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Sei dipendente dall ‘infelicità ?

C’è una certa familiarità con l’essere insoddisfatti?

Una costante di base del comportamento umano è che le persone perseguono il piacere e cercano di evitare il dolore. Allora perché alcune persone sembrano contente di crogiolarsi nella loro infelicità, vantandosi persino di una specie di distintivo d’onore?Anche quando gli vengono dati consigli per migliorare la propria vita, preferiscono continuare a lamentarsi. C’è una certa familiarità con l’essere insoddisfatti che diventa un ostacolo al cambiamento? Dopo aver avuto un assaggio di gioia, perché alcune persone tornano immediatamente a ciò che non funziona?

Ci sono una serie di possibili spiegazioni per questa ” dipendenza ” dall’infelicità:

  • L’insicurezza radicata o la mancanza di autostima possono far sì che alcune persone non sentano di meritare la felicità .
  • Le persone che sono cresciute con uno stile genitoriale caratterizzato da eccessiva disciplina e aspettative non realistiche possono aver imparato a equiparare l’infelicità con l’amore e il successo.
  • Le lotte della vita con il trauma o altre esperienze negative possono alimentare un desiderio inconscio di ritornare continuamente allo status quo dell’infelicità.
  • Alcune persone si vantano di essere realisti, credendo che essere pratici significhi anche focalizzarsi solo sul negativo.
  • A causa di decisioni o esperienze nel loro passato, alcune persone sono consumate dalla colpa o dal rimpianto che non riescono a  superarlo. Così scelgono di punire se stessi e gli altri.
  • Alcune persone hanno paura di provare gioia perché i sentimenti positivi potrebbero essere un “anticipo” per la delusione.(cherofobici)
  • La prospettiva della felicità colpisce la paura dell’ignoto per coloro che non hanno mai provato altro che infelicità.
  • L’insoddisfazione diventa una motivazione per lavorare di più, cambiare lavoro, mangiare più sano, passare più tempo con amici e parenti o prevenire comportamenti o situazioni indesiderate.
  • Alcune persone lo rendono una missione personale per affrontare i problemi del mondo come propri. Per quanto nobili sotto certi aspetti, questi individui non possono permettersi di provare felicità quando, per esempio, le persone stanno morendo di fame o il riscaldamento globale sta danneggiando il pianeta.

Poi c’è la teoria secondo la quale le persone amano i sentimenti negativi. Uno studio di Eduardo Andrade e Joel Cohen, che ha analizzato perché le persone amano i film dell’orrore, ha concluso che alcuni spettatori sono felici di essere infelici. I ricercatori hanno scoperto che le persone provano emozioni sia negative che positive allo stesso tempo, il che significa che non solo godono del sollievo che provano quando la minaccia viene rimossa, ma amano anche essere spaventatiQuesta stessa teoria, sostenevano, potrebbe aiutare a spiegare perché gli umani sono attratti dagli sport estremi e da altre attività rischiose che suscitano terrore o disgusto per altri.

Come fai a sapere se sei una di queste persone che vive in uno stato perenne di infelicità? Le persone che sono dipendenti dall’infelicità tendono a:

  • Trovare le ragioni per essere infelice quando la vita diventa “troppo positiva”.
  • Interpretare il ruolo della vittima e incolpare gli altri piuttosto che assumersi la responsabilità personale delle loro scelte.
  • Competere con amici e colleghi per vedere chi ha il più problemi
  • Avere difficoltà a stabilire e raggiungere obiettivi o, al contrario, raggiungere obiettivi solo per scoprire che non possono godere del loro successo.
  • Distrarsi,sfuggire o far fronte ai guai usando droghe,  alcol,  sesso,  cibo o altri comportamenti di dipendenza o compulsivi .
  • Smettere di prendersi cura dei loro bisogni di base, come una dieta sana , un regolare esercizio fisico e un sonno adeguato
  • Sentirsi schiavi delle loro emozioni e impotenti nel cambiamento
  • Sentirsi insoddisfatti anche quando la vita sta andando bene.
  • Avere drammatiche e  insoddisfacenti relazioni .

La felicità è dunque una scelta?

Si dice spesso che “la felicità è una scelta”. Ma allora perché non ci sono più persone felici?

Nella mia esperienza, la felicità è complicata. Alcune persone trovano la felicità anche in situazioni che potrebbero sfidare la persona più ottimista ; alcuni sono infelici nonostante abbiano tutto.

Per alcuni, la felicità è fugace e dipende dalle circostanze attuali, mentre altri sembrano essere generalmente felici o generalmente infelici indipendentemente da ciò che sta accadendo nelle loro vite. Poi c’è il problema di come definire la felicità – con successo esteriore, soddisfazione interiore o qualcos’altro?

In molti casi, può essere vero che la felicità è una scelta. In una certa misura, scegliamo i nostri pensieri e le nostre reazioni, che influiscono sul modo in cui ci sentiamo, e possiamo migliorare il nostro quoziente di felicità adottando misure per cambiare il nostro pensiero (ad esempio, tenere un diario di gratitudine , stare attenti al momento presente, accettare ciò che è o sviluppare meccanismi di pensiero più sani).

Possiamo vedere le nostre emozioni come un segnale che alcuni aspetti della vita devono cambiare e agire per tornare a uno stato mentale migliore.

Ma per circa il 20% degli adulti italiani, i disturbi mentali come la depressione o l’ ansia possono significare che la felicità è sempre fuori dalla porta. Non scelgono di essere depressi o ansiosi, semplicemente non conoscono un altro modo di essere.

Mentre scegliere di essere felici, in questi casi, è più complicato che fare la scelta di pensare positivamente, c’è una scelta importante che può essere fatta: la decisione di ottenere un aiuto, come il percorso di life coaching.

Il programma è un corso appositamente progettato per aiutare gli adolescenti e gli adulti a prevenire la depressione, allenando a “ripensare” i loro sintomi e “respingere” le cognizioni negative. Il percorso di coaching  è stato utilizzato con successo per curare problemi di rabbia e ansia. Insegnare ad adolescenti e adulti a prendere coscienza della relazione tra pensieri, comportamenti ed emozioni può cambiare la vita ed è spesso citato come uno dei più utili interventi usati.

La sfortunata realtà è che la maggior parte delle persone cronicamente infelici si rifiutano di ottenere aiuto. Quasi la metà di quelli con disagio mentale non cerca mai un trattamento. Che si tratti di paura, conforto, mancanza di consapevolezza o qualcos’altro, non possiamo esserne certi. Quello che sappiamo è che l’infelicità non deve essere terminale. Con la consulenza e il trattamento, c’è speranza che la felicità diventi la nuova norma di vita per tutti.

