evitare di sabotare la tua relazione: lavora sulla fiducia in te stesso e sull’autostima
 
Ci sono due cavalli di Troia che possono distruggere rapidamente una relazione: insicurezza e bassa autostima. Quando la mente nutre solo paure e un’immagine negativa di sé , si vedono minacce in ogni angolo . Quando temi di essere tradito, hai paura di non essere all’altezza degli standard che sono nella tua cultura di vita, quindi, la paura dell’abbandono, prende il sopravvento.
Se vuoi evitare di sabotare la tua relazione, il mio percorso SeparatamenteInsieme ha un sezione dedicata al lavoro su queste aree della coscienza specifiche.
 
6. Non concentrarti sui difetti piuttosto che sulle virtù
 
C’è un certo tipo di lente che può offuscare la qualità di qualsiasi relazione. Quando ti concentri solo su ciò che il tuo partner non ha, su ciò che non fa o su ciò che fa di sbagliato, il che significa che presti attenzione solo ai difetti, alle sue debolezze, distorci completamente la relazione. Questo danneggia anche chi ti sta vicino.
Essere in una relazione di coppia implica apprezzare le virtù del nostro partner ma anche accettare i suoi difetti. Se vedi solo i loro difetti e li amplifichi, sarai intrappolato da pensieri negativi e senso di disagio.
 
7. Non dare per scontata la tua relazione
 
Come puoi evitare di sabotare la tua relazione? C’è una regola d’oro che devi sempre tenere a mente: non dare per scontato l’amore del tuo partner. Non dare per scontato che, qualunque cosa tu faccia, il tuo partner sarà sempre lì per te. Non dare per scontato di non dover più fare uno sforzo perché la tua relazione sia solida.
 
L’amore non curato si indebolisce. Se non coltivi la tua relazione, appassirà lentamente e silenziosamente. Non sabotare la tua relazione lasciandoti trasportare dalla negligenza e dalla routine.
In conclusione, molti fattori possono rompere un legame emotivo. Tuttavia, se sei in grado di occuparti di ciascuna di queste aree in modo autentico e volitivo, tutto si muoverà più agevolmente e avrai una relazione più felice.
 
Scrivimi o chiamami se hai dubbi o domande o se vuoi fissare la tua prima Coaching call.

Amore immaturo e maturo: dal bisogno al dare

Ti amo perché ho bisogno di te.

L’amore immaturo è una trappola che nasce dalla necessità individuale. È tua responsabilità sviluppare un amore maturo che ti permetterà di costruire relazioni felici. Ti mostrerò come fare.

Amore immaturo e amore maturo. 

Tutti abbiamo intrapreso (o dovremmo intraprendere) quel viaggio emotivo da una dimensione all’altra. È una transizione necessaria che avviene come risultato di apprendimento, autocoscienza e responsabilità. Tuttavia, questa opera d’arte psicologica dell’amore maturo non è facile. Quelli che si attengono alla necessità dell’altro/a e alla trappola dell’aderenza, abbondano.

Erich Fromm è stato il primo a parlare di queste categorie di relazioni. Nella sua celebre opera  The Art of Loving , ha insegnato, tra le altre cose, che niente può essere più dannoso dell’amare senza sapere come amare o senza comprendere i pilastri di questo sentimento eccezionale.

A causa di questa mancanza di conoscenza, molti costruiscono relazioni dannose, aprendo ferite per se stessi e per gli altri e causando dolore che richiede tempo per guarire.

Coloro che mostrano amore immaturo non capiscono il motivo dei loro fallimenti. Perché? Perché costruire un legame sano, maturo e consapevole con qualcuno richiede coraggio e senso di responsabilità personale . Ma coloro che considerano l’amore una necessità e come qualcosa per riempire il proprio vuoto emotivo tendono a incolpare l’altra persona perché “nessuno la ama davvero come merita”.

Diamo uno sguardo più da vicino.

 Quali sono le differenze?

Nonostante l’amore sia un sentimento che tutti possono provare, in realtà non è una dimensione adatta a tutti.

Come mai di un’affermazione così provocatoria? Sebbene l’amore sia una delle realtà più potenti e belle che puoi sperimentare, il tipo sbagliato di amore può distruggere e annientare . Lo dico anche perché oggi continuano ad abbondare idee antiquate e sbagliate, come l’idea di convalidare l’amore romantico nel mezzo del 21 ° secolo.

Inoltre, molti accumulano una relazione fallita dopo l’altra perché ancora non capiscono che per amare, devi prima amare te stesso . L’amore maturo richiede anche molta umiltà, coraggio e conoscenza. 

Tuttavia, il cervello tende naturalmente ad essere dominato dall’attrazione, dalla passione e dal desiderio ardente di stare con qualcuno. Consapevoli di questo, non c’è sempre tempo per imparare le regole del sano amore. Il tipo di amore che non fa male, il tipo in cui nessuno dei due finisce per essere la vittima o un bullo emotivo.

Voglio regalarvi alcune delle principali differenze tra amore immaturo e maturo.