 

COME VIVONO LA SEPARAZIONE GLI UOMINI A DIFFERENZA DELLE DONNE 

Un’interessante ricerca condotta su un campione di 50 persone tra i 35- 55 anni ,   dopo un periodo di circa 3 mesi dalla loro separazione col partner o dopo il divorzio, ha evidenziato che le emozioni provate da sia uomini che donne  in quel periodo, erano pressoché le stesse. I sentimenti di perdita che si verificano comunemente sia nei mariti che nelle mogli, includono:

  • DepressioneQuesto può spesso causare una mancanza di ambizione o sensi di colpa. Entrambe le parti potrebbero perdere interesse nelle attività che un tempo amavano fare.
  • Rabbia.  Possono sorgere risentimenti irrisolti, quando si cerca di “mantenere la pace”, molti conflitti rimangono invisibili. Una volta che il divorzio o la separazione sono stati messi in moto, molti sentono il bisogno di rivendicare segreti, magari taciuti per anni per il “quieto vivere” matrimoniale.
  • Confusione . Anche se un coniuge non è stato coinvolto in una relazione extraconiugale, la consapevolezza che da quel momento lo possa fare, può portare a forti emozioni. Se la coppia rimane nella stessa città, potrebbero ritrovarsi a vedere questo tipo di rapporto e queste situazioni possono insidiare la tranquillità per lungo tempo.
  • AnsiaCon il divorzio arriva il cambiamento e molte persone temono l’ignoto. Nella maggior parte delle coppie uno dei due coniugi esce di casa.  Gli interessi comuni possono essere evitati per paura, le routine che una volta venivano eseguite così comunemente su base giornaliera potrebbero essere completamente diverse da quelle che erano una volta.

Una forma di identità viene persa durante il divorzio. Si perde l’identità di coppia davanti alle persone, esempio ai genitori dei compagni di scuola dei figli, ai colleghi di ufficio che magari frequentavi in coppia, nel paese dove vivi, nei locali che frequentavate.

Finanziariamente, sessualmente e socialmente, tutti gli aspetti dell’individualità cambiano sia per gli uomini che per le donne.Una nota rivista americana che si occupa del “sesso forte” afferma che il divorzio può provocare un impegno emotivo maggiore per gli uomini rispetto alle donne.

Gli uomini sono inclini a depressioni più profonde e hanno più probabilità di abusare di sostanze dopo il divorzio. Sono anche a maggior rischio di problemi di salute fisica come infarti e ictus, iniziano a metabolizzare più tardi un divorzio rispetto alle donne, circa dopo 18 mesi dopo, allungando così il processo di interiorizzazione del lutto. Poiché dall’ intervista è emerso che le donne sono quelle che, quasi al 70%,  hanno deciso  di separarsi o divorziare per cause variabili, si deduce che gli uomini subiscano la decisione durante le fasi iniziali della separazione.

Quando si tratta di divorzio, è più probabile che gli uomini utilizzino l’azione piuttosto che le parole, per esprimere i loro sentimenti. Le azioni comuni intraprese dai nuovi divorziati includono: buttarsi a capofitto nel lavoro, incontri sessuali occasionali, evitano il loro appartamento preferendo una  nuova casa.

Le donne invece, hanno più difficoltà finanziarie dopo il divorzio, poiché spesso hanno la custodia dei figli e sono responsabili quindi delle spese familiari. Le donne hanno meno problemi di salute fisica poiché affrontano lo stress psicologico e spesso la povertà, in modo più positivo.
Sebbene le statistiche possano variare in base alla gravità degli uomini rispetto alle donne, la maggior parte dei sintomi è spesso la stessa. Guarire da un divorzio è come guarire da qualsiasi altro tipo di perdita. Deve essere riconosciuto, sentito e rielaborato per tutto il tempo necessario.

 

Cherofobia, cos’è ?

La cherofobia è una fobia in cui una persona ha un’avversione irrazionale all’essere felice. Il termine deriva dalla parola greca “chero”, che significa “rallegrarsi”.

Quando una persona sperimenta la cherofobia, ha spesso paura di partecipare ad attività che molti considerano divertenti o semplicemente quello che la maggior parte delle persone cerca di essere: felice.  E’ un termine poco usato e non riconosciuto dalla psichiatria. Infatti, non compare nel Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, il principale manuale per la classificazione delle patologie mentali. Secondo Healthline invece, diversi esperti medici classificherebbero la cherofobia come un vero e proprio disturbo d’ansia.

Il cherofobico non per forza dimostra una tristezza evidente, evita solo situazioni che lo possono rendere felice. Rifugge inviti a feste probabilmente divertenti, evita cambiamenti di vita che potrebbero essere positivi, tutto ciò per il timore infondato che subito dopo possa giungere un periodo estremamente negativo. Spesso, chi soffre di questo disturbo, è anche convinto che una persona felice debba per forza essere un soggetto negativo, perché dimostrare di essere estremamente contento può essere brutto per se stessi e per i propri cari. Il perseguire la felicità è anche identificato come una totale perdita di tempo.

La psichiatra Carrie Barron ha spiegato questa patologia rimandando alla vita infantile del soggetto, nella quale un momento di felicità potrebbe essere stato seguito da una punizione. Magari un evento traumatico del passato.

L’individuo cherofobico è portato a provare un senso di ansia di fronte a ogni possibile cambiamento positivo. Tanto da indurlo a evitarlo, non modificando la propria situazione. Anche l’introverso potrebbe sviluppare questa patologia, perché portato a isolarsi, a non coinvolgersi in attività ricreative di gruppo, o a evitare luoghi particolarmente affollati e rumorosi. Non essendo considerato un vero disturbo psichiatrico, la cherofobia non ha terapie scientifiche che possano risolvere il problema.

Una respirazione profonda, rilassante, potrebbe aiutare la persona a controllare la propria ansia, così come costringersi a partecipare a eventi positivi, per potersi rendere conto che non vi è alcun pericolo. A volte chi soffre di questo disturbo non desidera affatto guarire, perché vede questo stato come una sorta di protezione dal mondo esterno e dalla sofferenza che esso può generare. Tuttavia, ci sono alcuni esperti di salute mentale che discutono di questa fobia e dei suoi potenziali trattamenti.

Quali sono i sintomi della cherofobia?

Alcuni esperti medici classificano la cherofobia come una forma di disturbo d’ansia. L’ansia è un senso di paura irrazionale legato alla minaccia percepita. Nel caso della cherofobia, l’ansia è legata alla partecipazione ad attività che sarebbero pensate per renderti felice.

La cherofobia non rende necessariamente una persona triste, ma piuttosto gli evita attività che potrebbero portare alla felicità o alla gioia.