Amore immaturo: affetto che nasce dalla necessità

Il problema principale delle persone che sono caratterizzate da un amore immaturo è che non si sentono mai amate come vogliono essere amate . Si sentono costantemente insoddisfatti e traditi. La loro è una storia di continui fallimenti, dove sono delusi perché nessuno può riconoscerli o comprenderli

  • Nella loro mente risiede un pensiero costante: “Nessuno mi ama come voglio essere amato” e non smettono anche di pensare che forse “non mi amo nemmeno io, come dovrei”.
  • L’amore immaturo e l’amore maturo differiscono soprattutto in un’area chiave: il primo tipo deriva dalla necessità. Hanno bisogno di essere amati e convalidati dal loro partner per sentirsi come se avessero un posto nel mondo. La loro autostima e consapevolezza di sé si basano su questa fonte esterna e, se non c’è, niente sembra giusto.
  • Questo tipo di persona adora l’altra persona in modo sproporzionato e farà qualsiasi cosa per l’altra. In questa forma di amore non ci sono limiti o linee guida. È dare tutto per niente, un desiderio disperato che non lascia che l’altra persona sia se stessa.
  • Questa cecità emotiva li porta a vivere per l’altra persona. Possono essere come un bambino possessivo che può esplodere in un impeto di gelosia, fare i capricci perché è sopraffatto dalla paura di non essere amato o di essere tradito.
  • Inoltre, è importante notare che l’amore immaturo è un’altra etichetta per l’amore romantico. È dove entrambi cercano quella metà migliore che, quasi come un personaggio di una fiaba, viene a salvare l’altro da tutti i problemi . Il concetto di anima gemella . Questo è un atteggiamento che porterà gravi fallimenti, errori e dolore.

 

Amore maturo: il desiderio che nasce dall’autorealizzazione

Il viaggio tra l’amore immaturo e quello maturo è personale. È un percorso che tutti devono intraprendere per diventare competenti nel campo dell’amore. Significa passare da una carenza a un’abbondanza. Dal sentirsi privati ​​al sentirsi soddisfatti. Perché? Perché chi ama in modo maturo non ha bisogno di trovare un partner per sentirsi felice, si sente completo da solo .

 

Anche questo tipo di persona non cerca né desidera ricevere nulla da un altro. Questo perché tutto ciò che l’amore immaturo si aspetta, la persona matura ha già e fornisce a se stesso, come riconoscimento, sicurezza, autostima , ecc.

Quindi, quando questo tipo di persona stabilisce una relazione affettuosa, lo fa per desiderio e mai per necessità. Il loro obiettivo è trovare un altro significativo con cui condividere il viaggio di vita.

Entrambi sono persone libere e soddisfatte che si scelgono a vicenda per costruire una relazione basata sulla felicità e sulla condivisione.

  Amore immaturo e maturo: come passare dall’uno all’altro

Nessuno passa automaticamente dall’uno all’altro solo invecchiando. La maturità emotiva non arriva con l’età o con la sofferenza. Inoltre, alcuni passano da una delusione a un’altra senza rendersi conto che i loro problemi derivano da un amore immaturo.

Come puoi sviluppare, quindi, buone basi per un amore maturo, consapevole e appagante? Ecco alcune aree chiave su cui riflettere.

  • Lavora sulle “qualità” che ti aspetti dal tuo partner. Se vuoi un partner amorevole, sii amorevole. Se stai cercando qualcuno divertente, intelligente, premuroso e fiducioso, diventa tu stesso quella persona. Smetti di aver bisogno e trasformati in ciò che vuoi che gli altri ti diano.
  • Sii la persona che vorresti avere al tuo fianco.
  • Costruisci la tua autostima. Come diceva Erich Fromm, l’amore immaturo dice a se stesso che “amo perché loro mi amano”. Tuttavia, l’amore maturo capisce che “Mi amano perché so come amare; mi amano perché io amo me stesso ”.

 

L’amor proprio, l’autostima e il lasciar andare la paura di essere soli sono le chiavi che costituiscono le basi su cui costruire relazioni sane. 

Il tipo di legami affettuosi che durano e che fanno dell’amore un viaggio di crescita e scoperta. Il tipo di amore che mette da parte paure, bisogni e vuoti per creare un rifugio dove il dolore non esiste.

Come vivi il tuo amore? Immaturo o maturo?  Riesci ad amare te stesso?

Fammi sapere come ti senti, è per me importante, grazie!

Le routine soffocano imprigionandoci nelle nostre paure

Le routine ci proteggono così tanto che a volte possono diventare una vera prigione.

Stabilirli ci impedisce di prendere centinaia di decisioni quotidiane che dovremmo prendere se non avessimo stabilito dogane fisse. Ma instillano anche in noi un modo di fare le cose che si traduce in uno schema di pensieri e sentimenti che non cambiano.

Il prezzo delle routine può essere molto alto. Sì: sono necessari e un modo pratico per gestire la vita di tutti i giorni. Ma allo stesso tempo e impercettibilmente, diventano un modo di vivere in cui ti nascondi e inizi a temere il cambiamento.

“Ci sono mali violenti che ci contraddistinguono, ma i mali sordi, insistenti, tollerabili; quelli che fanno parte della nostra routine e che attraversiamo attentamente come il tempo. “

                                                                                                                                                                     -Emil Cioran-

È normale per noi trovare persone che vivono immerse in una carreggiata, ma che lo negano continuamente. Sospirano, afferrano la testa e dicono che sono annoiati  perché tutto è sempre uguale. Tuttavia, non sentono di avere la forza di dire “abbastanza”.

Pertanto, è necessaria una buona dose di coraggio per superare la dittatura delle routine . Inoltre, una motivazione importante e sufficiente fiducia in se stessi sono essenziali per essere in grado di rompere il modello e andare oltre nel percorso dell’incertezza.

L’effetto assordante delle routine

La cosa peggiore di stabilire routine e mantenerle è che ti desensibilizzi senza accorgertene . Non è che smetti di provare, ma finisci per classificare ciò che senti. Inizi ad avere la percezione che tutto ciò che non è familiare è pericoloso. Le novità e le differenze diventano una specie di minaccia.

La routine è un’impalcatura composta da molti pezzi. Spazia da come gestisci le tue solite ore e raggiunge tutte le tue concezioni del mondo. Finisci per pensare che devi sentire, pensare e agire in un solo modo. Capisci già tutta la realtà e che ci sono troppe domande.

La routine diminuisce la tua curiosità e diminuisce la tua capacità di essere sorpreso . Ma soprattutto ti rende sordo e cieco nei confronti del tuo potenziale. Finisci per credere di fare solo ciò che puoi fare e che sarebbe impossibile per te agire o vivere diversamente.

Il risultato è uno stato di sonnolenza. Con la routine vivi con la funzione di “svolgere” e non evolvere o essere felice. E la parte peggiore è che inizi a vedere la routine come il tuo grande risultato e hai paura di tutto ciò che potrebbe alterarla.

Paura del cambiamento. Resistenza al cambiamento

Vivere con passione è un vero dono, che molti non possono o non apprezzeranno . Significa sentire un sincero interesse per il posto di lavoro. Un vero amore per le persone con cui interagisci. È un vero entusiasmo per i piani per il futuro e tutto ciò che deve essere fatto.

 

 

 

Perché allora così tante persone vedono passare la vita davanti ai loro occhi e cercano di “bruciare il tempo” invece di vivere intensamente? C’è solo una risposta: la paura . Ti impedisce di affrontare le novità, l’ignoto e le sfide.

Il cambiamento è proprio questo: una sfida . Verso le convenzioni, i costumi, la sicurezza che ci fa fare la stessa cosa ancora e ancora per non dover pensare troppo. Anche quando la routine è irta di situazioni spiacevoli, molti la tollerano a causa di una maggiore paura del cambiamento. Ciò richiederebbe loro di lasciare la propria zona di comfort e affinare le proprie capacità per affrontare situazioni sconosciute.

 

Come superare la paura di uscire dalle nostre routine?

Ogni persona dovrebbe fare quello che vuole fare, come vuole, con chiunque e dovunque. Perché qualcuno dovrebbe rinunciare alla possibilità di lavorare o vivere come vuole , semplicemente per paura del cambiamento.

Certo, nessuno può inviare tutto all’inferno dall’oggi al domani. Bene, in realtà sì, puoi, ma potresti aver bisogno di un processo molto più lento per raggiungere questo obiettivo. La verità è che non è sempre appropriato staccarsi da tutto, ma abbastanza per recuperare un po ‘di spazio per essere se stessi . Come si inizia? Cosa fai per uscire da queste routine che ti imprigionano?

 

 

 

 

  • Prenditi del tempo per te stesso. Per quanto impegnativo o importante come il tuo lavoro, non può mai essere più importante di te. C’è una parte del tuo tempo  che dovresti dedicare esclusivamente a te stesso. Sono quelle aree della vita in cui dovresti concentrarti solo sul fare ciò che vuoi veramente: dormire, mangiare, ballare, qualunque cosa. L’importante è che senti di fare solo ed esclusivamente ciò che vuoi fare.
  • Devi giocare. I giochi non dovrebbero mai essere sradicati. I giochi visti come divertenti sono un’area di libertà per eccellenza. Nel gioco ti ricrea e costruisci nuovi significati per quello che sei di nuovo . Gioca a carte, gioca a basket, gioca quello che vuoi, ma gioca. Nota: non cercare di giocare con gli altri. Si tratta di un solo giocatore.
  • Non perdere il contatto con la natura. La natura ha un effetto molto positivo sulle nostre emozioni e pensieri. Quindi è molto importante trovare un modo per entrare in contatto con il verde delle piante e il modo particolare di interagire con gli animali. La natura ci aiuta a connetterci con noi stessi e questo, a sua volta, ci consente di riconoscere i cambiamenti che dobbiamo

 

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