Esempi di sintomi associati alla cherofobia potrebbero includere:

  • provare ansia al pensiero di andare ad un gioioso incontro sociale, come una festa, un concerto o un altro evento simile
  • rifiutare le opportunità che potrebbero portare a cambiamenti di vita positivi a causa del timore che qualcosa di brutto seguirà
  • rifiuto di partecipare ad attività che la maggior parte chiamerebbe divertimento

Alcuni dei pensieri chiave che una persona che sperimenta la cherofobia ha includono:

  • Essere felici significherà che mi succederà qualcosa di brutto.
  • La felicità ti rende una persona cattiva o peggiore.
  • Dimostrare che sei felice fa male a te o ai tuoi amici e familiari.
  • Cercare di essere felici è uno spreco di tempo e fatica.

In un articolo del Journal of Cross-Cultural Psychology, gli autori hanno creato una scala Fear of Happiness. Creato per confrontare la paura della felicità in 14 culture, la scala può anche aiutare una persona a valutare se ha sintomi di cherofobia.

Alcune dichiarazioni includono:

  • Preferisco non essere troppo gioioso, perché solitamente la gioia è seguita dalla tristezza.
  • I disastri spesso seguono la fortuna.
  • La gioia eccessiva ha alcune conseguenze negative.

Valutando queste affermazioni su una scala da 1 a 10 quanto sei d’accordo? Potrebbe essere in grado di mostrare che hai paura o un’ errata percezione della felicità.

Quali sono le cause della cherofobia?

A volte la cherofobia può derivare dalla convinzione che se succede qualcosa di molto buono ad una persona, o se la sua vita sta andando bene, un evento negativo è destinato ad accadere poco dopo, di conseguenza evitano attività legate alla felicità Questo è spesso il caso in cui qualcuno ha vissuto un evento traumatico fisico o emotivo nel suo passato.

Un introverso può essere più propenso a vivere la cherofobia. Un introverso è una persona che in genere preferisce fare attività da solo o con una o due persone alla volta. Sono spesso visti come riflessivi e riservati, possono sentirsi intimiditi o a disagio in contesti di gruppo, luoghi rumorosi e luoghi con molte persone. I perfezionisti sono un altro tipo di personalità che può essere associato alla cherofobia.

Quali sono i trattamenti per la cherofobia?

Poiché la cherofobia non è stata studiata come un disturbo separato, non ci sono farmaci approvati dalla FDA o altri trattamenti definitivi che una persona può perseguire per trattare la condizione.

Tuttavia, alcuni trattamenti suggeriti includono:

  • terapia cognitivo comportamentale (CBT), una terapia che aiuta una persona a riconoscere linee di pensiero errate e identificare comportamenti che possono aiutarli a cambiare
  • strategie di rilassamento, come la respirazione profonda, l’inserimento nel diario o l’esercizio
  • Coaching
  • l’esposizione a eventi che provocano la felicità come mezzo per aiutare una persona a identificare che la felicità non deve avere effetti negativi

Non tutti hanno una certa avversione per la felicità, hanno bisogno solo di cure. Alcune persone si sentono più felici e sicure quando evitano la felicità.

A meno che la cherofobia non interferisca con la propria qualità di vita personale o la capacità di mantenere un posto di lavoro, potrebbero non richiedere alcun trattamento. Tuttavia, se i sintomi della cherofobia sono correlati a un trauma passato, il trattamento di una condizione di base può aiutare.

Qual è la prospettiva sulla cherofobia?

La Cherofobia viene spesso quando le persone cercano di proteggersi da un passato conflitto, tragedia o trauma. Se la cherofobia influisce sulla qualità della vita, spesso può essere utile cercare un trattamento con professionista.

Anche se può richiedere del tempo per cambiare il modo in cui pensi, con un trattamento continuato, potresti essere in grado di superare le tue paure.

 

 PhD, CRNP  28 giugno 2017  Rachel Nall,

 

Cos’è la Felicità?

Forse il miglior modo per iniziare a definire la felicità è definire ciò che non è. Molte persone credono che la felicità sia  divertirsi a una festa, l’eccitazione di nuove esperienze, il brivido e la passione del sesso, o le delizie di un buon pasto. Queste sono tutte esperienze meravigliose da coltivare e vivere ma non sono felicità.

Queste esperienze sono la definizione di piacere. Sono esperienze da avere e lasciare passare. Un pasto da assaporare, quindi digerire, una festa da godersi poi lasciarsi andare, la passione di godere e il caldo bagliore di soffermarsi. Il piacere è fugace e così dev’essere, perché se facciamo queste esperienze gioiose tutto il tempo, il nostro cervello si adatta e trasforma il piacere in routine . Quando ciò accade, ci vuole ancora di più per farci sentire di nuovo bene. Inseguire il piacere non è felicità.

Quindi, se la felicità non è la stessa cosa del piacere, allora cos’è ?

Alcuni tra i più importanti ricercatori in questo campo (Seligman, Lyubomirsky e Diener ) hanno elaborato una propria formula della felicità, che può essere così espressa: F = P + C + A dove F è la felicità, P è il punto determinato neurologicamente, C rappresenta le condizioni di vita e A sono le attività volontarie (Chopra 1994).

Notevole importanza assumono le attività volontarie (variabile A della formula), cioè che cosa si sceglie di fare giorno per giorno, che sembrano pesare per il cinquanta per cento sulla felicità totale di un individuo. Le variabili volontarie possono generare un cambiamento  costante e definitivo nei livelli di felicità e benessere perché dipendono, appunto, dalla propria volontà.

Quante volte hai detto: “Voglio solo essere felice”?

Quante volte hai detto a qualcun altro: “Voglio solo che tu sia felice”?

Ti sei mai fermato a considerare esattamente cosa significa felicità? Che cosa, esattamente, è questa felicità che desideri?

E’ molto importante perché è difficile che i tuoi desideri di felicità si avverino se non sei chiaro esattamente su cosa sia la felicità per te. Quali sono le scelte che ci rendono felici allora?

Secondo gli studiosi, rendere felice il prossimo è la scorciatoia per diventare felici. Anche dedicarsi all’espressione creativa, genera risultati positivi le cui conseguenze durano una vita intera. Le passioni, come la lettura di un buon libro, lo sport, un hobby, e in generale tutte quelle attività che ci impegnano in un compito, che implicano una sfida con noi stessi e che comportano una crescita psicologica, ci permettono di raggiungere uno stato accresciuto e permanente di benessere.

La felicità, infatti, ha una dimensione emotiva che difficilmente può essere compresa attraverso un pensiero logico-razionale.

Quindi ti propongo un breve e facile esercizio che ti aiuterà a connetterti con  la tua personale visione della felicità. Esercizio di “brainstorming di parole”, sfrutta il potere associativo della mente. Munisciti di una penna e di un foglio bianco; al centro del foglio, scrivi la parola: felicità.

Poi, intorno alla parola “felicità”, scrivi di getto tutte le parole che associ istintivamente alla parola “felicità”; vai a ruota libera, senza riflettere, e senza domandarti se ciò che scrivi abbia un senso oppure no, non ti censurare. Scrivi tutte le parole che ti vengono in mente, per circa un minuto. Probabilmente ti sarai accorto che le parole che hai scritto hanno a che fare con la tua idea di felicità, con qualcosa che associ alla tua felicità, o che pensi possa renderti felice.

Per quanto tutte le persone cerchino la felicità, non esiste una sola persona al mondo che scriverebbe le stesse parole che hai scritto tu. Tutte le persone vogliono essere felici, ma ognuno ha un’idea diversa di che cosa sia la felicità e di che cosa possa renderlo felice.

Se considerassimo la felicità come i frutti di un albero, potremmo osservare che ognuno identifica la propria felicità con un albero diverso: c’è chi preferisce il gusto asprigno di un pompelmo, chi quello dolce del caco. I rami rappresentano le azioni e i comportamenti che mettiamo in atto: i frutti non maturano per caso, sono il risultato di scelte e azioni mirate. Il tronco rappresenta la forza interiore, il coraggio, l’abilità di resistere alle difficoltà della vita. Le radici sono i nostri valori e le nostre convinzioni più profonde: ciò cui diamo importanza e significato. Un primo passaggio può essere quello di capire qual è il proprio “albero della felicità”. Quali sono i frutti della felicità che ricerchiamo? Ognuno ha un modo diverso di farlo.

Io credo che la felicità esista quando la tua vita soddisfa i tuoi bisogni

In altre parole, la felicità arriva quando ti senti soddisfatto. La felicità è una sensazione di contentezza, che la vita è proprio come dovrebbe essere. La felicità perfetta, l’illuminazione, arriva quando hai soddisfatto tutti i tuoi bisogni. Mentre la felicità  perfetta può essere difficile da raggiungere, e anche più difficile da mantenere, la felicità non è un caso o un avvenimento.

Ci sono quasi illimitati gradi di felicità tra la beatitudine  e la disperazione della depressione. La maggior parte di noi cade da qualche parte, più vicino al centro rispetto ai bordi.

Poiché ho detto che, secondo me, la felicità è quando la tua vita soddisfa i tuoi bisogni, la prossima domanda logica è: “Quali sono i miei bisogni?”

Nel corso dei millenni molti hanno offerto risposte a questa domanda e quasi tutti sono tornati con risposte troppo semplici a quello che è, al suo interno, un problema complesso. Permettimi di farti una domanda. Diresti che tu, come tutti gli esseri umani, sei complicato da capire? Certo che si, lo siamo tutti. Se lo non fossimo la vita potrebbe essere molto più semplice ma anche molto meno ricca. Questa complessità significa che non ci sono risposte semplici, a misura unica, a ciò che ci rende felici.

Le nostre esigenze individuali variano in base alla nostra genetica, al modo in cui siamo cresciuti e alle nostre esperienze di vita. Questa combinazione complessa è ciò che rende ognuno di noi unico, sia nei nostri esatti bisogni, sia in ogni altro aspetto di ciò che ci rende la persona che siamo. Ognuno di noi può essere complesso, ma siamo tutti umani e questo fornisce le basi su cui possiamo scoprire i nostri bisogni essenziali.  Condividiamo tutti bisogni primari comuni all’interno, dove differiamo è esattamente in quanto fortemente desideriamo ciascuno di questi bisogni. La nostra teoria attuale, basata in gran parte su nuove scoperte scientifiche su come funziona il cervello e sulle attuali teorie della felicità, ha identificato 9 bisogni umani universali e sovrapposti:

  • Benessere : connessioni mente-corpo, aspetti del tuo corpo fisico che influenzano il tuo umore e viceversa
  • Ambiente : fattori esterni come sicurezza, disponibilità di cibo, libertà, clima, bellezza e casa
  • Piacere: esperienze temporanee come gioia, sesso, amore e alimentazione
  • Relazioni: come specie sociale, le relazioni sono alla base di ciò che significa essere umani
  • Scoperta: come ti avvicini al mondo, attraverso avventure, curiosità e piani
  • Significato: avere uno scopo e la saggezza per capirlo
  • Coinvolgimento: per essere felici devi essere coinvolto e coinvolto attivamente
  • Successo: conferma da te stesso e dagli altri che ciò che fai ha un valore
  • Elasticità: come ti riprendi dagli inevitabili eventi negativi della vita

Queste 9 categorie coprono la gamma dei bisogni umani in un modo molto generale e si sovrappongono intenzionalmente, proprio come i nostri pensieri e sentimenti si sovrappongono nella nostra mente. Ad esempio, il brivido di una corsa sulle montagne russe è un mix di: paura (elasticità), gioia (piacere), avventura (prospettiva), esperienza condivisa (relazioni), sicurezza (ambiente), adrenalina (benessere), il coraggio guidare (coinvolgimento) e la ricompensa di averlo fatto (successo).

Tutti questi sono vissuti in un evento, molti nello stesso momento nel tempo. È importante ricostruire la propria esperienza interna di felicità, perché la nostra felicità dipende anche dai criteri che utilizziamo, cioè dal nostro modo di sentirla. E i criteri sono modificabili, e normalmente si modificano più volte nel corso della vita.

La felicità è lo stato d’animo positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri. L’etimologia fa derivare felicità da: felicitas, deriv. felix-icis, “felice”, la cui radice “fe-” significa abbondanza, ricchezza, prosperità.Wikipedia

La trappola: rimanere emotivamente legati dopo la separazione

 

A volte, le connessioni emotive di una coppia minano i tentativi di separazione. Queste coppie sono altamente reattive e co-dipendenti. Piuttosto che passare attraverso il dolore della separazione, le coppie persistono nell’avere sentimenti ambivalenti e cercano ripetutamente di riconciliarsi per molti anni.

Queste coppie sono profondamente legate emotivamente e sessualmente e mantengono le immagini idealizzate l’una dell’altra. Mi è capitato di fare coaching a una coppia divorziata da molti anni che viveva in case separate ma nella stessa proprietà, la loro vita privata reciproca, quindi,  alimentava le loro continue ostilità legali e contribuiva a tenerli separati, non riuscivano a staccarsi perché, inconsciamente, ognuno dei due voleva controllare la vita dell’altro, dopo vari mesi di sessioni sono giunti a  capire che tra di loro non poteva più esserci nulla e che la situazione abitativa doveva cambiare per permettergli di ricominciare a stare bene.

Alcune coppie mantengono il legame dipendendo dal loro ex-coniuge per un supporto fisico o emotivo. Alcuni tentano di aiutare l’altro proteggendolo da depressioni, standogli così’ sempre accanto, ma ho potuto riscontrare che sono proprio loro i “crocerossini” a risultare a volte verbalmente offensivi col con l’ex coniuge, pur volendolo aiutare a superare nel migliore dei modi la separazione. Così facendo mantengono  il controllo e un contatto sottile , questo provoca in chi lo subisce dipendenza e illusione che nuoce al suo stato psicofisico e mentale.

Mi è capitata una donna che si aggrappava alla speranza di una riconciliazione nonostante il suo ex marito le dicesse ripetutamente quanto fosse felice con la sua nuova compagna  e lui ,pur conoscendo la rabbia della moglie e i suoi desideri, non si allontanava, la portava agli appuntamenti e la aiutava con le faccende domestiche. Questo tipo di rapporto non poteva che distruggerla giorno dopo giorno. Le coppie che ho seguito, che a oggi hanno il rapporto migliore sia come uomo/ donna , che come genitori , nel caso vi siano dei figli, sono quelle che hanno equilibrato la loro vita in funzione di loro stessi. Il divorzio implica solitudine, cambiamento di stile di vita, perdite immaginarie di ciò che sarebbe potuto essere, e ricordi di ciò che era una volta, oltre a perdite reali su tutti i fronti, come casa, famiglia, figli, finanziario e spesso amici. Il divorzio può infrangere l’autostima e l’identità, come moglie, come marito e possibilmente anche come padre o madre. Riuscendo a riavere un equilibrio interiore si potrà riavere la vita che si desidera, con energia , stima , obiettivi e apertura verso il futuro senza necessariamente attendere qualcosa dal proprio ex.

Quando ritorna l’equilibrio interiore ?

Generalmente dopo il primo anno dalla separazione si ricomincia ad avere una visione più equilibrata delle cose, c’è chi ci mette più tempo, chi meno, ma la maggior parte delle persone che ho assistito mi conferma questa tempistica. Dopo i due anni, mi hanno spiegato, hanno formato nuove relazioni durature, e il funzionamento emotivo è tornato al livello pre-divorzio, se non migliorato addirittura. Come genitore, il  non affidatario si trova più a suo agio con i bambini, è più assertivo, mostra disciplina e affetto coerenti, a meno che i genitori non siano ancora in guerra, i bambini tornano al normale processo di crescita.

Come fare a terminare una relazione quando il tuo partner ti ama ancora

Quando ci impegniamo in una relazione per noi importante ci sentiamo molto positivi riguardo alla possibilità che duri “per sempre” ( anche se per sempre è una parola che andrebbe cancellata dall’ uso comune).

Ci rendiamo conto che tutte le relazioni hanno alti e bassi e che ognuno fa del proprio meglio per il bene della storia ignorando il male. Sfortunatamente, questi sentimenti,  possono cambiare nel tempo da parte di uno dei due , e tramutarsi  nella terribile idea di finire la relazione. La maggior parte delle persone con relazioni importanti, di lungo periodo, non fa queste scelte in modo avventato.

Molto spesso, hanno fatto tutto il possibile per rimanere innamorati dei loro partner, ma non sono stati in grado di riacquistare i sentimenti positivi che un tempo li avevano uniti. Se entrambi i partner sono giunti a questa conclusione insieme, la separazione può essere amichevole e possono anche rimanere amici. Ma se un partner vuole uscire e l’altro è ancora pienamente coinvolto nella relazione, quello che ha deciso deve affrontare sia il proprio dolore sia il disagio che crea nel altro.

Nel mio percorso di Coaching SeparatamenteInsieme di coppia, ho visto molte persone soffrire di questo tipo di conflitto. Mi chiedono indicazioni su come lasciare senza causare più angoscia del necessario poiché devono fare i conti sia con la propria colpa sia con l’angoscia di una persona che hanno amato così tanto fino a prendere un impegno per anni. Quei sentimenti sono aggravati se loro stessi hanno subito una situazione del genere in passato perché conoscono lo stato in cui si cade. Di solito si chiedono se è mai possibile porre fine a un rapporto con dignità e rispetto reciproco, in realtà questa cosa se la dovrebbero chiedere tutti  e cercare di metterla in atto per il proprio bene e per quello della persona con la quale hai condiviso molti anni della tua vita.

La maggior parte di coloro che hanno amato profondamente un altro/a, non vuole lasciare dietro di sé ricordi dolorosi o avere rapporti con qualcuno che nutre rabbia e risentimento nei loro confronti. Non hanno iniziato questa relazione amorosa con l’intento di abbandonare la nave se le cose andavano male. Né si aspettavano che un giorno non avrebbero più avuto a cuore la persona che hanno scelto sinceramente. Ora devono affrontare le promesse e lasciare i loro partner soli ​​e feriti. La verità è che, per molte persone, le aspettative dei partner in un nuovo rapporto intimo cambiano nel tempo come le promesse fatte.

La maggior parte delle relazioni affronta sfide inaspettate man mano che maturano e spesso non riescono a nutrire la coppia. Possono inconsciamente ripetere schemi distruttivi che non hanno funzionato in relazioni precedenti, o scegliere partner per le ragioni sbagliate, accecati da attrazioni che svaniscono nel tempo. È fin troppo comune che i nuovi innamorati facciano il loro miglior passo avanti nascondendo cose su se stessi che temono possano allontanare quel nuovo amante. Se la relazione diventa solida, forse quei difetti immaginati o reali sono più trascurabili. Una volta che tali comportamenti emergono, tuttavia, è probabile che il nuovo partner si senta tradito e si chieda legittimamente cos’altro potrebbe essere nascosto. A volte il danno deriva da pressioni esterne che nessuno dei due partner avrebbe potuto prevedere all’inizio della relazione.

Problemi di comunicazione, disparità nei desideri o cambiamenti delle esigenze possono creare problemi che nessuno dei due partner si aspettava o aveva la capacità di risolvere. 

Qualunque sia la ragione, uno dei due partners che ha perso fiducia nella relazione, inizia a ritirarsi, a volte in silenzio e a volte con una raffica di critiche rivolte all’altro. Il partner ancora pienamente nel rapporto spesso non vede o ignora l’ intimità che diminuisce fino a quando non è evidente che la relazione è nei guai. A quel punto, lui o lei inizierà a informarsi e sfidarsi, cercando qualche chiarimento. Se il partner che ha deciso di chiudere non è pronto per il confronto, potrebbe negare l’evidenza che qualcosa non sta andando nel rapporto, incoraggiando false speranze dall’altra parte.

Essere spogliati dello status di “persona più importante” di solito è traumatico. Lui o lei potrebbe inizialmente rispondere tentando di invalidare la gravità del problema mentre contemporaneamente tentare di cancellare la causa della preoccupazione. Questi comportamenti gemelli, sfortunatamente, possono rendere il partner che sta chiudendo intrappolato in un impegno temporaneo. Quella risposta potrebbe promettere qualcosa che non ha possibilità di accadere e causerà solo più angoscia in seguito quando riemergerà la necessità di porre fine alla relazione. Un’altra risposta comune è quella di colpire con rabbia e colpa, tenendo il partner che abbandona responsabile della fine della relazione. Essere lasciati non è qualcosa che si ama provare, cancellati o rimpiazzati, si  provano dolore emotivo e insicurezza, a volte la rabbia Quindi, se ti sei trovato in una relazione che ha perso il suo significato per te, cosa puoi fare per ridurre al minimo lo stress sul tuo partner e su te stesso?

Sei sicuro di aver dato tutto ciò che potevi, non vuoi lasciare cicatrici strazianti alle spalle, crearti un nemico o danneggiare la persona che hai amato. Principalmente, non vuoi essere visto come una persona cattiva.

In che modo, quindi, puoi procedere con il miglior risultato possibile per te e il tuo partner?

Primo passo guarda prima te stesso.

Questo è uno schema abituale per te nelle tue passate relazioni?

Ti impegni troppo e poi ti trovi più in profondità di quanto volevi?

Cerchi di fare tutto il possibile per far sentire il tuo partner più importante di te solo per tenere quella persona vicina?

Ti costringi a cambiamenti necessari in quella relazione e poi ti rendi conto che non corrispondono a ciò che vuoi?

Metti il partner su piedistalli ignorando difetti che alla fine non sei in grado di sopportare?

Sei abbastanza attento a discernere in anticipo i tuoi bisogni con quello che puoi dare?

Una volta che hai risposto a queste semplici domande potrai trovare dei nuovi spunti di riflessione sulla tua persona e su come intraprendi le relazioni sentimentali, magari qualcosa da correggere puoi trovarlo.

Non sono sempre gli altri che sbagliano, alle volte siamo noi che non riusciamo a capirci e a capire chi abbiamo di fronte.

Come crescere figli felici

È una domanda molto comune tra i genitori di adolescenti, me la sono posta anche io. In molti corsi per genitori a cui ho assistito, la felicità e la fiducia sono senza dubbio i doni più preziosi che i genitori vogliono dare ai propri figli. Vogliono che i ragazzi siano fiduciosi e felici con se stessi, siano responsabili della loro salute, abbiano buone capacità sociali e relazioni solide, abbiano successo ed entusiasmo con la loro istruzione e carriere e siano competenti con i soldi.Se i genitori fossero delle fate che benedicono i propri figli con incantesimi per il futuro, sceglierebbero l’amore, la salute, la fede, la fiducia, la saggezza e la felicità.  La maggior parte dei genitori cerca di aiutarli ,  ma i loro ragazzi non sanno come accettare i consigli, il supporto, la cura e la saggezza. Per essere felici,  gli adolescenti devono prendere in mano la loro vita, aumentare la loro fiducia , diventare persone autentiche , migliorare il loro stile di vita e seguire i loro sogni . Molti di loro sono troppo spaventati o troppo confusi per prendere il comando , non hanno gli strumenti  per  farlo.Vivono così  un periodo traumatico nella loro vita e possono essere profondamente turbati.

Una delle cose più difficili da fare per gli adolescenti è chiedere aiuto. Il più delle volte, le lotte emotive che affrontano a quell’età impediscono loro di trattare gli adulti come risorse anzichè come nemici.

Se chiedeste agli ragazzi cosa vorrebbero cambiare nella loro vita, probabilmente vi diranno  molte cose che desiderano cambiare, ma non sanno come farlo e se questa incapacità si protrae a lungo nel tempo, creando  frustrazione e una sensazione di impotenza. La responsabilità dei genitori è di aiutarli a fare quel cambiamento.

Affinchè le persone cambino, occorre che trovino i loro punti di forza e li usino per superare le sfide. Molte volte, è la percezione delle risorse che abbiamo intorno che determina la forza nell’affrontare queste sfide. Quando gli adolescenti sentono di avere molte risorse a cui possono rivolgersi, diventano più fiduciosi, al contrario, se si sentono senza risorse, tendono a fare anche cose irragionevoli.

Gli adolescenti non nascono con la consapevolezza di avere il potere di cambiare la loro vita,  anche se noi genitori inculchiamo questo potere nella loro mente già in giovane età.  Quando sono colpiti da cambiamenti ormonali, brufoli e altre trasformazioni fisiche, si sentono come se avessero perso il controllo,  iniziano a sentire che non possono più cambiare nulla, non importa quanto lo vogliano. In molti versi, gli adolescenti sono come il piccolo elefante.

Il piccolo elefante

Un giorno, un ragazzo andò al circo con suo padre e vide un enorme elefante legato a un piccolo paletto con una corda.

“Papà”, chiese il ragazzo, “Questo elefante è così grande e forte e il paletto è così piccolo e corto che potrebbe liberarsi solo facendo due passi. Perché non lo fa? “E suo padre disse: “Figlio mio, quando questo elefante era molto piccolo, cercò di staccarsi da questo palo, ma non era abbastanza forte. Ci provò e ci provò per mesi, finché alla fine si arrese, credendo che fosse impossibile liberarsi. Ora, non prova più, perché non crede che sia possibile. Siamo uguali, figlio mio. Molte cose che ci accadono durante l’infanzia e proviamo a cambiarle senza riuscirci le prendiamo per vere e una volta adulti smettiamo di provarci. Molti di noi sono ancora legati con corde a piccoli paletti, proprio come questo grande elefante “.

Durante l’adolescenza, le cose diventano così difficili che molti adolescenti si arrendono. Hanno molte risorse interne ed esterne, ma non sanno come usarle. Il loro mondo diventa rapidamente un luogo di grande confusione e stress. Affrontano richieste conflittuali dai i loro genitori, insegnanti e amici. I messaggi che ricevono attraverso i media e da altre fonti, come forum su Internet e siti di social network, li confondono di più. Se chiedi ai ragazzi di oggi : “chi sono? “, anche se dedicano ogni parte della loro energia alla scoperta della loro identità, non sono sicuri di chi siano.

Gli adolescenti, proprio come gli adulti, si impegnano enormemente nel cambiare le situazioni infelici con le abilità che hanno, ma questo non li porta da nessuna parte, perché quelle abilità (o le abilità che mancano) li hanno portati a quel punto. Purtroppo, il continuo fallimento nel cambiare la propria vita fa sì che i ragazzi abbandonino il successo, non abbiano buoni rapporti e non si assumano la responsabilità della propria salute. Come il piccolo elefante, iniziano a scendere a compromessi e si arrendono alle circostanze che portano via la loro felicità. Si arrendono e vivono una vita infelice e insoddisfatta, credendo che questo sia il loro destino.

Ma non è così. Vivere con un adolescente arrabbiato, infelice, frustrato, ribelle e irrispettoso non è il tuo destino,

Prova a chiedere a tuo figlio:

“Tra cinque anni, chi sarai se non fai un cambiamento oggi?”

“Tra cinque anni, chi sarai se fai qualcosa ora, trovi una tua  guida e intraprendi qualche azione positiva?”

“Sei disposto a lasciare andare le tue paure e diventare la persona che sai di poter essere?”

Nel profondo, abbiamo tutte le risposte giuste a queste domande. Nel nostro cuore, sappiamo cosa dobbiamo fare, ma lo stress, la confusione e il dolore ingombrano il nostro pensiero. Gli adolescenti sono sulla via dell’età adulta e se non imparano le abilità per gestire lo stress e raccogliere la forza per fare un cambiamento, diventeranno adulti infelici che vivono senza queste abilità.

Alcuni ragazzi dicono di sapere cosa li ha portati nella situazione di confusione in cui si trovano, principalmente incolpano gli altri per i loro problemi e non hanno la più pallida idea di come liberarsi della propria vita. Eppure, con la giusta guida e un grande incoraggiamento, prendono fiducia e si assumono la responsabilità del loro futuro.

Il coaching per adolescenti è la porta di accesso a qualsiasi futuro e desiderio adolescenziale , in cui la fiducia in se stessi, l’amore, il successo, la salute e la ricchezza fanno parte della loro vita quotidiana.

La maggior parte dei ragazzi sopporta le  situazioni di disagio, piuttosto che avere una visione chiara di ciò che desidera, si lascia trasportare giorno dopo giorno. Un Teen coach è qualcuno che li aiuta a intraprendere quel viaggio e li guida attraverso gli apprendimenti di cui hanno bisogno per essere felici , rimanere in pista e raggiungere il successo e la felicità.

Nell’adolescenza  imparano a capire se stessi e stabiliscono buone relazioni sia con loro che con gli altri.

Il coaching per adolescenti non è, però, per tutti, è adatto solo a coloro ( e agli adulti) che vogliono ottenere qualcosa e sono in grado di guardare avanti. È solo per gli adolescenti che vogliono trovare risposte.

“Gli adolescenti non sono difficili. Sono solo persone che cercano di imparare a diventare adulti nel mondo, ma non hanno ancora gli strumenti per farlo” . Valeria Laura Gentile

Ognuno di noi porta con sé il bagaglio di credenze frutto dell’educazione avuta nella prima fase di vita e che sono diventati parte di ciò che siamo . Mantenere questi pensieri ,in certi casi, fa considerare il mondo come un luogo ostico, ingiusto e talvolta crudele  che rende difficile essere felici e soddisfatti. Per stare bene i ragazzi devono identificare la fonte delle loro convinzioni, riconoscere il loro impatto sulla vita, esaminare la loro validità ed eliminare i pensieri negativi riguardo la considerazione di se stessi da parte gli adulti. Al posto delle negatività, scelgono nuove credenze che promuovono il successo, l’abbondanza, le relazioni, il sostegno, l’amore e una buona comunicazione e felicità. I ragazzi aggiornano la loro “mappa” e aggiornano i dispositivi di localizzazione veloce che li portano a destinazione più rapidamente.

Dobbiamo aiutare i nostri figli a trovare punti di forza dall’interno e insegnare loro come rimanere forti e concentrati anche se la vita non sta andando come esattamente volevano usando i loro desideri come guida, non quello che i loro genitori vogliono per loro, non quello che vogliono i loro amici o i loro insegnanti. Soltanto ciò che che vogliono loro!

Se “guidano” la loro vita guardando indietro, avranno molti incidenti, ma se guardano avanti la maggior parte del tempo e guardano di tanto in tanto nello specchietto retrovisore, arrivano a destinazione.

E’ importante per il loro successo personale che sviluppino  nuove abilità e routine. Soprattutto che scelgano alcune azioni stimolanti per prendere consapevolezza delle loro capacità, che otterranno passo dopo passo, dalla partenza fino a chi vogliono essere.

“C’è bisogno di coraggio per dire “Io non sono il ‘me’ che voglio essere” Ronit Baras

Che genitori dobbiamo essere, quindi, con loro per renderli felici?

Amorevoli a 360°. Gli adolescenti hanno bisogno dell’amore e del sostegno dei genitori in un momento in cui molte altre cose nella loro vita stanno cambiando. Cerca di  mantenere uno stretto rapporto con tuo figlio attraverso le normali attività quotidiane, anche se ti sembra che a lui non interessino, o addirittura, gli pesino.

Molte persone pensano che le famiglie diventano meno importanti per i bambini mentre diventano adolescenti, ma  tuo figlio ha bisogno della sua famiglia e del suo sostegno  come quando era bambino. È vero che i rapporti familiari cambiano durante l’adolescenza. Quando tuo figlio era piccolo, il tuo ruolo era quello di nutrirlo, lavarlo, educarlo. Ora il vostro rapporto è più equo, e si trasforma da adulto ad adulto.

Molto spesso questo periodo crea alti e bassi in famiglia, iniziano le contraddizioni, i no da parte loro, la presa di coscienza di essere grandi e di aver il diritto di ribellarsi alle regole, agli adulti. Di solito le cose migliorano durante la tarda adolescenza man mano che i bambini diventano più maturi e i rapporti familiari tendono a diventare più forti.

Per gli adolescenti, i genitori e la famiglia sono una fonte di cura e supporto emotivo. Le famiglie danno agli adolescenti un aiuto pratico, finanziario e materiale, e la maggior parte vuole ancora trascorrere del tempo con le loro famiglie, condividere idee e divertirsi.

È normale, anche, che siano lunatici o non comunicativi, ma comunque hanno bisogno di te . Tuo figlio ti ama sempre e vuole che tu sia coinvolto nella sua vita, anche se a volte il suo atteggiamento, il suo comportamento o il linguaggio del corpo sembrano dire che non è così.

“La famiglia è la cosa più importante per me. Sono la mia ancora di supporto. Tutti pensano che gli amici siano più importanti, ma non lo sono. Gli amici sono fantastici, ma vanno e vengono. La famiglia è sempre lì”. Roberto adolescente

Se vuoi consigli pratici da applicare quotidianamente, inizio col dirti quello che con i miei figli sta funzionando alla grande. Partendo dalle cose ordinarie e quotidiane :

Pasti in famiglia

I pasti in famiglia sono una grande opportunità per tutti di chiacchierare sulla loro giornata, o su cose interessanti che stanno succedendo o in arrivo. Se incoraggi tutti a dire la propria, nessuno si sentirà messo in disparte. Inoltre, molte famiglie trovano che i pasti siano più piacevoli quando la TV non è accesa e quando i telefoni cellulari e i tablet sono spenti!

Uscite con loro

Provate a dedicare del tempo a divertenti gite in famiglia: a turno potrete scegliere le attività. Fate scegliere a loro, se proprio vi ridono in faccia all’idea proposta ( qualcuno potrebbe farlo) non costringeteli, lasciateli liberi e confrontatevi su cosa desiderano fare con voi. Una vacanza rilassante o un fine settimana insieme può anche essere piacevole per loro.

 Sostenerlo nelle sue attività sia sportive che ludiche

Ascoltare le sue delusioni e sostenere i suoi hobby aiuta tuo figlio a sapere che sei interessato a lui. Non devi fare molto per questo – a volte è solo questione di mostrargli interesse sincero in ciò che fa, nei risultati che ottiene, nello sport o nella musica, di dargli un passaggio alle attività extrascolastiche.

Responsabilità

Le responsabilità concordate, danno ai figli  adolescenti la sensazione di dare un contributo importante alla vita familiare. Potrebbero essere cose come faccende domestiche, shopping, avere le chiavi di casa o aiutare nonni più anziani o fratelli più giovani della famiglia.

Le regole della famiglia

I limiti e le conseguenze delle regole danno un senso di sicurezza, anche se alcune vengono ampiamente criticate. Aiutano tuo figlio a sapere quali sono gli standard applicati nella tua famiglia e cosa accadrà se sispingerà oltre i limiti.

Incontri familiari

Ritrovarsi a parlare insieme può aiutare a risolvere i problemi così tutti hanno la possibilità di essere ascoltati e di essere parte di una strategia per raggiungere la soluzione.

Supporto extra

Se ritieni che la situazione sia particolarmente difficile da gestire, potresti valutare un aiuto di un coach o di un altro servizio di supporto familiare .

Perché tuo figlio adolescente ha bisogno di te?

L’adolescenza può essere un momento difficile : il ragazzo sta attraversando rapidi cambiamenti fisici e alti e bassi emotivi .  L’adolescenza può anche essere un momento in cui le influenze e le relazioni tra pari possono causare stress a te e al tuo ragazzo perciò sostenersi a vicenda può essere vitale per superare queste sfide.

Durante questo periodo tu sei  ancora una base emotiva sicura in cui tuo figlio si sente amato e accettato, indipendentemente da quello che sta succedendo nel resto della sua vita. Cosa fondamentale che noi genitori dobbiamo fare è acquisire la totale fiducia di nostro figlio. Infondergli autostima in se stessi, ottimismo verso la vita e sicurezza sulla loro identità.

Ogni qual volta stabilisci delle regole in famiglia, dei limiti e degli standard di  comportamento, spiega all’ adolescente il perché le hai create e dai un senso di coerenza e correttezza alla cosa, in modo  che lui si uniformerà a qualcosa che deve accettare suo malgrado, ma che in fondo, anche se non lo ammetterà, sà che è giusto anche per lui.

Le relazioni familiari sono molto importanti per dare sostegno ai ragazzi; interessatevi su cosa fanno, chi frequentano, dove passano il tempo dopo la scuola mentre voi siete al lavoro, come stanno, cosa provano, è di fondamentale importanza perché primo, gli fanno capire che sono importanti e la loro vita vi interessa e poi lo proteggono da  comportamenti a rischio come l’ alcool, droghe e perfino a scuola può aumentare il suo desiderio di migliorare le sue capacità.

Genitori presenti, nel modo corretto, nella vita dei figli possono aiutare molto la  crescita di un bambino  trasformandolo  in un adulto felice, sereno, sicuro e soddisfatto.

Resistenza e avversità feat Resilienza

Una cosa che mi affascina molto  è come le persone si comportano di fronte alle “avversità”che si presentano durante la vita. Quando  si incontrano ostacoli sul cammino  la maggior parte delle persone crede siano un “segno del destino” , un qualcosa per  cui non andare più avanti   in quel progetto  o in quella relazione.. Questa difficoltà nel gestire l’emozione è  più grande del problema da affrontare e  convinti che questa avversità sia un segno dell’universo , abbandonano il loro sogno di business ancor prima di averci provato. Mi sono capitati alcuni casi, anche in ambito business coaching, di persone intelligenti, con la voglia di iniziare una nuova attività in proprio per creare il proprio business, ma con una grande paura di lasciare il posto fisso in cambio di  un’ incognita sul loro nuovo futuro lavorativo. Perché accade questa credenza che fa fermare le persone nel compiere anche ciò che desiderano profondamente ? Perché  la loro programmazione mentale è composta in questo modo:

Resistenza = cosa cattiva = interrompo = non riprovo più (abbandono).

Una persona con questa programmazione mentale, però, non andrà da nessuna parte nella vita perchè preferisce avere cose facili, sicure , il piacere a breve termine e delle gratificazioni immediate. Le uniche attività che soddisfano questo sistema di pensiero, a mio avviso, sono: fast food, droghe, alcool, shopping, navigare sui social media, sesso,  guardare la televisione. Se vuoi raggiungere cose significative però devi per forza metterti faccia a faccia con le tue resistenze. Più importante è il traguardo che vuoi raggiungere e più grande sarà la difficoltà che incontrerai. Ad esempio, se qualcuno di voi fa attività sportiva potrà confermarmelo : andare in palestra e fare fatica o uscire in inverno per andare a correre, porta con se delle resistenze non da poco. Qual è però il risultato di tutto questo se oltrepassi la sfida? Salute, forma fisica ,fierezza del tuo aspetto, benessere mentale , gratitudine verso te stesso.

Qualcuno ha detto: “Tutti gli aerei decollano contro vento” , scontato forse, ma se analizzi la frase ti renderai conto di quanto sia importante non arrendersi prima di aver ottenuto ciò che si desidera .

La resistenza è dunque una cosa utile, dietro di essa ci sono tutti i sogni  che vuoi raggiungere, più ci fai amicizia e più risultati raggiungerai

Anche io, da ragazza usavo le avversità come scusa per  fermarmi e non proseguire in ciò che volevo , posticipavo le cose importanti e faticose in cambio di  gratificazioni immediate tipo:  cene con amici, uscite al cinema, serata in discoteca e via così  ma i miei risultati rispetto agli obiettivi infatti erano scarsi.

Nel momento in cui ho cambiato il mio programma mentale, la mia vita è cambiata.

Oggi uso la resistenza (sfida) che mi si pone davanti come sorgente di energia infinita. 

Più sfide mi arrivano, più ne voglio, tutto quello che mi arriva “contro” per cercare di fermarmi, oggi, mi rende sempre più forte, devo anche dire che se tutto fila liscio non mi vado certo a cercare degli ostacoli per mettermi alla prova. Chiunque può avere successo quando ha il vento a favore , pensaci, ma davvero pochi sono in grado di raggiungere il successo quando hanno molti ostacoli da superare. Se vuoi fare un  favore a te stesso cerca di  riprogrammare  la tua mente per   fare in modo che le resistenze che ti hanno bloccato fino ad oggi, possano diventare la fonte di energia che ti proietterà nella realizzazione dei tuoi sogni

Posso aiutarti a trovare  gli strumenti per iniziare questo utile cambiamento nella tua vita, mandami una e mail per informazioni.

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